ROMA – La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha riaffermato con forza la posizione del governo italiano sul conflitto israelo-palestinese durante un’intervista esclusiva al TgLa7. “No, l’Italia non è stata timida con Israele su quanto successo in Cisgiordania, noi siamo stati molto chiari in varie sedi”, ha dichiarato la Premier, respingendo le accuse di un approccio titubante da parte del suo esecutivo. Le sue parole mirano a delineare una linea di politica estera ferma e coerente, basata sul diritto internazionale e sulla ricerca di una pace duratura in Medio Oriente.

La condanna agli insediamenti e il diritto a uno Stato

Il fulcro dell’intervento di Giorgia Meloni ha riguardato la questione degli insediamenti israeliani nei territori occupati e il diritto del popolo palestinese ad avere un proprio Stato. “All’Assemblea generale delle Nazioni Unite, io ho detto che Israele non ha il diritto di impedire la nascita di uno stato della Palestina o di favorire nuovi insediamenti per impedirlo”, ha precisato la Premier. Questa dichiarazione si allinea con la posizione storica della diplomazia italiana e della comunità internazionale, che considera gli insediamenti una violazione del diritto internazionale e un ostacolo significativo al processo di pace. Già in passato, l’Italia, insieme ad altri 20 Paesi, aveva firmato una dichiarazione congiunta per condannare fermamente la decisione israeliana di procedere con nuovi insediamenti in Cisgiordania, definendola “inaccettabile”.

Il sostegno alla soluzione “Due Popoli, Due Stati”

La Presidente del Consiglio ha inoltre evidenziato l’adesione dell’Italia alla “dichiarazione di New York sui due Stati”, sottolineando come questa rappresenti la pietra angolare della politica italiana nella regione. “La posizione italiana è sempre stata molto chiara”, ha ribadito. La Dichiarazione di New York, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, invoca una soluzione pacifica basata sulla coesistenza di due Stati, Israele e Palestina, che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza. L’Italia ha votato a favore di questa risoluzione, confermando il suo impegno per un percorso politico che porti alla fine del conflitto.

Tuttavia, il governo Meloni ha specificato che il riconoscimento formale dello Stato palestinese è vincolato a condizioni precise. Come indicato in una risoluzione parlamentare, queste condizioni includono il disarmo di Hamas e la garanzia che l’organizzazione non abbia alcun ruolo nel futuro governo di Gaza. Meloni ha definito un eventuale riconoscimento unilaterale come “prematuro” e “controproducente” in assenza di un concreto processo diplomatico.

Il contesto internazionale e il ruolo dell’Italia

Le dichiarazioni della Premier si inseriscono in un contesto internazionale complesso. Mentre diversi Paesi europei hanno recentemente riconosciuto o annunciato l’intenzione di riconoscere lo Stato di Palestina, l’Italia mantiene una posizione più cauta, sebbene fermamente ancorata al principio dei due Stati. Il governo italiano ha sempre ribadito che la soluzione dei “due popoli, due Stati” è giusta, necessaria e nell’interesse non solo dei palestinesi ma anche di Israele. In questo scenario, l’Italia si propone come attore di mediazione, forte delle sue relazioni consolidate con tutte le parti in causa nella regione. La Premier ha infatti sottolineato il “lavoro costante e silenzioso” del Paese, riconosciuto da tutti gli attori regionali, e la disponibilità a contribuire concretamente alla stabilizzazione e ricostruzione di Gaza.

In conclusione, l’intervista di Giorgia Meloni ha voluto chiarire, senza ambiguità, la linea del governo: un sostegno convinto alla soluzione dei due Stati, una condanna netta delle politiche di insediamento che la ostacolano e un approccio pragmatico al riconoscimento dello Stato palestinese, legato a precise garanzie di sicurezza e a un percorso negoziale condiviso.

Di veritas

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