Come da tradizione, le festività natalizie portano con sé l’incanto senza tempo de Lo Schiaccianoci, il capolavoro di Pëtr Il’ič Čajkovskij che continua a far sognare intere generazioni di spettatori. Quest’anno, il pubblico dell’Emilia-Romagna avrà l’opportunità unica di assistere a due diverse e prestigiose produzioni di questo classico intramontabile, un vero e proprio viaggio tra tradizione e innovazione che toccherà i teatri di Bologna, Ferrara e Ravenna.

La tradizione rinnovata del Roma City Ballet a Bologna e Ferrara

La prima proposta vede protagonista il Roma City Ballet Company, una delle più apprezzate formazioni italiane, che porterà in scena una versione de Lo Schiaccianoci firmata dal celebre coreografo e regista Luciano Cannito. Questa produzione, che ha già riscosso un enorme successo e numerosi sold-out nei maggiori teatri italiani, si distingue per la sua sontuosità e per un approccio che, pur rispettando la coreografia originale di Marius Petipa, introduce elementi di grande impatto visivo e narrativo. Lo spettacolo andrà in scena il 6 dicembre all’Europa Auditorium di Bologna (con doppia replica alle 17:00 e alle 21:00) e il 7 e 8 dicembre al Teatro Nuovo di Ferrara.

Con un corpo di ballo di 32 talentuosi interpreti, la messa in scena si avvale delle magnifiche scenografie di Italo Grassi e dei raffinati costumi di Giusi Giustino, che contribuiscono a creare un’atmosfera fiabesca e coinvolgente. A impreziosire ulteriormente il cast, la presenza di due stelle di fama internazionale: Iana Salenko e Dinu Tamazlacaru, entrambi Principal Dancer dello StaatsBallett Berlin, che si esibiranno nei ruoli principali, garantendo un’esecuzione di altissimo livello tecnico ed espressivo. Nella versione di Cannito, un ruolo di particolare rilievo è affidato al personaggio di Drosselmeyer, interpretato dal danzatore caratterista Manuel Paruccini, che diventa il vero motore della vicenda, regalando alla piccola Clara un sogno meraviglioso nel regno incantato dei giocattoli.

L’incanto georgiano del Balletto dell’Opera di Tbilisi a Ravenna

A Ravenna, invece, sarà il Balletto dell’Opera di Tbilisi ad inaugurare la Stagione d’Opera e Danza 2025/26 del Teatro Alighieri. Le rappresentazioni si terranno il 9, 10 e 11 dicembre, con un’ultima data aggiunta a grande richiesta per soddisfare l’entusiasmo del pubblico. Questa produzione porta in scena una rilettura della coreografia originale di Petipa a cura di Nina Ananiashvili, leggendaria stella del Bolshoi e dell’American Ballet Theatre e da vent’anni direttrice della compagnia, e di Alexey Fadeechev.

Ciò che rende unica questa versione è la sua capacità di fondere la grande tradizione del balletto russo con la cultura e la sensibilità georgiana. Le scene e i costumi, firmati dal celebre artista georgiano Simon Virsaladze, collocano infatti il primo atto in una tipica casa della Georgia, offrendo uno spunto visivo originale e affascinante prima di trasportare gli spettatori nel magico viaggio di Clara e del suo Schiaccianoci. La Ananiashvili ha sottolineato come questo allestimento miri a trasmettere un messaggio universale di “famiglia, amore, speranza e sogni”, mantenendo viva la meraviglia che ogni adulto custodisce dentro di sé. Il Balletto dell’Opera di Tbilisi, una delle compagnie più antiche dell’Europa dell’Est, torna a Ravenna per offrire uno spettacolo che intreccia virtuosismo tecnico, freschezza narrativa e un profondo legame con le proprie radici culturali.

Un capolavoro senza tempo

Basato sul racconto “Schiaccianoci e il re dei topi” di E.T.A. Hoffmann, nella versione edulcorata di Alexandre Dumas padre, Lo Schiaccianoci debuttò nel 1892 al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. Nonostante un’accoglienza iniziale tiepida, la partitura di Čajkovskij fu subito riconosciuta come un capolavoro. Oggi, il balletto è un appuntamento irrinunciabile del periodo natalizio in tutto il mondo, simbolo di magia e stupore. Le due produzioni in arrivo in Emilia-Romagna rappresentano un’occasione preziosa per riscoprire questo classico attraverso due sguardi differenti ma ugualmente affascinanti: da un lato la grandiosità e l’eleganza di una produzione italiana di successo internazionale, dall’altro il calore e l’originalità di una compagnia che fa del dialogo tra culture la propria cifra stilistica.

Di euterpe

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