Un’eco potente si leva da Hollywood e scuote i palazzi della politica californiana. È la voce dell’attrice premio Oscar Halle Berry, che, durante il prestigioso Dealbook Summit del New York Times, ha scagliato una criticaferoce e appassionata contro il governatore della California, Gavin Newsom. Al centro della contesa, una questione profondamente sentita e spesso trascurata: la salute delle donne in menopausa.

Con parole che non lasciano spazio a interpretazioni, Berry ha accusato Newsom di aver “ignorato le donne” della sua età, un gesto che, a suo dire, dovrebbe precludergli la strada verso la Casa Bianca. “Ma va bene, perché non sarà governatore per sempre”, ha dichiarato l’attrice con amara ironia, “e visto il modo in cui ha ignorato le donne — metà della popolazione — svalutandoci, probabilmente non dovrebbe essere neppure il nostro prossimo presidente”. Una dichiarazione forte, che accende i riflettori su un tema di salute pubblica e su un dibattito politico destinato a infiammarsi.

Il “Menopause Care Equity Act”: una legge nel limbo

Il pomo della discordia è il Menopause Care Equity Act, una proposta di legge che per due anni consecutivi, nel 2024 e nel 2025, ha ricevuto il via libera bipartisan dal parlamento californiano solo per essere respinta dal veto del governatore Newsom. Questo disegno di legge mirava a introdurre cambiamenti significativi nel sistema sanitario dello Stato, con due obiettivi principali:

  • Obbligare i piani sanitari e le polizze assicurative a coprire i costi per la valutazione e i trattamenti legati ai sintomi della perimenopausa e della menopausa, inclusa la terapia ormonale.
  • Richiedere che gli operatori sanitari ricevessero una formazione specifica e crediti di educazione continua per la gestione della menopausa, colmando così una lacuna formativa spesso lamentata dalle pazienti.

La motivazione addotta da Newsom per il suo veto si è concentrata sulle preoccupazioni per un potenziale aumento dei costi sanitari per milioni di famiglie lavoratrici. Secondo il governatore, la legge, così come formulata, era “troppo ampia” e avrebbe potuto avere conseguenze economiche indesiderate. Un portavoce di Newsom ha ribadito che il governatore condivide l’obiettivo di espandere l’accesso alle cure per la menopausa e che ammira l’attivismo di Halle Berry, auspicando una futura collaborazione.

L’attivismo di Halle Berry: una battaglia personale e collettiva

La presa di posizione di Halle Berry non è estemporanea, ma si inserisce in un percorso di attivismo che l’ha vista diventare una delle voci più autorevoli e influenti nella lotta per sdoganare il tema della menopausa. L’attrice ha raccontato di aver vissuto in prima persona la disinformazione e la mancanza di preparazione del sistema medico, arrivando a ricevere una diagnosi errata di herpes quando in realtà stava vivendo i primi sintomi della perimenopausa. Questa esperienza personale l’ha spinta a fondare Respin, una piattaforma online dedicata alla salute e al benessere delle donne di mezza età, e a farsi promotrice di iniziative legislative sia a livello statale che federale.

In un editoriale pubblicato sulla rivista Time, Berry ha definito il veto di Newsom “una dimostrazione del fallimento del suo impegno nei confronti delle donne”, sottolineando come un’analisi indipendente avesse stimato un impatto “trascurabile” della legge sui premi assicurativi. Per l’attrice, ignorare i bisogni di salute di milioni di donne non è solo un’ingiustizia, ma anche un danno economico, considerando i miliardi di dollari persi in produttività a causa dei sintomi non trattati della menopausa.

Le implicazioni politiche e il futuro della legge

Le parole di Halle Berry arrivano in un momento politicamente delicato per Gavin Newsom. Il suo mandato come governatore della California scadrà alla fine del 2026 e le sue ambizioni per le elezioni presidenziali del 2028 sono note. L’attacco frontale da parte di una celebrità così amata e rispettata potrebbe avere un peso non indifferente sull’opinione pubblica, specialmente sull’elettorato femminile. La critica di Berry dipinge Newsom come un politico distante dalle esigenze di “metà della popolazione”, un’etichetta potenzialmente dannosa per chiunque aspiri alla più alta carica del paese.

La controversia ha innescato un ampio dibattito nazionale sull’equità sanitaria e sulla necessità di una maggiore attenzione alla salute femminile. Se da un lato c’è chi sostiene le ragioni economiche del governatore, dall’altro sono in molti a vedere nel suo veto un’occasione mancata per fare della California uno stato all’avanguardia su un tema cruciale. Resta da vedere se la pressione pubblica, amplificata dalla voce di Halle Berry, porterà a una riconsiderazione della legge o se la questione rimarrà irrisolta, diventando un’arma politica nel futuro percorso di Gavin Newsom.

Di euterpe

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