Un convoglio della linea “C”, una banchina illuminata da luci al neon e il suono assente dei treni. In questo scenario post-industriale, nel cuore sotterraneo di Manhattan, Chanel ha scritto un nuovo, sorprendente capitolo della sua storia. Per il suo attesissimo debutto alla guida della collezione Métiers d’Art 2026, il direttore creativo Matthieu Blazy ha scelto di abbandonare i fasti del Grand Palais per immergersi nel luogo più democratico e universale di New York: la metropolitana. La stazione dismessa di Bowery è diventata il teatro di una sfilata che è già un manifesto, un dialogo tra l’esclusività del savoir-faire artigianale e la cultura pop che scorre nelle vene della Grande Mela.
Il Metrò come Metafora Sociale
La scelta della location è una dichiarazione d’intenti potente e chiara. “La metropolitana di New York è di tutti. Tutti la usano”, ha affermato Blazy. “Ci sono studenti e personaggi influenti; statisti e adolescenti. È un luogo pieno di incontri enigmatici ma meravigliosi, uno scontro di archetipi pop, dove tutti hanno un posto dove andare e ognuno è unico nel suo abbigliamento. Come nei film, sono gli eroi delle loro storie”. Questa visione trasforma la passerella in un microcosmo sociale, un non-luogo dove le gerarchie si annullano e le storie individuali si intrecciano. È qui che Blazy ha voluto testare i codici di Chanel, portandoli a contatto con una realtà cruda, vibrante e infinitamente eterogenea, chiedendosi fino a che punto possano spingersi senza perdere la loro identità.
Questa non è la prima volta che Chanel celebra il suo legame con New York. Mademoiselle Coco visitò per la prima volta la città nel 1931, e la maison vi ha sfilato in occasioni memorabili, come alla Grand Central Terminal nel 2006 e al Metropolitan Museum of Art nel 2018 per l’ultima sfilata Métiers d’Art di Karl Lagerfeld. Il ritorno di Blazy, tuttavia, riscrive le regole, scegliendo non un’icona del lusso, ma un simbolo della vita quotidiana.
Una Collezione Cinematografica tra Art Déco e Street Style
La collezione Métiers d’Art 2026 è un viaggio cinematografico attraverso il tempo e gli stili, un affresco popolato da una moltitudine di personaggi. Dalle flapper girl degli anni Venti alle donne in carriera in tailleur impeccabili, dalle adolescenti grunge alle signore chic che incarnano lo spirito di Coco Chanel stessa, ogni look racconta una storia. Blazy ha orchestrato una fusione non lineare di epoche e archetipi, unendo la stravaganza dell’Art Déco a una nuova concezione di stile urbano.
L’eccezionale artigianalità delle Maison d’Art, cuore pulsante di questa collezione annuale, si manifesta in ogni dettaglio, trasformando l’ordinario in straordinario:
- Il tweed, tessuto iconico della maison, viene reinventato in sontuose lane bouclé bicolore o con motivi che evocano la flanella da boscaiolo.
- Un sorprendente “denim lingerie”, in realtà seta finemente ricamata da Lesage, si abbina a dettagli complessi, suggerendo un nuovo western wear.
- Abiti d’archivio di ispirazione Art Déco sono impreziositi da frange di piume realizzate da Lemarié, mentre gonne a tulipano con motivi leopardati dipinti a mano richiedono giorni di lavorazione solo per la frangiatura.
- Le camicie maschili sono appesantite da catene Chanel, i pantaloni chino acquistano un effetto “nudo” e non mancano tocchi audaci come stampe animalier e gessati di paillettes.
Accessori: Gioielli Nascosti e Icone Rivisitate
Gli accessori giocano un ruolo da protagonista, completando la narrazione con ironia e preziosità. Le minaudière, piccole borse gioiello, assumono forme inaspettate e cariche di significati nascosti: un’ostrica che cela una perla, noci di cocco o mele smaltate. I gioielli, realizzati dagli orafi di Goossens, spaziano da cabochon in vetro a forma di cubetti di ghiaccio a delicati colibrì Déco. Persino le iconiche slingback bicolore, create da Coco Chanel e realizzate a mano da Massaro, vengono presentate sia nella tradizionale pelle di capretto che in una moderna versione con stampa animalier in shearling rasato. Ogni pezzo è un’ode al savoir-faire, un ponte tra l’eredità storica della maison e una visione proiettata al futuro.
Il debutto di Matthieu Blazy per la collezione Métiers d’Art non è stato solo una sfilata, ma una performance culturale. Un’affermazione potente che dimostra come l’alta moda possa dialogare con la realtà, trarre ispirazione dalla strada e celebrare la pluralità dell’espressione umana, senza mai perdere la propria anima. Un nuovo capitolo per Chanel è ufficialmente iniziato, sui binari di una metropolitana di New York.
