La scena musicale italiana si arricchisce di una nuova, preziosa tessera sonora. Da venerdì 5 dicembre, le radio italiane trasmetteranno “Vivo”, il più recente singolo di Fabri Fibra, estratto dal suo ultimo album in studio, “Mentre Los Angeles Brucia”. Questo brano non è una semplice traccia, ma un vero e proprio manifesto poetico che segna un’ulteriore evoluzione nel percorso artistico del rapper di Senigallia, capace ancora una volta di sorprendere e far riflettere.
Un Dialogo Artistico tra Rap e Cantautorato
Il cuore pulsante di “Vivo” risiede in una scelta artistica tanto audace quanto raffinata: il campionamento dell’omonimo brano del 2021 del cantautore Andrea Laszlo De Simone. Se la versione originale di De Simone è un valzer onirico, un invito a cogliere l’attimo fuggente con una delicatezza quasi sospesa nel tempo, la rilettura di Fabri Fibra ne cattura l’essenza per trasfigurarla in un’ode potente ai momenti e alle sensazioni che ci ricordano il valore inestimabile della vita. La sintesi di queste due visioni, apparentemente distanti, dà vita a una traccia che fonde magistralmente il flow tagliente e introspettivo del rap con la voce malinconica e nostalgica di Laszlo De Simone, creando un paesaggio sonoro inedito e profondamente suggestivo.
Il Significato Profondo di “Vivo”: Resilienza e Fuoco Interiore
Come racconta lo stesso Fibra, “Vivo” è un inno alla resilienza, “rappresenta la grande voglia di andare avanti anche in situazioni difficili“. La canzone è intrinsecamente legata al concept dell’album, “Mentre Los Angeles Brucia”. L’artista utilizza la potente metafora dell’incendio per descrivere non solo il caos del mondo contemporaneo, ma soprattutto quel “fuoco che brucia dentro ognuno di noi“. È un brano che invita a restare presenti, a trovare la bellezza nei dettagli anche quando tutto intorno sembra crollare. Il testo si sviluppa come una dichiarazione di esistenza, una cronaca della lotta personale che diventa messaggio universale: essere vivi significa continuare a combattere, a sperare e a cercare un senso.
Con la sua inconfondibile abilità lirica, Fibra ci conduce in un viaggio introspettivo, analizzando il significato di sentirsi “vivi” in un mondo che appare sempre più irrazionale e privo di spiegazioni. È un confronto schietto e, a tratti, provocatorio con un tema universale, che rivela un lato dell’artista che celebra la vita in tutta la sua complessa e meravigliosa imperfezione.
“Mentre Los Angeles Brucia”: Il Contesto dell’Album
Il singolo è parte integrante di “Mentre Los Angeles Brucia”, l’undicesimo album in carriera per Fabri Fibra, uscito il 20 giugno. Il titolo stesso del disco nasce da una riflessione quasi cinematografica dell’artista, scaturita da una notizia sentita in televisione: “Mentre Los Angeles Brucia, è morto David Lynch”. Questa frase ha innescato in Fibra una profonda riflessione sul cinismo e l’egocentrismo della nostra società, sulla nostra capacità di continuare le nostre vite abitudinarie mentre il mondo intorno a noi è in fiamme, metaforicamente e non.
Un Successo Live che non si Ferma
L’uscita del nuovo singolo si inserisce in un momento di grande successo per Fabri Fibra anche sul fronte live. Dopo un’estate trionfale, con oltre 100.000 biglietti venduti e un doppio sold out a Milano, l’artista è ripartito il 18 novembre da Firenze con un tour nei principali club italiani. Il calendario, prodotto e organizzato da Friends and Partners, ha già registrato il tutto esaurito in diverse tappe, come Torino, Bologna e Roma, a testimonianza del legame indissolubile tra l’artista e il suo pubblico. Sul palco, accompagnato dal fidato Dj Double S, Fibra ripercorre oltre vent’anni di carriera, proponendo una scaletta che unisce i grandi successi, conosciuti a memoria da tre generazioni di fan, alle nuove tracce dell’ultimo album.
Le prossime date confermate del tour includono:
- 6 dicembre: Milano, Fabrique
- 9 dicembre: Padova, Geox
- 13 dicembre: Brescia, Dis_play
- 18 dicembre: Roma, Atlantico (SOLD OUT)
Con “Vivo”, Fabri Fibra si conferma non solo un pilastro del rap italiano, ma un artista in continua evoluzione, capace di dialogare con linguaggi musicali diversi e di offrire al suo pubblico spunti di riflessione profondi e mai banali.