Il cosmo ci regala un nuovo, affascinante spettacolo celeste. Protagonista è (433) Eros, un nome che evoca la mitologia greca per descrivere uno dei più noti e studiati asteroidi vicini alla Terra (Near-Earth Object o NEO). Questo colosso roccioso, dalla caratteristica forma allungata che ricorda una banana o un’arachide, ha recentemente salutato il nostro pianeta transitando a una distanza di circa 60 milioni di chilometri. Una misura che, sebbene possa sembrare immensa per i nostri standard terrestri, rappresenta una relativa vicinanza in termini astronomici, del tutto sicura per il nostro pianeta.
L’evento, di grande interesse per la comunità scientifica e per gli astrofili, ha offerto un’opportunità unica non solo per osservare questo storico asteroide, ma anche per ammirare un raro e suggestivo allineamento prospettico. Nella serata del 30 novembre, infatti, Eros si è trovato a transitare a soli due gradi di distanza apparente dal nucleo luminoso della galassia di Andromeda (M31), la nostra vicina galattica più imponente. Un “abbraccio cosmico” virtuale che ha messo in scena un gioco di prospettive mozzafiato, come sottolineato dall’astrofisico Gianluca Masi, responsabile scientifico del Virtual Telescope Project. “Sebbene si tratti di una distanza considerevole e completamente sicura, essa ci offre comunque l’opportunità di osservare facilmente questo straordinario corpo celeste”, ha rilevato Masi, evidenziando la magia di questo incontro apparente. Da un lato, un oggetto del nostro Sistema Solare a “soli” 60 milioni di chilometri; dall’altro, un’immensa isola di stelle distante ben 2,5 milioni di anni luce, ovvero circa venti miliardi di miliardi di chilometri.
Eros: un pioniere dell’esplorazione spaziale
Scoperto in modo indipendente il 13 agosto 1898 da Carl Gustav Witt e Auguste Charlois, (433) Eros detiene un posto d’onore nella storia dell’astronomia. È stato il primo asteroide NEO mai individuato e il primo a ricevere un nome maschile, rompendo la tradizione che fino ad allora assegnava nomi femminili a questi corpi celesti. Le sue dimensioni sono notevoli: si estende per circa 34 chilometri in lunghezza e 11 in larghezza e altezza. Appartiene alla classe degli asteroidi di tipo S, composti principalmente da silicati di magnesio e ferro, e la sua superficie, di colore bruno-dorato, è pesantemente craterizzata, testimonianza di una lunga storia di collisioni cosmiche.
Ma la fama di Eros non si limita al suo primato di scoperta. È stato anche il protagonista di una delle missioni spaziali più significative della NASA: NEAR Shoemaker (Near Earth Asteroid Rendezvous). Lanciata nel 1996, la sonda ha raggiunto l’asteroide nel febbraio del 2000, diventando la prima navicella a orbitare attorno a un corpo celeste di questo tipo. Per un intero anno, NEAR Shoemaker ha raccolto una mole impressionante di dati, scattando oltre 160.000 immagini e analizzando in dettaglio la composizione, la geologia e la morfologia di Eros. La missione si è conclusa con un’impresa storica: il 12 febbraio 2001, la sonda ha effettuato il primo atterraggio controllato sulla superficie di un asteroide, continuando a trasmettere dati preziosi anche dopo aver toccato il suolo.
Come osservare lo spettacolo celeste
Grazie alla sua luminosità, che per diverse settimane si attesterà attorno alla magnitudine 10, Eros è un bersaglio accessibile anche per gli astronomi dilettanti. Come spiegato da Gianluca Masi, è sufficiente un modesto telescopio con un diametro di almeno 60 millimetri per poterlo individuare nel cielo notturno. Per chi ha voluto assistere all’evento, è stato necessario puntare lo sguardo verso l’orizzonte orientale nelle ore successive al tramonto, individuando le costellazioni di Cassiopea e Andromeda.
Per rendere questo evento astronomico accessibile a un pubblico globale, il Virtual Telescope Project, in collaborazione con la Asteroid Foundation, ha trasmesso una diretta streaming internazionale. Questa iniziativa ha permesso a chiunque, comodamente da casa, di seguire in tempo reale il passaggio dell’asteroide e il suo affascinante incontro prospettico con la galassia di Andromeda, con il commento esperto degli scienziati.
L’importanza dei Near-Earth Objects
Il passaggio di Eros ci ricorda l’importanza dello studio e del monitoraggio costante dei Near-Earth Objects. Sebbene (433) Eros non rappresenti una minaccia per il nostro pianeta, la sua orbita, che si estende tra quella della Terra e quella di Marte, lo classifica come un asteroide di tipo “Amor”. La sua minima distanza di intersezione orbitale (MOID) con la Terra è di circa 22,5 milioni di chilometri, una distanza che è stata raggiunta l’ultima volta nel 1975 e che si ripeterà nel 2056.
Lo studio di questi oggetti celesti è fondamentale per due ragioni principali:
- Difesa Planetaria: Comprendere le orbite e le caratteristiche fisiche dei NEO è cruciale per valutare potenziali rischi di impatto futuri e sviluppare strategie di mitigazione.
- Scienza delle Origini: Gli asteroidi come Eros sono considerati “fossili” del Sistema Solare, residui primordiali della sua formazione. Studiarli ci fornisce indizi inestimabili sulla nascita dei pianeti e sull’origine della vita stessa.
In conclusione, il passaggio di Eros non è stato solo un evento astronomico di rara bellezza, ma anche un prezioso promemoria della dinamicità del nostro vicinato cosmico e dell’incessante lavoro della scienza per svelarne i segreti. Un’occasione per alzare gli occhi al cielo e meravigliarsi della complessa e affascinante danza degli astri che, silenziosamente, si svolge sopra le nostre teste.
