Come un’opera di Michelangelo Merisi, intrisa di luce e ombra, così la danza di Roberto Bolle ha illuminato il palcoscenico del Teatro Carlo Felice di Genova. L’étoile dei due mondi ha portato per la prima volta in Italia il suo “Caravaggio”, un balletto in due atti che ha affascinato il pubblico con la sua intensità e la sua forza drammatica. Un debutto attesissimo che si inserisce in un momento di importanti traguardi per l’artista, che quest’anno celebra il suo cinquantesimo compleanno.
Un balletto che dipinge l’anima
“Caravaggio è un balletto che mi ha affascinato da subito”, ha confidato Bolle, ricordando la prima volta che lo vide a Berlino. L’opera, con la coreografia di Mauro Bigonzetti e le musiche di Bruno Moretti da Claudio Monteverdi, è un viaggio nell’animo inquieto e geniale del pittore. Bolle, nel ruolo del protagonista, dà corpo e anima ai tormenti, alle passioni e alle contraddizioni di un artista che ha rivoluzionato la storia dell’arte. La sua interpretazione è un dialogo costante con le figure allegoriche che popolano la scena: la Luce, interpretata dalla talentuosa Maria Khoreva, il Buio, a cui dà vita Anastasia Matvienko, e la Bellezza, incarnata da Ekaterina Surmava. Un cast di altissimo livello per una produzione potente e memorabile che esplora la complessa figura dell’uomo e dell’artista.
Il balletto, creato da Bigonzetti nel 2008 per lo Staatsballett Berlin, trova finalmente la sua consacrazione in patria grazie alla determinazione di Bolle, che dopo averlo interpretato interamente a Buenos Aires, ha deciso di regalarlo al pubblico italiano. “È, del resto un prodotto totalmente nostro, dalla coreografia alla musica, alla scenografia”, ha sottolineato con orgoglio l’étoile.
Cinquant’anni di danza: un traguardo e un nuovo inizio
Il debutto genovese coincide con un compleanno speciale per Roberto Bolle. I suoi cinquant’anni sono un traguardo che l’artista ha voluto celebrare con un nuovo libro fotografico edito da Rizzoli. “Cinquant’anni sono un traguardo importante, si comincia a fare qualche bilancio”, ha spiegato Bolle. Il volume è una raccolta preziosa di scatti realizzati da grandi fotografi nei teatri di tutto il mondo, accompagnati da testimonianze di personalità che hanno incrociato il suo cammino artistico e umano. Un racconto per immagini e parole che ripercorre una carriera straordinaria, iniziata trent’anni fa, nel 1995, con “Romeo e Giulietta”.
Mantenersi ai massimi livelli a cinquant’anni non è impresa da poco, ma Bolle svela una ricetta “semplice”: “Il segreto sta nella costanza e nella disciplina. Alimentazione ed esercizio fisico sono i cardini del benessere”. Una dedizione assoluta che gli permette di affrontare le fatiche e il dolore fisico, ripagato dalle immense gratificazioni che il palcoscenico continua a regalargli.
Lo sguardo al futuro: Olimpiadi e giovani talenti
L’energia di Roberto Bolle è inesauribile e il suo sguardo è sempre proiettato al futuro. A febbraio parteciperà alla cerimonia di chiusura delle Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026, un appuntamento che lo emoziona particolarmente, a vent’anni dalla sua partecipazione alla cerimonia di apertura di Torino 2006. “Vent’anni dopo esserci di nuovo è veramente fantastico”, ha dichiarato, pur non svelando ancora i dettagli della sua esibizione all’Arena di Verona.
Ma il futuro, per Bolle, è soprattutto rappresentato dai giovani. Con la sua Fondazione, ha lanciato il progetto “A scuola danzando”, portando lezioni di danza in undici scuole medie dell’hinterland milanese. “È un primo passo per sensibilizzare i giovani ad avvicinarsi alla danza”, ha affermato con convinzione. Un impegno concreto per contrastare la crisi delle compagnie di ballo stabili in Italia, passate da una dozzina a sole quattro in trent’anni, e per creare nuove opportunità per le future generazioni di danzatori. Un’iniziativa che dimostra, ancora una volta, la grandezza di un artista che non si limita a calcare i palcoscenici più prestigiosi, ma si impegna attivamente per la diffusione e la salvaguardia della sua arte.
