Roma – “Il ponte sullo Stretto si farà, milioni di italiani lo vogliono, lo aspettano e lo meritano, non è un capriccio del ministro Salvini ma una priorità dell’Unione europea”. Con queste parole, pronunciate durante un recente question time alla Camera dei Deputati, il vicepremier e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha nuovamente acceso i riflettori su una delle opere più discusse e divisive della storia italiana. Una dichiarazione che riafferma la determinazione del governo a portare a termine il progetto, nonostante un percorso a ostacoli segnato da polemiche politiche, rilievi tecnici e, da ultimo, lo stop della Corte dei Conti.
La Difesa del Ministro: “Buon Senso e Priorità Europea”
Nel suo intervento, Salvini ha difeso a spada tratta le scelte dell’esecutivo, a partire da quella di non procedere con una nuova gara d’appalto, definendola “una scelta di buon senso” e non di convenienza. La strategia del governo prevede infatti di riattivare il contratto con il consorzio Eurolink, guidato da Webuild, che si era aggiudicato l’appalto oltre un decennio fa, prima che il governo Monti mettesse in liquidazione la società Stretto di Messina S.p.A. nel 2013. Secondo il ministro, questa via permette di applicare al progetto le stesse regole di adeguamento prezzi già usate per altre grandi opere, a fronte dell’eccezionale aumento del costo dei materiali registrato negli ultimi anni.
Il fulcro dell’argomentazione di Salvini risiede però nella dimensione europea dell’opera. Il ministro ha ricordato come il collegamento stabile tra Sicilia e Calabria sia parte integrante del Corridoio Scandinavo-Mediterraneo della rete transeuropea dei trasporti (TEN-T), un asse strategico che mira a unire il nord e il sud del continente. “È un’opera che l’intera UE ci chiede di realizzare”, ha affermato Salvini, sottolineando come il progetto sia stato identificato come strategico fin dagli anni ’80. In effetti, il Parlamento Europeo ha recentemente dato il via libera all’aggiornamento della rete TEN-T, includendo esplicitamente il “ponte – collegamento fisso” tra Villa San Giovanni e Messina, aprendo così alla possibilità di futuri co-finanziamenti europei, anche se la Commissione ha precisato che, al momento, solo la parte ferroviaria sarebbe ammissibile e che non è stata presa alcuna decisione definitiva.
I Conti non Tornano: I Rilievi della Corte dei Conti
Nonostante l’ottimismo del governo, la strada verso la posa della prima pietra è tutt’altro che spianata. Il nodo più recente e spinoso è rappresentato dalla mancata registrazione, da parte della Corte dei Conti, della delibera del CIPESS (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile) che approvava il progetto definitivo. I magistrati contabili hanno sollevato una serie di criticità tutt’altro che trascurabili, che toccano aspetti procedurali, ambientali e contrattuali.
Le principali obiezioni riguardano:
- Violazione delle direttive europee: In particolare, la Corte ha messo in dubbio la legittimità della “riattivazione” del vecchio contratto con Eurolink senza una nuova gara, una procedura che potrebbe violare le norme UE sugli appalti.
- Carenze nella valutazione ambientale: Il progetto interessa tre aree protette della rete europea Natura 2000. La Corte ha ritenuto insufficiente la documentazione presentata per giustificare l’opera a fronte dei potenziali danni ambientali, mancando un’adeguata valutazione delle alternative progettuali.
- Aspetti tecnico-finanziari: Sono state rilevate lacune nell’istruttoria, come l’assenza del parere dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART) sul piano tariffario e un aggiornamento progettuale basato su pareri tecnici datati.
Il governo ha assicurato di essere al lavoro per superare i rilievi, ma la bocciatura della Corte rappresenta una battuta d’arresto significativa che alimenta le argomentazioni delle opposizioni e dei comitati contrari all’opera.
Un’Opera Colossale: Numeri, Costi e Tempistiche
Il Ponte sullo Stretto, nel suo progetto attuale, è un’opera di ingegneria senza precedenti. I numeri sono impressionanti:
- Lunghezza: 3.666 metri totali, con una campata unica sospesa di 3.300 metri, che ne farebbe il ponte sospeso più lungo al mondo.
- Altezza torri: 399 metri.
- Larghezza impalcato: Circa 60 metri.
- Capacità: Sei corsie stradali (tre per senso di marcia, più quelle di emergenza) e due binari ferroviari. Si stima una capacità di 6.000 veicoli all’ora e 200 treni al giorno.
A fronte di tale magnificenza, i costi sono altrettanto monumentali. Secondo gli ultimi aggiornamenti, il costo totale dell’opera è stimato in 13,5 miliardi di euro, una cifra che, secondo il governo, è interamente coperta dalle leggi di bilancio. A questi si aggiungono circa 40 km di raccordi stradali e ferroviari in Sicilia e Calabria, per la maggior parte in galleria. L’obiettivo dichiarato dal Ministro Salvini è di avviare i cantieri nel 2025-2026 e completare l’attraversamento tra il 2032 e il 2033.
Le Voci del Dissenso: Tra Utopia e Azzardo Tecnico
Il progetto del Ponte è da sempre al centro di un acceso dibattito. Le forze di opposizione lo considerano uno spreco di risorse pubbliche che potrebbero essere destinate ad altre priorità per il Sud Italia. Le associazioni ambientaliste, dal canto loro, denunciano da anni i rischi per l’ecosistema unico dello Stretto di Messina.
Ma i dubbi più profondi provengono da una parte del mondo accademico e ingegneristico. Esperti come il professor Federico M. Mazzolani hanno evidenziato quelle che definiscono “rilevanti criticità” sulla fattibilità del ponte a campata unica, un’opera che supererebbe di gran lunga le dimensioni di qualsiasi altro ponte simile mai costruito. Le preoccupazioni riguardano la resistenza ai venti fortissimi e alla sismicità dell’area, una delle più alte del Mediterraneo, nonché la tenuta dei materiali su una scala mai sperimentata prima. Queste criticità, secondo gli scettici, non avrebbero ancora trovato una risposta definitiva e convincente nell’attuale progetto, rendendo l’opera un “azzardo” tecnologico.
Una Storia Lunga Due Secoli
L’idea di unire stabilmente la Sicilia al continente non è nuova. Se ne parlava già in epoca borbonica, nel 1840. Il progetto ha attraversato la storia d’Italia, tra concorsi di idee, studi di fattibilità e società create ad hoc, come la “Stretto di Messina S.p.A.” nata nel 1981. Ogni governo ha affrontato la questione, tra accelerazioni e brusche frenate, rendendo il Ponte un simbolo delle promesse mancate e della perenne divisione del Paese, non solo geografica. Ora, con la forte spinta del governo attuale, l’Italia si trova ancora una volta di fronte al bivio: trasformare un sogno secolare in realtà o archiviarlo definitivamente.
