Mosca – Un canale diplomatico si è aperto tra Washington e Mosca, ma la strada verso la pace in Ucraina appare ancora lunga e complessa. Un incontro di circa cinque ore al Cremlino tra il presidente russo Vladimir Putin e una delegazione statunitense, composta dal genero dell’ex presidente Trump, Jared Kushner, e dall’inviato speciale Steve Witkoff, si è concluso con un esito interlocutorio. Secondo quanto riferito dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, la Russia non ha chiuso la porta al piano di pace americano, ma ha posto veti significativi su alcuni punti chiave.

“Alcune cose sono state accettate, altre sono state giudicate inaccettabili”, ha dichiarato Peskov, utilizzando il consueto linguaggio cauto della diplomazia russa. Questa apertura parziale segna l’avvio di una nuova fase: un dialogo “a livello di esperti” che avrà il compito di sviscerare i dettagli e valutare se esista un terreno comune per futuri contatti a un livello più alto.

I protagonisti e il contesto della missione

La presenza di Jared Kushner, architetto degli Accordi di Abramo in Medio Oriente, e di Steve Witkoff, inviato speciale USA, segnala un tentativo di diplomazia parallela, fortemente legata all’amministrazione Trump. La loro missione a Mosca segue intensi colloqui tenuti in Florida con una delegazione ucraina, guidata dal segretario del consiglio di sicurezza nazionale Rustem Umerov. Questo doppio binario di consultazioni, prima con Kiev e poi con Mosca, indica la volontà americana di mediare attivamente per porre fine a un conflitto che dura da quasi quattro anni.

La visita si inserisce in un momento di particolare vulnerabilità per l’Ucraina, con le forze russe che continuano ad avanzare lentamente lungo il fronte. Il Cremlino, dal canto suo, ha ribadito più volte di essere pronto a negoziare, ma a condizione che le sue richieste vengano accolte, minacciando altrimenti un’ulteriore avanzata militare.

I punti controversi del piano di pace

Sebbene i dettagli ufficiali del piano restino riservati, indiscrezioni emerse nelle scorse settimane parlavano di una bozza iniziale di 28 punti. Questo primo documento aveva suscitato allarme tra gli alleati europei e a Kiev, poiché sembrava fare ampie concessioni a Mosca su questioni fondamentali come:

  • Status dei territori occupati: Il piano avrebbe previsto la cessione alla Russia di parte dei territori contesi.
  • Neutralità dell’Ucraina: Kiev avrebbe dovuto rinunciare all’obiettivo di aderire alla NATO.
  • Limitazioni militari: Erano previste restrizioni significative per le forze armate ucraine.

A seguito delle critiche, il piano è stato rivisto e “raffinato” durante i colloqui con gli ucraini, riducendo i punti a 20. Tuttavia, la reazione di Mosca, come confermato dal consigliere per la politica estera Yuri Ushakov, indica che proprio la questione territoriale rimane il nodo più difficile da sciogliere. “Non è ancora stata trovata una soluzione di compromesso”, ha affermato Ushakov, pur definendo i colloqui “costruttivi e molto utili”.

La reazione internazionale e le prospettive future

Poco prima dell’incontro, Putin aveva lanciato un duro monito all’Europa, accusandola di sabotare gli sforzi di pace americani con controproposte “assolutamente inaccettabili”. Questa retorica evidenzia la complessa partita a scacchi geopolitica in corso, dove ogni attore cerca di massimizzare i propri interessi. I leader europei, dal canto loro, hanno espresso scetticismo sulla reale volontà di Putin di negoziare seriamente.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in attesa di un resoconto dettagliato dagli inviati americani, ha sottolineato che i prossimi passi dipenderanno dai “segnali” provenienti da Mosca. L’incontro tra la delegazione USA e quella ucraina, inizialmente previsto a Bruxelles, è stato riprogrammato e si terrà negli Stati Uniti per definire la strategia futura.

Il percorso verso un accordo di pace si preannuncia quindi come un “processo di lavoro normale, una ricerca di compromesso”, come l’ha definito Peskov. Un processo in cui la diplomazia degli “esperti” dovrà ora lavorare nell’ombra per trasformare caute aperture in reali possibilità di negoziato, mentre sul campo la guerra continua a mietere vittime.

Di atlante

Un faro di saggezza digitale 🗼, che illumina il caos delle notizie 📰 con analisi precise 🔍 e un’ironia sottile 😏, invitandovi al dialogo globale 🌐.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *