Il mondo politico e letterario è in fermento per l’uscita in Italia di “107 Giorni”, il memoir dell’ex vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris. Pubblicato da La nave di Teseo, con la traduzione di Stefano Travagli e Salvatore Serù, il libro promette di essere un viaggio senza filtri nel cuore di una delle campagne elettorali più brevi e intense della storia americana moderna. Un racconto che si legge come un thriller politico, ma che è, soprattutto, una profonda riflessione sulla leadership, la democrazia e il peso della storia.

Tutto ha inizio il 21 luglio 2024, quando il presidente in carica Joe Biden annuncia il suo ritiro dalla corsa per la rielezione. A Kamala Harris, la prima donna a ricoprire la carica di vicepresidente nella storia degli Stati Uniti, restano esattamente 107 giorni per costruire e condurre una campagna presidenziale contro un avversario formidabile come Donald Trump. Inizia così una corsa contro il tempo, una parabola politica rapidissima che Harris decide di raccontare in prima persona, con onestà e un acuto senso critico.

Dietro le Quinte di una Campagna Elettorale Frenetica

“107 Giorni” non è un semplice resoconto degli eventi, ma un’immersione totale nelle dinamiche interne della candidatura di Harris. L’autrice conduce il lettore dietro le quinte, svelando le strategie discusse a porte chiuse, i confronti serrati con gli avversari e le pressioni implacabili esercitate dai media, dall’opinione pubblica e persino dall’interno del suo stesso partito. Il libro esplora le ostilità, palesi e velate, che Harris ha dovuto affrontare, non solo in quanto candidata democratica, ma anche come donna, e per di più di colore e di origine asiatica, in un’arena politica ancora profondamente segnata da pregiudizi.

Con uno stile narrativo coinvolgente, Harris descrive le speranze che hanno animato la sua campagna, le battaglie personali che ha combattuto e i momenti di sconforto. Emerge il ritratto di una leader determinata, ma anche di una donna che si confronta con il peso enorme delle aspettative e con la consapevolezza di essere un “pioniere”, come recitava il suo nome in codice per i Servizi Segreti.

L’Analisi di una Sconfitta Inaspettata

Il 5 novembre 2024, il verdetto delle urne segna la vittoria di Donald Trump. Per Kamala Harris e per molti suoi sostenitori, il risultato è uno shock profondo. Nel suo memoir, l’ex vicepresidente non si sottrae a un’analisi lucida e a tratti spietata della sconfitta. Racconta di come la sua campagna, nonostante la fiducia ostentata, abbia perso terreno in tutti e sette gli “swing states”, gli stati in bilico, decisivi per la vittoria finale.

Il libro si sofferma su momenti chiave e decisioni strategiche, offrendo una prospettiva unica su ciò che non ha funzionato. Harris riflette criticamente anche sul ruolo e sulle decisioni dell’amministrazione Biden, descrivendo la scelta del presidente di ricandidarsi come “spericolata” e ammettendo la propria parte di responsabilità in quella che definisce una “temerarietà”. Vengono a galla retroscena sorprendenti, come la sua iniziale intenzione di scegliere Pete Buttigieg come vice, scartata per il timore che un ticket composto da una donna nera e un uomo gay fosse “un rischio troppo grande” per l’elettorato americano.

Una Carriera al Servizio della Giustizia

Oltre al racconto della campagna del 2024, il libro offre uno spaccato della straordinaria carriera di Kamala D. Harris. Dal suo inizio come procuratore distrettuale nella contea di Alameda, fino all’elezione a procuratore distrettuale di San Francisco e poi a procuratore generale della California, emerge un percorso segnato dalla lotta contro il crimine organizzato, le frodi bancarie e le ingiustizie sociali.

Harris ripercorre le sue battaglie in Senato per i diritti civili, per una riforma del sistema sanitario (l’Affordable Care Act) e per l’uguaglianza matrimoniale. Come vicepresidente, ha guidato iniziative cruciali per contrastare la povertà infantile, la violenza armata, il cambiamento climatico e per difendere i diritti riproduttivi. Questo contesto è fondamentale per comprendere la visione politica e i valori che hanno guidato la sua candidatura.

Oltre la Sconfitta: Uno Sguardo al Futuro

Con la pubblicazione di “107 Giorni”, Kamala Harris non si limita a ripercorrere il passato, ma riprende in mano la propria narrazione, proponendo una lettura che è al contempo politica e profondamente umana. È un tentativo di dare un senso a una sconfitta bruciante e di condividere le lezioni apprese. Sebbene abbia annunciato che non si candiderà a governatrice della California nel 2026, molti analisti vedono in questo libro e nel successivo tour di presentazione un modo per mantenersi rilevante nel dibattito politico, forse in vista di una futura corsa alla Casa Bianca nel 2028. Il libro, quindi, non è solo un post-mortem politico, ma un messaggio di resilienza e la riaffermazione di un impegno che, come lei stessa ha dichiarato, “a volte richiede tempo”.

Questo memoir rappresenta una lettura essenziale per chiunque desideri comprendere le complesse dinamiche della democrazia americana contemporanea, le sfide della leadership al più alto livello e cosa accade quando la storia bussa alla porta e non c’è un minuto da perdere.

Di euterpe

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