Un ritorno a casa, un cerchio che si chiude nel segno della musica e della sua instancabile divulgazione. A cinque anni dalla sua prematura scomparsa, Ezio Bosso torna simbolicamente su Rai3, il canale che lo vide protagonista con i suoi programmi “Che Storia è la Musica!”, capaci di incantare il pubblico e di avvicinare la classica a una platea vastissima. Questa volta, il suo nome è legato a un’iniziativa che ne incarna pienamente lo spirito: il Premio alla Divulgazione Musicale Ezio Bosso, la cui cerimonia di premiazione si terrà il 15 dicembre nella storica Sala A di Via Asiago a Roma, per poi essere trasmessa in differita su Rai3, Rai Radio 2 e RaiPlay.

Un evento che, come sottolinea con emozione il nipote del maestro, Tommaso Bosso, rappresenta una “vittoria postuma”. “È il coronamento delle sue storiche battaglie a favore di questo repertorio”, ha dichiarato Tommaso, oggi Presidente dell’Associazione Ezio Bosso. “Nel suo nome, le associazioni italiane che fanno musica da camera e sinfonica tornano protagoniste nella TV generalista, che di solito dà voce solo all’opera lirica. Averlo ottenuto a cinque anni dalla morte è per noi una grande soddisfazione”.

Un successo che parte dal basso: 144 progetti per la “musica libera”

La prima edizione del Premio, promosso dall’Associazione Ezio Bosso in collaborazione con la Regione Puglia e Puglia Culture, ha riscosso un successo straordinario, testimoniando il bisogno diffuso di cultura musicale nel Paese. Sono stati ben 144 i progetti presentati da istituzioni e associazioni provenienti da 63 province diverse, un vero e proprio spaccato dell’Italia che investe in creatività e formazione. A questo si aggiunge la partecipazione popolare, con quasi 3.000 voti certificati che hanno decretato il Premio del Pubblico, uno dei quattro riconoscimenti assegnati per un montepremi complessivo di 22.000 euro.

Il Comitato Scientifico, presieduto da una figura di spicco come Michele dall’Ongaro, compositore e già Presidente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, ha avuto il compito di selezionare i vincitori, che rimarranno segreti fino alla serata del 15 dicembre. Una cerimonia-spettacolo condotta dalla giornalista Francesca Parisella, che vedrà la partecipazione di amici e collaboratori di Bosso, i quali eseguiranno le sue musiche, accompagnati da video anche inediti che ne ripercorreranno la carriera e la vita.

L’eredità di un visionario: la musica come strumento di libertà

L’impegno della Regione Puglia, come evidenziato dal presidente uscente Michele Emiliano, è quello di portare avanti la visione di Bosso, un “talento indiscusso” nel campo della divulgazione. “Ci auguriamo che i vincitori possano riuscire nel compito di avvicinare il maggior numero di persone alla musica, specialmente le più giovani, perché un’educazione alla musica è sempre un’educazione alla libertà“, ha affermato Emiliano.

Un concetto, quello della “musica libera”, caro allo stesso Bosso, che vedeva nell’arte dei suoni uno strumento di crescita sociale, di dialogo e di superamento dei limiti personali. Una visione rivoluzionaria che, come osserva Paolo Ponzio, presidente di Puglia Culture, ha sempre portato “un forte messaggio di speranza”. Ed è proprio questa eredità che il premio intende celebrare e rinnovare, sostenendo chi lavora per rendere la musica accessibile a tutti, in linea con i principi di democrazia e inclusività che hanno sempre guidato il maestro.

Anche la Rai, attraverso le parole di Marco Caputo, direttore di Rai Radio, ha voluto sottolineare la perfetta sintonia tra i valori di Bosso e la missione del Servizio Pubblico. “Ascolto, empatia sono stati i valori guida del musicista ed incarnano perfettamente una visione del Servizio Pubblico che deve rivolgersi a tutti, popolare e non banale, accessibile e non elitaria“, ha commentato Caputo.

Una serata per ricordare e guardare al futuro

La cerimonia del 15 dicembre non sarà solo un momento di celebrazione, ma anche un’occasione per riflettere sull’importanza della divulgazione musicale in un Paese dove, ancora oggi, essa fatica a trovare spazio. Sarà un tributo a un artista che ha saputo parlare al cuore della gente, infrangendo le barriere che spesso circondano la musica classica. La scelta di trasmettere l’evento su canali nazionali è un segnale forte, un riconoscimento del valore culturale e sociale di un’operazione che, partendo dall’eredità di un grande maestro, guarda al futuro della musica in Italia.

Come amava dire Ezio Bosso, la musica è una necessità, “una medicina che ha permesso a mio zio di vivere felice, nonostante tutto”, ricorda il nipote Tommaso. E la serata “Grazie Ezio!” sarà proprio questo: un ringraziamento corale a chi ha dedicato la vita a condividere questa medicina preziosa, e un incoraggiamento a tutti coloro che, ogni giorno, ne portano avanti la missione.

Di euterpe

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