Una decisione destinata a ridisegnare il volto della micromobilità urbana e ad accendere un aspro dibattito. Il Comune di Firenze ha ufficializzato, con una delibera di giunta, la sua intenzione di interrompere il servizio di monopattini elettrici in sharing a partire dal 1° aprile 2026. Una scelta che segna la fine di una sperimentazione avviata nel 2020 e che rende il capoluogo toscano la prima grande città italiana a compiere un passo così drastico, seguendo le orme di altre capitali europee come Parigi e Madrid.
La notizia, appresa dagli operatori del settore direttamente dalla stampa, ha generato “sorpresa e delusione”, come dichiarato in una nota ufficiale da Bit Mobility, una delle principali aziende attive in città. La società lamenta una totale assenza di “interlocuzione preventiva”, nonostante gli ultimi incontri con l’amministrazione, avvenuti a inizio estate, fossero ancora focalizzati sulla definizione di un nuovo bando per il servizio. Questo modo di procedere ha lasciato interdetti gli operatori, che ora, insieme all’associazione di categoria Assosharing, stanno seriamente valutando la possibilità di un ricorso per vie legali. L’obiettivo è verificare la correttezza della procedura, la legittimità del provvedimento e l’eventuale disparità di trattamento nella gestione del servizio pubblico.
Le motivazioni del Comune: sicurezza e nuovo Codice della Strada
Dal canto suo, Palazzo Vecchio motiva la decisione appellandosi a due fattori principali: le recenti modifiche al Codice della Strada e le crescenti criticità legate alla sicurezza. Le nuove normative nazionali, approvate a novembre 2024, hanno introdotto regole più stringenti per i monopattini, tra cui l’obbligo di casco per tutti, targa e assicurazione di responsabilità civile. Secondo l’amministrazione fiorentina, queste norme, in particolare l’obbligo del casco, sono di difficile applicazione e controllo per i servizi di sharing a flusso libero, che non prevedono stazioni fisse per il ritiro e la consegna dei mezzi. “Si viene a creare una situazione di potenziale violazione sistematica del codice della strada, non accettabile per la sicurezza urbana e per quella stradale”, ha spiegato il Comune.
La sindaca Sara Funaro ha ribadito che la sicurezza stradale è una “priorità” per l’amministrazione. A queste considerazioni si aggiungono i problemi legati all’uso scorretto dei mezzi: sosta selvaggia, circolazione in contromano o sui marciapiedi e l’abitudine di viaggiare in due persone sullo stesso veicolo sono fenomeni che hanno contribuito a orientare la scelta del Comune.
La reazione degli operatori: “Scelta unilaterale e disparità di trattamento”
La replica degli operatori non si è fatta attendere ed è stata durissima. Bit Mobility e Bird, supportate da Assosharing, contestano non solo il metodo, ma anche il merito della decisione. Il punto più controverso, secondo le aziende, è il contestuale e annunciato potenziamento del servizio di bike sharing gestito da RideMovi, con l’introduzione di nuovi modelli. “È un segnale evidente che la decisione era stata presa da tempo e che solo un operatore era stato informato in anticipo”, accusa Bit Mobility, sollevando “interrogativi non solo sul piano commerciale, ma sul rispetto della concorrenza e della correttezza amministrativa”.
Le aziende sottolineano una presunta disparità di trattamento: mentre il gestore del bike sharing avrebbe ricevuto risorse dal Comune e finanziamenti regionali, gli operatori dei monopattini non hanno goduto di alcun sostegno pubblico. La richiesta è chiara: se Firenze intende potenziare le biciclette, perché non aprire una procedura di gara “trasparente e competitiva”? La chiusura del servizio, avvertono, priverà migliaia di cittadini di un’alternativa di mobilità sostenibile, con il rischio di un aumento del traffico e delle emissioni. Inoltre, si paventa un impatto occupazionale, con circa un centinaio di posti di lavoro a rischio.
Il futuro della micromobilità a Firenze: più bici, meno monopattini
Mentre il futuro dei monopattini in sharing sembra segnato, quello del bike sharing a Firenze appare più roseo. L’amministrazione ha confermato di voler puntare con decisione su questo servizio, forte dei buoni risultati registrati: nel 2024 i noleggi hanno superato quota 1,5 milioni, con un incremento del 18% nei primi mesi del 2025 rispetto all’anno precedente. Si prevede un aumento del numero di biciclette in circolazione e un rinnovamento della flotta.
Tuttavia, il Comune non chiude completamente la porta a un futuro ritorno dei monopattini. La delibera lascia aperta la possibilità di “valutare nuove forme di sharing più controllate”, qualora un quadro normativo più definito e nuove soluzioni tecnologiche consentano di garantire il pieno rispetto delle regole, a partire dall’uso del casco. Una prospettiva che, al momento, non placa le preoccupazioni e la rabbia degli operatori, pronti a dare battaglia per difendere un servizio che, in cinque anni, era diventato parte integrante del sistema di mobilità fiorentino.
