La Paz – In una decisione definita “storica” e di rottura con il passato, il governo della Bolivia ha ufficialmente annunciato l’eliminazione dell’obbligo di visto d’ingresso per i cittadini provenienti da sette Paesi: Stati Uniti, Israele, Corea del Sud, Sudafrica, Lettonia, Estonia e Romania. La misura, presentata in una conferenza stampa a La Paz dal Ministro degli Esteri Fernando Aramayo, accompagnato dal Presidente Rodrigo Paz e dalla Ministra del Turismo Sostenibile Cinthya Yañez, segna un cambio di rotta radicale rispetto alle politiche restrittive precedenti, con l’obiettivo primario di catalizzare la crescita del settore turistico e, di conseguenza, dell’intera economia nazionale.

Una “Scelta Ideologica” Superata per Rilanciare l’Economia

Il Ministro Aramayo ha sottolineato come la precedente imposizione dei visti, in vigore dal 2008 sotto l’amministrazione di Evo Morales, fosse una misura “ideologica e antieconomica” che ha arrecato un “danno al paese”, scoraggiando l’arrivo di visitatori stranieri e impattando negativamente sulle imprese locali. Questa nuova politica, ha spiegato, è solo un “primo passo” di una strategia più ampia che mira a trattare il turismo come un tema trasversale e prioritario per la pubblica amministrazione. L’esecutivo boliviano stima che l’allentamento dei requisiti migratori possa generare entrate non inferiori a 320 milioni di dollari tra il 2026 e il 2029, fornendo una boccata d’ossigeno vitale all’economia.

Il Presidente Rodrigo Paz ha rincarato la dose, affermando che l’obbligo di visto è costato alla Bolivia oltre 80 milioni di dollari di mancate entrate e si è rivelato “un pregiudizio” anziché un beneficio. Ha inoltre evidenziato il divario crescente con nazioni vicine come il Perù. Nel 1994, i due paesi registravano flussi turistici simili (circa 340.000 visitatori per la Bolivia e 390.000 per il Perù). Tuttavia, nel 2024, la Bolivia ha accolto meno di un milione di turisti, a fronte dei 3,5 milioni del Perù, a dimostrazione di un potenziale non sfruttato.

Il Turismo come Motore di Sviluppo Sostenibile

La nuova Ministra del Turismo Sostenibile, Cinthya Yañez, una figura con una consolidata esperienza sia nel settore pubblico che in quello privato, ha ribadito l’enorme potenziale del turismo boliviano. Già viceministra del Turismo nel 2003, Yañez si pone l’obiettivo di promuovere politiche sostenibili e inclusive, valorizzando il patrimonio culturale e naturale unico del paese e favorendo lo sviluppo locale. “Il turismo è un motore economico che può trasformare intere regioni quando esiste articolazione e visione di paese“, ha dichiarato dopo la sua nomina.

La Bolivia, infatti, vanta un’offerta turistica di eccezionale valore, che include:

  • Il Salar de Uyuni, il deserto di sale più grande del mondo.
  • Il Lago Titicaca, il lago navigabile più alto del mondo.
  • Una straordinaria biodiversità, che la colloca tra i primi paesi al mondo per varietà di farfalle, uccelli e rettili.
  • Un ricco patrimonio culturale, con 36 nazioni indigene e tradizioni ancestrali preservate.
  • Siti archeologici di fama mondiale come Tiwanaku e le rovine di Samaipata, patrimonio UNESCO.

Una Nuova Visione per la Politica Estera

La rimozione dei visti si inserisce in una più ampia strategia di riposizionamento internazionale del governo guidato dal Presidente Paz, che mira a superare l’isolamento ideologico delle precedenti amministrazioni. Il Ministro degli Esteri, Fernando Aramayo, un economista con una vasta esperienza in programmi di sviluppo internazionale, ha parlato della necessità di una “profonda ristrutturazione” della politica estera boliviana, orientata a modernizzare la gestione diplomatica e a creare legami solidi con i mercati globali. “Dobbiamo iniziare a pensare dalla geoeconomia e alla diplomazia digitale“, ha affermato Aramayo, annunciando l’intenzione di trasformare le delegazioni diplomatiche in veri e propri avamposti commerciali.

Questa apertura, simboleggiata dallo slogan “Bolivia al mondo, il mondo per la Bolivia“, si è già tradotta in un riavvicinamento con partner strategici come Stati Uniti, Giappone e Germania, con cui le relazioni si erano raffreddate negli ultimi anni. L’obiettivo finale è proiettare un’immagine di un paese aperto, sicuro e pronto a cooperare sulla scena internazionale, attirando non solo turisti ma anche investitori e partner per lo sviluppo.

Implicazioni e Prospettive Future

La decisione di eliminare i visti è stata accolta con favore dagli operatori del settore turistico, che vedono in essa un’opportunità senza precedenti per la ripresa e la crescita. Si prevede che la misura avrà un impatto positivo non solo sulle grandi catene alberghiere e le compagnie aeree, ma anche e soprattutto sulle piccole imprese locali, le comunità indigene che gestiscono progetti di ecoturismo e l’intera filiera dell’ospitalità.

Il governo ha inoltre annunciato di essere al lavoro per ottenere, a medio termine, l’esenzione dal visto Schengen per i cittadini boliviani, un traguardo che aprirebbe ulteriori porte alla mobilità e agli scambi con l’Europa. Questa mossa, unita al lancio di iniziative come il programma “Marca País 2026”, dimostra una chiara volontà politica di fare del turismo un pilastro fondamentale della ricostruzione economica e dello sviluppo sostenibile della Bolivia per gli anni a venire.

Di atlante

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