La Difesa del Pentagono
In un clima di crescente tensione e polemiche, il Pentagono ha difeso fermamente la legalità delle sue operazioni antidroga nelle acque dei Caraibi. La portavoce Kingsley Wilson, durante un briefing con la stampa, ha dichiarato che le azioni militari intraprese sono “in linea con le leggi internazionali” e conformi al diritto dei conflitti armati. Questa presa di posizione giunge in risposta alle critiche sollevate riguardo a una serie di attacchi cinetici contro imbarcazioni sospettate di essere coinvolte nel traffico di stupefacenti.
Il Segretario alla Difesa, Pete Hegseth, ha rincarato la dose, sostenendo che l’amministrazione sta adottando un approccio “offensivo contro i narco-terroristi” e che ogni azione è stata approvata dai massimi vertici legali, sia civili che militari. Secondo il Pentagono, queste operazioni hanno portato finora a 21 attacchi, con l’uccisione di 82 presunti “narco-terroristi”, azioni che, secondo Wilson, avrebbero potenzialmente “salvato 25.000 vite americane” da overdose.
Il Controverso Attacco del 2 Settembre
Al centro del dibattito vi è un’operazione specifica avvenuta il 2 settembre, che ha visto un attacco a un’imbarcazione venezuelana sospettata di trasportare droga. L’episodio è diventato particolarmente controverso a seguito di notizie, riportate dal Washington Post, secondo cui sarebbe stato sferrato un secondo attacco per eliminare i sopravvissuti del primo. Questa circostanza ha sollevato gravi interrogativi sulla legalità e l’etica dell’operazione, con alcuni senatori democratici che hanno ipotizzato la possibilità di un crimine di guerra.
La portavoce del Pentagono ha affermato che la decisione di colpire nuovamente il vascello è stata presa dall’ammiraglio Frank Bradley, comandante delle Operazioni Speciali USA (U.S. Special Operations Command), definendola “la decisione giusta”. Secondo la Casa Bianca, l’ammiraglio Bradley “ha agito ampiamente nell’ambito della sua autorità e della legge, ordinando l’ingaggio per assicurare che l’imbarcazione fosse distrutta e la minaccia per gli Stati Uniti d’America eliminata”. Lo stesso Segretario Hegseth, pur ammettendo di aver assistito in diretta al primo attacco, ha dichiarato di non essere stato presente durante il secondo e ha scaricato la responsabilità della decisione sull’ammiraglio, sostenendo però la sua scelta.
Le Reazioni e le Indagini del Congresso
La vicenda ha innescato un’ondata di reazioni politiche e un’intensa attività di scrutinio da parte del Congresso. Le commissioni per le Forze Armate del Senato e della Camera hanno annunciato l’apertura di indagini bipartisan per fare luce sulle circostanze dell’attacco del 2 settembre. L’ammiraglio Bradley è stato convocato per riferire in un’audizione a porte chiuse. Le polemiche hanno evidenziato una spaccatura politica, con i Repubblicani che tendono a sostenere l’azione del presidente in base alla sua autorità costituzionale e i Democratici che sollevano dubbi sulla mancanza di autorizzazione da parte del Congresso, in violazione della War Powers Resolution.
A livello internazionale, le operazioni hanno suscitato la condanna di esperti delle Nazioni Unite, i quali hanno definito gli attacchi come “esecuzioni extragiudiziali” che violano il diritto internazionale e il diritto alla vita. Anche il governo venezuelano di Nicolás Maduro ha accusato Washington di utilizzare la lotta al narcotraffico come pretesto per tentare di imporre un “cambio di regime” a Caracas.
Il Contesto Giuridico e Strategico
L’amministrazione statunitense giustifica queste azioni aggressive inquadrandole in una vera e propria “guerra ai narco-terroristi”. La base giuridica citata si fonda su un memorandum segreto del Dipartimento di Giustizia che autorizzerebbe l’uso della forza letale contro imbarcazioni senza bandiera che trasportano cocaina, considerando i cartelli della droga in uno stato di “conflitto armato” con gli alleati degli Stati Uniti nella regione. Tuttavia, numerosi esperti legali contestano questa interpretazione, sottolineando che il manuale di diritto bellico dello stesso Pentagono considera illegale sparare sui naufraghi.
Queste operazioni si inseriscono in una più ampia strategia di pressione sul Venezuela e rappresentano un’escalation significativa nella lotta al narcotraffico, passando da operazioni di interdizione a veri e propri attacchi letali. Il Presidente Trump ha inoltre ventilato la possibilità di estendere questi attacchi anche “a terra”, preannunciando un potenziale ulteriore coinvolgimento militare nella regione.
