Città del Vaticano – In un’importante dichiarazione rilasciata ad alta quota, durante il colloquio con i giornalisti a bordo del volo papale da Istanbul a Beirut, Papa Francesco ha riaffermato con vigore la storica posizione della Santa Sede riguardo al conflitto in Medio Oriente. “La Santa Sede già da diversi anni pubblicamente appoggia la soluzione di due Stati”, ha dichiarato il Pontefice, riferendosi a Israele e Palestina, sottolineando come questa rappresenti “l’unica soluzione al conflitto che continuamente vivono”.
Le parole del Papa giungono in un momento di alta tensione internazionale e riflettono la costante preoccupazione del Vaticano per la pace in Terra Santa. Con lucidità e realismo, Francesco ha però aggiunto un elemento cruciale all’analisi della situazione attuale: “sappiamo tutti che in questo momento Israele ancora non accetta questa soluzione”. Questa precisazione non sminuisce la validità della proposta, ma ne evidenzia la complessa attuabilità nel presente scenario politico.
Il Dialogo con il Presidente Erdoğan
Il Pontefice ha inoltre rivelato dettagli del suo incontro con il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdoğan, avvenuto a Istanbul. I colloqui hanno toccato due dei più gravi focolai di crisi a livello globale: la situazione nella Striscia di Gaza e il conflitto in Ucraina. “Abbiamo parlato delle due situazioni”, ha confermato il Papa, evidenziando il ruolo che la Turchia può svolgere come attore diplomatico. Riguardo alla soluzione dei due Stati, Francesco ha affermato con sicurezza: “Il Presidente Erdoğan è certamente d’accordo con questo”. Questo consenso rafforza l’idea di un fronte diplomatico che, seppur eterogeneo, converge sulla necessità di dare una patria sicura e riconosciuta ad entrambi i popoli.
La Mediazione della Santa Sede
Nel suo intervento, Papa Francesco ha voluto chiarire il ruolo che la Chiesa Cattolica intende svolgere in questo delicato contesto. “Noi siamo anche amici di Israele”, ha tenuto a precisare, “e cerchiamo con le due parti di essere una voce mediatrice che possa aiutare ad avvicinarci ad una soluzione giusta per tutti”. Questa posizione di equidistanza e amicizia verso entrambe le parti è fondamentale per la diplomazia vaticana, che da decenni si impegna per il dialogo interreligioso e la risoluzione pacifica dei conflitti. La Santa Sede, infatti, ha formalmente riconosciuto lo Stato di Israele nel 1993 e lo Stato di Palestina nel 2015, ponendosi come interlocutore credibile per entrambi.
La Posizione Storica del Vaticano
La difesa della soluzione “due Stati per due popoli” non è una novità per la Santa Sede, ma una linea diplomatica consolidata nel tempo. Già in passato, e con rinnovata insistenza negli ultimi anni, il Vaticano ha ribadito che questa è l’unica via praticabile per garantire i diritti e le legittime aspirazioni di entrambi i popoli. L’arcivescovo Gabriele Caccia, Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, ha recentemente dichiarato che tale soluzione, basata su confini sicuri e internazionalmente riconosciuti, è “l’unica via praticabile ed equa verso una pace giusta e duratura”. A questo si aggiunge la particolare attenzione per lo status di Gerusalemme, città sacra per ebrei, cristiani e musulmani, per la quale la Santa Sede auspica uno “statuto speciale garantito a livello internazionale” che ne preservi l’identità unica e universale.
Un Appello Contro la Guerra
Le dichiarazioni del Papa si inseriscono in un più ampio e costante appello contro la guerra, definita più volte “sempre una sconfitta”. Francesco non ha mancato di denunciare il cinismo che si cela dietro i conflitti, affermando che “quelli che guadagnano di più sono i fabbricatori delle armi”. Un monito severo contro l’industria bellica e un richiamo alla responsabilità della comunità internazionale per costruire percorsi di pace concreti, non solo in Medio Oriente ma anche nella “martoriata Ucraina” e in altre regioni del mondo afflitte dalla violenza.
Il viaggio apostolico, che prosegue ora in Libano, si conferma dunque non solo come un evento di natura pastorale, ma anche come una potente missione diplomatica. Le parole di Papa Francesco, pronunciate con la consueta franchezza, delineano una visione chiara: la pace non è un’utopia, ma un obiettivo da perseguire con tenacia attraverso il dialogo, il negoziato e il coraggio di soluzioni politiche giuste ed eque, come quella dei due Stati per Israele e Palestina.
