Mosca – In una giornata carica di attese diplomatiche, il Cremlino ha tracciato con chiarezza la sua rotta per una possibile risoluzione del conflitto in Ucraina. La Russia è pronta a negoziare, ma a condizioni precise: ottenere una pace che risolva in maniera definitiva e duratura i “problemi di sicurezza” di Mosca, proiettandoli “per molte generazioni future”. A scandire queste parole è stato il portavoce del presidente russo, Dmitry Peskov, in un momento di altissima tensione e di febbrile attività diplomatica, con l’arrivo a Mosca dell’inviato speciale del presidente americano Donald Trump, Steve Witkoff, per un atteso colloquio con Vladimir Putin.
Le dichiarazioni di Peskov, rilasciate ai media indiani a pochi giorni dalla visita ufficiale di Putin a Nuova Delhi, non lasciano spazio a interpretazioni ambigue. “Apprezziamo molto gli sforzi di pace del presidente Trump e della sua amministrazione”, ha affermato, citato dall’agenzia Ria Novosti, per poi aggiungere: “La Russia rimane aperta ai negoziati di pace. Ma attraverso negoziati di pace, con l’aiuto di negoziati di pace, dobbiamo raggiungere i nostri obiettivi. Dobbiamo raggiungere i nostri obiettivi e dobbiamo eliminare le cause iniziali dell’operazione militare che abbiamo iniziato”.
Il Vertice a Mosca: un dialogo complesso
L’incontro al Cremlino tra Putin e la delegazione statunitense, composta da Witkoff e da Jared Kushner, genero di Trump, si è protratto per quasi cinque ore, segno della complessità e della delicatezza dei temi sul tavolo. Secondo quanto riferito dal consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov, la conversazione è stata “costruttiva, molto utile e sostanziosa”, e ha permesso di discutere “diverse opzioni per un piano per la soluzione della questione ucraina”. Tuttavia, Ushakov ha anche precisato che al momento “non esiste una versione di compromesso del piano di pace”, poiché alcune proposte americane sono accettabili per la Russia, mentre altre no.
Uno dei nodi cruciali della discussione riguarda la questione dei territori. Ushakov ha confermato che l’argomento è stato affrontato, ma non è stato raggiunto alcun accordo. “Finora non abbiamo trovato nessun compromesso ma alcune proposte americane possono essere discusse”, ha sottolineato, aggiungendo che “c’è ancora molto lavoro da fare, sia a Mosca che a Washington”. Le trattative, quindi, sono destinate a continuare.
La posizione russa e le accuse all’Europa
Mentre si apre un canale di dialogo diretto con Washington, il Cremlino non risparmia critiche all’Europa. Poco prima dell’incontro con la delegazione USA, lo stesso Putin ha accusato i governi europei di sabotare i negoziati, definendo le loro richieste “inaccettabili per la Russia”. “Se l’Europa vuole combattere la guerra, siamo pronti adesso”, ha dichiarato il presidente russo, rincarando la dose e accusando l’Occidente europeo di non aver rinunciato al sogno di “infliggere una sconfitta strategica alla Russia”. Queste parole evidenziano una profonda sfiducia verso Bruxelles e i principali attori europei, visti come un ostacolo al piano di pace promosso dall’amministrazione Trump.
Gli obiettivi di Mosca, come ribadito da Peskov, non sono meramente territoriali. La Russia insiste sulla necessità che l’Ucraina rinunci a qualsiasi alleanza militare, in particolare all’ingresso nella NATO, poiché la presenza di basi e truppe straniere ai suoi confini viene percepita come una minaccia esistenziale.
Il contesto internazionale: la visita di Putin in India
Le dichiarazioni di Peskov assumono un rilievo ancora maggiore se inserite nel contesto della imminente visita di Vladimir Putin a Nuova Delhi, prevista per il 4 e 5 dicembre. Questo viaggio mira a rinsaldare l’asse strategico con l’India, un partner di lunga data, in un momento di forti pressioni internazionali. Sul tavolo dell’incontro con il primo ministro Narendra Modi ci saranno dossier cruciali come la difesa, con l’India interessata all’acquisto di ulteriori sistemi missilistici S-400 e caccia Su-57, e l’energia, con Mosca pronta a offrire sconti sul petrolio per incrementare gli scambi commerciali.
L’India, pur mantenendo una posizione di “autonomia strategica” e diversificando i suoi fornitori militari, considera la Russia un “amico” storico. La guerra in Ucraina sarà un punto centrale dei colloqui, con Nuova Delhi che continua a proporsi come mediatore per una soluzione pacifica. Questo incontro a tre, tra Mosca, Washington e Nuova Delhi, delinea un quadro geopolitico in rapida evoluzione, dove la ricerca di una “pace sostenibile” si intreccia con interessi strategici ed economici di portata globale.
