Il consiglio di amministrazione di Monte dei Paschi di Siena è stato convocato per venerdì 5 dicembre in una riunione che si preannuncia di fondamentale importanza. Al centro dell’attenzione ci sarà l’aggiornamento sull’inchiesta avviata dalla Procura di Milano riguardante la recente scalata a Mediobanca, un’operazione finanziaria che ha ridisegnato gli equilibri del settore bancario e assicurativo italiano. La vicenda assume contorni particolarmente delicati poiché vede indagato l’amministratore delegato della banca senese, Luigi Lovaglio.
Le ipotesi di reato e i protagonisti dell’inchiesta
L’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Roberto Pellicano e dai pm Luca Gaglio e Giovanni Polizzi, ipotizza i reati di aggiotaggio (manipolazione del mercato) e ostacolo alle autorità di vigilanza. Oltre a Lovaglio, nel registro degli indagati figurano nomi di primo piano della finanza italiana: l’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone e Francesco Milleri, presidente di Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio. Anche le società riconducibili a Caltagirone e Delfin sono indagate in base alla normativa sulla responsabilità amministrativa degli enti.
Secondo l’impianto accusatorio, i tre avrebbero agito “di concerto”, ovvero attraverso un accordo segreto, per portare a termine l’Offerta Pubblica di Scambio (OPS) lanciata da Mps su Mediobanca, omettendo di comunicare tale intesa alla Consob e alla Banca Centrale Europea, come previsto dalla legge. La Procura sospetta che nell’offerta presentata da Mps fosse contenuta una “falsa dichiarazione” che negava l’azione di concerto con altri soggetti, rendendo così poco trasparente l’effettiva struttura di controllo della nuova Mediobanca post-acquisizione.
Il ruolo di Lovaglio e le ripercussioni per Mps
Nella ricostruzione degli inquirenti, Luigi Lovaglio avrebbe agito come “concorrente esterno” o “facilitatore” dell’operazione. Non sarebbe stato il regista del presunto patto occulto, ma avrebbe fornito un contributo determinante al successo del piano, forte della sua posizione apicale in Mps. È importante sottolineare che, secondo le fonti investigative, l’operazione non sarebbe stata condotta nell’interesse di Mps, motivo per cui la banca senese non risulta indagata come persona giuridica.
Nonostante ciò, le ripercussioni per l’istituto di Rocca Salimbeni sono state immediate e significative. La notizia dell’inchiesta ha provocato un crollo del titolo in Borsa, con una perdita di capitalizzazione che ha superato i 3 miliardi di euro in pochi giorni. La riunione del Cda di venerdì sarà quindi cruciale: Lovaglio dovrà illustrare ai consiglieri la propria posizione, anche alla luce delle intercettazioni telefoniche emerse nel decreto di perquisizione. Il board dovrà inoltre avviare le verifiche formali sui requisiti di onorabilità e idoneità dell’amministratore delegato, che, va precisato, verrebbero meno solo in caso di una condanna definitiva.
Il contesto: la scalata a Mediobanca e il nodo Generali
L’operazione che ha portato Mps a conquistare il controllo di Mediobanca si inserisce in un più ampio risiko finanziario che ha come obiettivo finale il controllo di Assicurazioni Generali, di cui Mediobanca è storicamente un’azionista di peso. L’inchiesta della Procura di Milano punta a fare luce proprio su una presunta strategia coordinata per rafforzare il controllo sulla compagnia triestina. Un passaggio chiave, secondo gli inquirenti, sarebbe stata la dismissione del 15% di Mps da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) nel novembre 2024, attraverso una procedura di Accelerated Bookbuilding (ABB) che ha visto come acquirenti proprio Delfin e il gruppo Caltagirone, oltre a Banco Bpm e Anima. Sebbene fonti giudiziarie abbiano precisato che il MEF non è oggetto di indagine, l’attenzione su questa fase preliminare all’OPS resta alta.
Le prossime tappe e le incertezze sul futuro
L’esito del consiglio di amministrazione di venerdì è atteso con grande interesse dal mercato. Si prevede che Lovaglio ribadirà la correttezza del proprio operato e la volontà di proseguire con il piano di integrazione con Mediobanca, che non prevede una fusione ma manterrà Piazzetta Cuccia quotata in Borsa. Tuttavia, l’incertezza legata all’indagine giudiziaria rischia di rallentare sia il processo di integrazione sia la definizione del nuovo piano industriale di Mps, che dovrebbe essere presentato alla BCE entro l’inizio di marzo.
L’inchiesta è ancora in una fase iniziale e gli inquirenti stanno analizzando una vasta mole di materiale sequestrato durante le perquisizioni. Il futuro degli assetti di potere nella finanza italiana e il destino di uno dei più antichi e importanti istituti di credito del Paese restano appesi all’evoluzione di una vicenda giudiziaria complessa e dalle molteplici implicazioni.
