L’AQUILA – Sono ore di angoscia e speranza sul massiccio del Gran Sasso, dove da oltre dieci giorni si sono perse le tracce di Karol Brozek, escursionista polacco di 44 anni. Mentre le squadre di soccorso continuano a battere palmo a palmo l’area di Campo Imperatore, la sorella Diana affida ai social network un messaggio carico di tenacia: “Non perdiamo la speranza”. Un appello che si unisce a quello di un amico che sostiene di “percepire ancora l’energia di Karol”, spingendo a non tralasciare alcuna possibilità, nemmeno la più remota, come grotte, rifugi e anfratti dove l’uomo potrebbe aver trovato riparo.

Le Ricerche: Tra Tecnologia e Difficoltà del Territorio

Le operazioni di ricerca, coordinate dalla Prefettura dell’Aquila, vedono un imponente dispiegamento di forze. Uomini del Soccorso Alpino e Speleologico, della Guardia di Finanza, dei Vigili del Fuoco e dei Carabinieri di Assergi stanno lavorando senza sosta, affrontando le avversità di un ambiente montano reso ancora più ostile dalle rigide condizioni climatiche. Le abbondanti nevicate successive alla scomparsa hanno complicato notevolmente le perlustrazioni. In campo sono stati impiegati elicotteri, droni, unità cinofile e persino la sofisticata tecnologia del sonar Recco, un sistema in grado di individuare segnali riflessi da specifici materiali, utilizzato nei sorvoli sul Corno Grande.

Un elemento chiave nelle indagini è il rilevamento trigonometrico delle celle agganciate dal telefono cellulare di Brozek, che ha indirizzato parte delle ricerche verso la Conca degli Invalidi. Si tratta di una zona particolarmente impervia e tristemente nota alle cronache: nel novembre del 2014, proprio nel vicino Vallone dei Ginepri, furono ritrovati i corpi senza vita di due giovani alpini pugliesi, vittime di una caduta. Questo precedente sottolinea l’estrema pericolosità dell’area e le difficoltà operative per le squadre di soccorso.

La Scomparsa e gli Elementi al Vaglio

Karol Brozek, originario di Danzica, era arrivato in Abruzzo per una vacanza a bordo di un camper noleggiato in Polonia, in compagnia dei suoi due cani. L’allarme è scattato quando gli operatori turistici di Campo Imperatore si sono insospettiti per la lunga sosta del veicolo nel piazzale vicino all’ostello. All’interno del camper, forzato dai soccorritori, sono stati rinvenuti i documenti e un telefono cellulare dell’uomo. L’ultimo contatto telefonico con la famiglia risalirebbe al 18 novembre, mentre le telecamere di videosorveglianza lo hanno immortalato il 19 novembre mentre si allontanava a piedi dal camper, seguito dai suoi cani, ma apparentemente privo di un equipaggiamento tecnico adeguato ad affrontare la montagna in condizioni invernali.

La vicenda ha acceso i riflettori anche su alcune criticità infrastrutturali dell’area. Viene segnalata, ad esempio, l’assenza di punti luce nei pressi dell’ostello, che in passato facilitavano l’orientamento degli escursionisti durante le ore notturne. Inoltre, la comunità montana torna a discutere della necessità di un presidio stabile a Campo Imperatore, con personale dedicato (carabinieri o forestali) e una struttura sempre aperta, che potrebbe rivelarsi decisiva nelle prime, cruciali ore di un’emergenza. Anche la questione della viabilità è centrale: con la funivia non in funzione, mantenere la strada di accesso percorribile è fondamentale per garantire la rapidità degli interventi in quota. Intanto, si valuta anche il recupero del camper, ancora parcheggiato sul piazzale.

La Speranza della Famiglia e il Ricorso a un Medium

In Polonia, la famiglia di Karol vive ore di trepidante attesa. La sorella gemella Diana, oltre a lanciare continui appelli sui social, in un gesto di disperazione si è rivolta anche a Krzysztof Jackowski, un noto medium polacco. Il sensitivo, dopo aver ricevuto foto e indicazioni, ha suggerito di controllare due punti specifici sulla mappa del massiccio, aree peraltro già battute dai soccorritori, inclusa la Conca degli Invalidi. Questo dettaglio, pur non aggiungendo elementi concreti alle ricerche ufficiali, testimonia la profonda angoscia di una famiglia disposta a tutto pur di ritrovare il proprio caro. “Karol ha dovuto uscire dal sentiero perché uno dei cani era caduto nel vuoto”, scrive la sorella sui social, ipotizzando uno scenario e aggrappandosi a ogni filo di speranza.

Di veritas

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