Mosca – Si è tenuto al Cremlino un importante e lungo colloquio, durato quasi cinque ore, tra il presidente russo Vladimir Putin, l’inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff e Jared Kushner, genero ed ex consigliere dell’ex presidente Donald Trump. L’incontro, al centro dell’attenzione della diplomazia internazionale, aveva come obiettivo primario la discussione del piano di pace per porre fine al conflitto in Ucraina, che dura ormai da quasi quattro anni. A definire “produttivi” i colloqui è stato Kirill Dmitriev, consigliere di Putin per la cooperazione economica e gli investimenti esteri e figura chiave nei negoziati, presente all’incontro insieme al consigliere per la politica estera Yuri Ushakov.
Un dialogo “costruttivo” ma senza accordo sui nodi cruciali
Nonostante il clima definito “costruttivo e sostanziale” da parte russa, non è stato raggiunto un accordo definitivo, in particolare sulla spinosa questione dei territori ucraini attualmente occupati dalle forze di Mosca. Secondo quanto riportato dal consigliere diplomatico del Cremlino, Jurij Ušakov, “alcune proposte statunitensi possono essere discusse”, ma “non è stato raggiunto un accordo di compromesso” sui territori. Ushakov ha sottolineato che “c’è ancora molto lavoro da fare” e che le posizioni non si sono di fatto avvicinate, evidenziando come alcuni punti del piano americano sollevino “perplessità” e critiche da parte russa.
Il piano di pace, originariamente composto da 28 punti e considerato da alcuni analisti molto favorevole a Mosca, è stato recentemente ridotto a 19-20 punti dopo consultazioni tra le delegazioni di Stati Uniti e Ucraina. I nodi più complessi da sciogliere restano la definizione dei confini e le future garanzie di sicurezza per l’Ucraina, inclusa la delicata questione di un’eventuale adesione alla NATO, tema definito “chiave” durante i negoziati.
Il contesto internazionale e le reazioni
L’incontro si è svolto in un clima di alta tensione internazionale. Poche ore prima dei colloqui, Putin aveva accusato i Paesi europei di “ostacolare” gli sforzi di pace di Washington, arrivando a dichiarare: “Non vogliamo fare la guerra all’Europa, ma se l’Europa vuole farla a noi, siamo pronti anche subito”. Da parte sua, l’ex presidente Trump ha definito la situazione in Ucraina “un disastro”, sottolineando la complessità del raggiungere una soluzione.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in attesa di segnali concreti dall’incontro, ha dichiarato che gli inviati americani sarebbero “benvenuti” a Kiev per riferire sull’esito dei colloqui. Si prevede infatti che Witkoff e Kushner possano incontrare una delegazione ucraina in un Paese europeo nei prossimi giorni per aggiornarla sui negoziati con Putin.
I protagonisti e il ruolo della “diplomazia parallela”
La presenza di figure come Steve Witkoff, imprenditore immobiliare con un passato da avvocato e ora inviato speciale per le missioni di pace, e Jared Kushner, anch’egli con un forte background nel settore immobiliare e negli investimenti, sottolinea un approccio diplomatico che intreccia strettamente politica ed economia. Witkoff, in particolare, ha instaurato da mesi uno stretto rapporto con Kirill Dmitriev, con il quale aveva già discusso le proposte di pace a Miami. Questo canale di “diplomazia non ortodossa” è visto da alcuni analisti come un tentativo di trovare soluzioni pragmatiche laddove i canali ufficiali sembrano bloccati.
Le discussioni, infatti, non si sono limitate agli aspetti territoriali e di sicurezza, ma hanno toccato anche le “prospettive di cooperazione economica tra Russia e Usa”. Secondo alcune indiscrezioni, parte del piano prevedrebbe un ruolo di primo piano per le aziende americane nella ricostruzione dell’Ucraina e nello sfruttamento di risorse, utilizzando parte degli asset russi congelati.
Prossimi passi e incertezze
Al termine dell’incontro, Witkoff e Kushner si sono recati all’ambasciata statunitense per riferire alla Casa Bianca. Il dialogo tra Russia e Stati Uniti proseguirà, come confermato da Ushakov, ma la strada per un accordo di pace appare ancora lunga e complessa. Mentre la diplomazia lavora, sul campo le forze russe hanno accelerato la loro avanzata, rendendo il contesto negoziale ancora più delicato e urgente. Resta da vedere se i prossimi incontri, in particolare quello con la delegazione ucraina, riusciranno a sbloccare l’impasse e a tracciare un percorso concreto verso la pace.
