Orotelli (Nuoro) – Le voci potenti di due donne risuonano nel panorama letterario italiano, insignite del prestigioso Premio letterario nazionale Salvatore Cambosu. La sesta edizione del concorso biennale, che celebra la memoria e l’eredità intellettuale dello scrittore e giornalista sardo, ha visto trionfare Maria Laura Berlinguer per la sezione Narrativa con il suo romanzo d’esordio “La cena delle anime” (Harper Collins) e Giulia Galeotti per la sezione Giornalismo con l’inchiesta “L’impossibile diventa possibile. La nuova vita degli ex manicomi italiani” (Castelvecchi). La cerimonia di premiazione si è tenuta sabato 29 novembre nella sala del Centro Polivalente Franco Pintus di Orotelli, cuore pulsante della manifestazione e paese natale di Cambosu.
L’evento, organizzato con cura dalla Fondazione Salvatore Cambosu, ha riunito personalità del mondo culturale e istituzionale, tra cui i giurati, i rappresentanti della Fondazione guidata dal presidente Piero Marteddu, il sindaco di Orotelli Toni Bosu e l’Assessora regionale della Pubblica Istruzione e Beni culturali, Ilaria Portas. Un’occasione solenne che, come ha sottolineato Marteddu, coincide con le celebrazioni per i 130 anni dalla nascita del grande intellettuale, figura di spicco del neorealismo letterario sardo.
Una giuria d’eccellenza per opere di alta qualità
La scelta delle vincitrici è stata il risultato di un lavoro attento e impegnativo da parte della giuria, presieduta per la sesta volta dalla critica letteraria Neria De Giovanni e composta da figure accademiche e giornalistiche di primo piano: Duilio Caocci, Simona De Francisci, Tiziana Grassi e Paolo Mastino. La presidente De Giovanni ha evidenziato l’elevata qualità delle opere pervenute, che ha reso complessa la selezione sin dalla definizione delle terne finaliste. “Il Premio Cambosu segue le orme dello scrittore cui è intitolato, perciò ha una caratura nazionale ma con forte radicamento anche in Sardegna”, ha dichiarato, sottolineando la duplice anima del premio, capace di attrarre autori da tutta Italia pur mantenendo un solido legame con le sue radici.
Le terne dei finalisti vedevano in lizza nomi importanti del panorama editoriale italiano. Per la Narrativa, accanto a Berlinguer, erano giunti in finale Sara Gambazza con “Quando i fiori avranno tempo per me” (Longanesi) e Gesuino Nemus con “La donna che uccideva le fate” (Elliot). Per il Giornalismo, a contendersi il premio con Galeotti erano Chiara Piaggio con “L’Africa non è così” (Einaudi) e il duo Giampaolo Cassitta e Pier Luigi Piredda con “Aria mossa” (Il Maestrale).
Le vincitrici: tra radici sarde e impegno civile
La vittoria è andata a due opere profondamente diverse ma accomunate da una straordinaria forza narrativa e da un alto valore contenutistico.
- Maria Laura Berlinguer, al suo esordio letterario, ha conquistato la giuria con “La cena delle anime”. Il romanzo è una saga familiare che affonda le radici nella Sardegna più autentica e misteriosa, esplorando il legame tra generazioni di donne, tra tradizione e modernità. Un’opera che, come suggerisce il titolo, evoca l’antica usanza sarda di apparecchiare la tavola per i defunti nella notte tra il 1° e il 2 novembre, un gesto simbolico che diventa metafora del legame indissolubile con il passato e con la propria identità. La stessa autrice, in un’intervista, ha definito questo atto come un modo per restituire “dignità alla memoria” e rendere “la morte meno lontana, meno crudele”.
- Giulia Galeotti, giornalista de L’Osservatore Romano e responsabile delle pagine culturali, ha vinto con un’opera di grande impatto sociale. “L’impossibile diventa possibile” è un’inchiesta che getta luce sulla trasformazione degli ex manicomi italiani dopo la legge Basaglia. Il libro racconta come questi luoghi, un tempo simbolo di sofferenza e isolamento, siano stati riconvertiti in spazi di cittadinanza, creatività e innovazione, diventando centri culturali, orti comunitari e laboratori. Un viaggio che dimostra la capacità di trasformare le ferite collettive in opportunità di rinascita e riflessione.
Un premio speciale per il cinema e l’impegno della Fondazione
Oltre ai riconoscimenti letterari, la Fondazione Cambosu ha assegnato, come da tradizione, un premio speciale a una personalità distintasi per meriti artistici. Per l’edizione 2025, il prestigioso riconoscimento è andato al regista Salvatore Mereu, uno dei più importanti esponenti del cinema sardo a livello nazionale e internazionale. Questa scelta conferma la volontà del premio di abbracciare la cultura in tutte le sue forme, creando un dialogo fecondo tra le diverse arti.
Il Premio Cambosu si conferma così non solo un omaggio a un intellettuale fondamentale del Novecento sardo, ma anche un evento culturale vivo e dinamico. La Fondazione, istituita nel 2007, lavora costantemente per promuovere l’opera dello scrittore di Orotelli, autore di capolavori come “Miele amaro”, attraverso iniziative che coinvolgono il territorio, come la recente escursione letteraria organizzata con il CAI di Nuoro e il progetto della Casa Museo multimediale dedicata a Cambosu. Un impegno che, grazie al sostegno della Regione Sardegna, della Fondazione di Sardegna e del Comune di Orotelli, contribuisce a mantenere viva una fiamma culturale che dalla Sardegna illumina l’intero Paese.
