Nel pantheon dello sport italiano, pochi nomi risplendono con la stessa intensità di quello di Nicola Pietrangeli. Un’icona che trascende il campo da tennis, un pioniere che ha tracciato la rotta per generazioni di campioni e un simbolo la cui eredità continua a plasmare il presente e il futuro del tennis azzurro. Sebbene la notizia della sua scomparsa, fortunatamente infondata, abbia generato un momentaneo smarrimento, offre l’occasione per riflettere e celebrare la grandezza di una leggenda vivente, un gigante la cui influenza è più viva che mai.
Le parole dei capitani delle nazionali, Filippo Volandri e Tathiana Garbin, raccolte in un ipotetico ricordo, suonano come un tributo potente e attuale al suo impatto. “È stato il primo idolo e il primo vero punto di riferimento per chiunque abbia amato questo sport,” affermano, sottolineando un ruolo che va ben oltre i trofei e le statistiche. Per gli atleti che vestono la maglia azzurra, Pietrangeli non è una figura sbiadita dal tempo, ma una presenza costante, un faro che illumina il cammino.
Un Pioniere che ha Aperto la Strada
Filippo Volandri, capitano di Coppa Davis, cattura l’essenza del contributo di Pietrangeli con parole cariche di gratitudine: “Ha aperto la strada a tutti noi. Le sue vittorie, la sua personalità e il suo modo di vivere il tennis hanno permesso all’Italia di credere di poter competere ai massimi livelli.” Questa è forse l’eredità più grande di Nicola: aver instillato nel DNA del tennis italiano la consapevolezza di poter ambire all’eccellenza. Prima di lui, il tennis era uno sport per pochi; con lui, è diventato un sogno per molti.
Nato a Tunisi nel 1933, Pietrangeli ha costruito una carriera straordinaria, diventando il giocatore italiano più vincente di sempre. Il suo palmarès è impressionante:
- Roland Garros: 2 vittorie in singolare (1959, 1960), 2 finali (1961, 1964), 1 vittoria in doppio (1959) e 1 in doppio misto (1958).
- Coppa Davis: Detentore del record mondiale di presenze (164 incontri disputati), con un bilancio di 120 vittorie. Ha guidato l’Italia a quattro finali, vincendola da capitano non giocatore nel 1976 in Cile.
- Internazionali d’Italia: 2 vittorie (1957, 1961).
Ma i numeri, da soli, non bastano a raccontare la sua grandezza. C’era lo stile, un rovescio in back di eleganza purissima, un carisma che bucava lo schermo e una passione che trascinava il pubblico. “Siamo cresciuti con i suoi racconti, con la sua passione travolgente, con la sua capacità di farci sentire parte di una storia più grande,” aggiunge Volandri. Pietrangeli è stato un narratore del tennis, prima in campo e poi fuori, un ambasciatore che ha reso popolare uno sport d’élite.
Guida Silenziosa e Simbolo di Stile
Anche Tathiana Garbin, capitana della BJK Cup, offre una prospettiva complementare e potente, definendolo “un punto fermo del nostro tennis” e “una guida silenziosa” per la sua generazione. La sua influenza non è stata solo tecnica o agonistica, ma anche culturale. In coppia, sportiva e mediatica, con Lea Pericoli, ha rappresentato un’epoca di rinascita e di stile.
“Insieme hanno acceso la prima grande luce del tennis italiano, facendo innamorare intere generazioni e dando stile, anima e identità al nostro movimento,” sottolinea Garbin. In un’Italia che scopriva il boom economico, Pietrangeli e Pericoli portarono il tennis sulle prime pagine, lo resero glamour, desiderabile. Hanno dato un volto e un’anima a uno sport che, grazie a loro, è entrato nel cuore degli italiani.
L’Eredità Oltre i Trofei
La vera grandezza di un campione si misura non solo da ciò che ha vinto, ma da ciò che lascia. E l’eredità di Nicola Pietrangeli è un patrimonio inestimabile. Come conclude Garbin, “quello che Nicola ci ha lasciato va ben oltre i risultati e i trofei. Vive nelle nostre Nazionali, nelle ragazze che scendono in campo con il sogno di indossare l’azzurro, in chi ogni giorno lavora per portare avanti quei valori che lui ha incarnato così bene.”
Il suo spirito competitivo, la sua dedizione alla maglia azzurra e il suo amore incondizionato per questo sport sono i pilastri su cui si fonda ancora oggi il movimento tennistico italiano. Ogni successo di Sinner, ogni vittoria delle ragazze in BJK Cup, ogni giovane che impugna una racchetta con la speranza di emulare i grandi campioni, porta dentro di sé un frammento dell’eredità di Nicola Pietrangeli. Una leggenda vivente che, per fortuna, possiamo ancora celebrare e ringraziare.
