L’Honduras ha scritto una nuova, significativa pagina della sua storia politica con le elezioni generali del 28 novembre 2021. In un’atmosfera carica di speranza e desiderio di cambiamento, i cittadini si sono recati in massa alle urne, registrando un’affluenza record vicina al 70%, per eleggere colei che sarebbe diventata la prima presidente donna del Paese: Iris Xiomara Castro Sarmiento. La sua vittoria non ha rappresentato solo una svolta di genere, ma ha anche segnato la fine di un’era dominata per dodici anni dal conservatore Partito Nazionale, un periodo travagliato da scandali di corruzione e da un’ombra ingombrante, quella del narcotraffico, che ha lambito le più alte cariche dello Stato.

Una Svolta Decisiva: La Caduta del Partito Nazionale

Il Partito Nazionale, al potere dal colpo di stato del 2009 che depose Manuel Zelaya, marito di Xiomara Castro, era arrivato alle elezioni indebolito e screditato. La presidenza uscente di Juan Orlando Hernández era stata macchiata da accuse gravissime, culminate successivamente nella sua estradizione e condanna negli Stati Uniti per reati legati al traffico di droga. Questo contesto di profondo malcontento popolare ha creato un terreno fertile per le opposizioni, che hanno saputo intercettare la sete di giustizia e cambiamento della nazione. Il candidato del Partito Nazionale, Nasry “Tito” Asfura, ex sindaco della capitale Tegucigalpa, pur godendo di una certa popolarità locale, non è riuscito a scrollarsi di dosso il pesante fardello politico del suo partito.

La campagna elettorale è stata intensa e polarizzata. Da un lato Asfura, che prometteva continuità e stabilità, dall’altro una galassia di oppositori che chiedevano una rottura netta con il passato. Il risultato finale è stato inequivocabile: Xiomara Castro ha ottenuto una vittoria schiacciante con oltre 1,7 milioni di voti, pari al 51,12% delle preferenze, staccando nettamente Asfura, che si è fermato al 36,93%. Un margine così ampio ha reso impossibile qualsiasi contestazione, e lo stesso Asfura ha riconosciuto la sconfitta in modo tempestivo, un gesto che ha contribuito a rasserenare il clima post-elettorale.

L’Alleanza Strategica che ha Spianato la Strada alla Vittoria

Un elemento cruciale per il successo di Xiomara Castro è stata la costruzione di un’alleanza strategica con altre forze di opposizione. Il passo decisivo è avvenuto nell’ottobre 2021, quando Salvador Nasralla, popolare presentatore televisivo e figura di spicco della politica honduregna, ha ritirato la sua candidatura presidenziale per sostenere Castro, diventandone il candidato alla vicepresidenza. Questa mossa ha unificato gran parte del fronte anti-governativo, convogliando su un unico ticket i voti di chi desiderava un’alternativa al Partito Nazionale.

Nasralla, con il suo partito “Salvador de Honduras” (PSH), aveva già sfiorato la vittoria nelle contestate elezioni del 2017 proprio contro Juan Orlando Hernández. La sua decisione di fare un passo indietro per unire le forze è stata percepita dall’elettorato come un atto di responsabilità politica, fondamentale per sconfiggere un sistema di potere profondamente radicato. L’alleanza ha dimostrato che, nonostante le differenze ideologiche, l’obiettivo comune di porre fine alla “dittatura”, come veniva definito il governo del Partito Nazionale, era prioritario.

Le Sfide del Nuovo Governo

Xiomara Castro ha ereditato un Paese afflitto da problemi strutturali profondi:

  • Povertà e disuguaglianza: Oltre il 73% della popolazione vive in condizioni di povertà, una delle percentuali più alte dell’America Latina.
  • Corruzione e impunità: La sfiducia nelle istituzioni è dilagante, alimentata da anni di scandali che hanno coinvolto politici, giudici e forze dell’ordine.
  • Violenza e migrazione: L’Honduras è uno dei Paesi più violenti al mondo al di fuori delle zone di guerra, una situazione che spinge migliaia di persone a emigrare ogni anno in cerca di sicurezza e opportunità.
  • Economia fragile: L’economia del Paese, basata principalmente sull’agricoltura e sulle rimesse degli emigrati, necessita di riforme strutturali per garantire uno sviluppo sostenibile e inclusivo.

Nel suo discorso di insediamento, Castro ha promesso una “democrazia diretta e partecipativa” e si è impegnata a combattere frontalmente la corruzione, il narcotraffico e la povertà. Tra le prime azioni del suo governo, la richiesta di installazione di una Commissione Internazionale contro la Corruzione e l’Impunità (CICIH), sul modello di quella che operò con successo in Guatemala, per rafforzare lo stato di diritto e garantire la trasparenza.

La vittoria di Xiomara Castro non è stata solo un evento politico, ma un vero e proprio mandato popolare per la rifondazione dell’Honduras. Un percorso irto di ostacoli, ma che ha riacceso la speranza in un futuro di giustizia, democrazia e dignità per il popolo honduregno.

Di atlante

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