Milano – Un’operazione chirurgica, condotta sull’asse Milano-Napoli, ha messo fine alla carriera di due criminali considerati veri e propri “specialisti” di una delle tecniche di rapina più insidiose e rapide: la cosiddetta “tecnica dello specchietto”. Due uomini, un 38enne e un 47enne, entrambi con un curriculum criminale già nutrito di precedenti specifici, sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare nel capoluogo campano. L’operazione è il frutto di un’intensa attività investigativa coordinata dalla Procura di Milano e condotta sul campo dagli agenti della Sezione Antirapina della Squadra Mobile meneghina, in stretta collaborazione con i colleghi della Squadra Mobile di Napoli.
L’accusa è pesante: due rapine aggravate, consumate a distanza di una sola settimana nel febbraio 2025, che hanno visto i due malviventi sottrarre con destrezza orologi di grande valore dal polso di ignari automobilisti, bloccati nel traffico di una delle arterie più congestionate della metropoli lombarda.
L’indagine: un puzzle tra pixel e pedinamenti
La svolta nelle indagini è arrivata da un lavoro certosino che unisce la più moderna tecnologia investigativa all’esperienza sul campo. Come un ricercatore che analizza i dati di un esperimento, gli investigatori hanno passato al setaccio ore e ore di registrazioni dei sistemi di videosorveglianza cittadini. L’obiettivo primario era isolare i fotogrammi che avevano immortalato i mezzi utilizzati per i colpi: due scooter agili e veloci, perfetti per districarsi nel caotico traffico milanese. L’analisi ha permesso non solo di identificare i modelli e le targhe, ma anche di ricostruire i percorsi di fuga e le abitudini dei rapinatori.
Una volta ottenuti i primi, cruciali indizi digitali, l’indagine si è spostata sulla strada. Sono scattati svariati servizi di osservazione e pedinamento, un lavoro paziente e meticoloso che ha permesso di dare un volto e un nome ai sospettati. Volti non nuovi per gli investigatori, che li avevano già incrociati in vicende pregresse, confermando la loro “specializzazione” in questo tipo di reato predatorio.
La meccanica di un colpo perfetto: analisi della “tecnica dello specchietto”
Il modus operandi dei due arrestati rivela una pianificazione quasi scientifica, basata sullo studio della psicologia della vittima e delle dinamiche urbane. Ecco come agivano:
- Fase di scouting: I due, a bordo dei rispettivi scooter, perlustravano le strade alla ricerca della preda ideale. L’attenzione si concentrava su automobilisti alla guida di vetture di alta gamma, un indicatore della possibile presenza di un orologio di valore al polso.
- Il pedinamento: Una volta individuato il target, iniziava un pedinamento discreto ma implacabile, in attesa del momento propizio per agire. La scelta è caduta, in entrambi i casi contestati, su Viale Fulvio Testi, un’arteria stradale nota per i frequenti rallentamenti che creano le condizioni ideali per l’agguato.
- L’azione: Quando il traffico costringeva la vittima a rallentare o a fermarsi, scattava la trappola. Il primo scooter si affiancava all’auto e urtava deliberatamente lo specchietto retrovisore sinistro. Un gesto apparentemente banale, ma calcolato per innescare una reazione istintiva: quella del guidatore di abbassare il finestrino per sistemare lo specchietto con la mano sinistra.
- Il colpo: In quella frazione di secondo, con il braccio della vittima esposto, entrava in scena il secondo rapinatore. Sceso rapidamente dal suo scooter, si avventava sull’automobilista e, con un gesto fulmineo e violento, gli strappava l’orologio dal polso per poi dileguarsi nel traffico insieme al complice.
Un bottino di lusso e la filiera del riciclaggio
Le due rapine contestate, avvenute il 5 e il 12 febbraio 2025, hanno fruttato un bottino considerevole. Nel primo caso, i malviventi si sono impossessati di un orologio di lusso dal valore di mercato stimato intorno ai 20.000 euro. Nel secondo colpo, è stato sottratto un prezioso orologio d’epoca. Questi episodi confermano come gli orologi di lusso siano diventati uno degli obiettivi primari della criminalità, alimentando un mercato nero florido e difficile da scardinare. La loro alta commerciabilità e la facilità con cui possono essere nascosti e trasportati li rendono un bene estremamente appetibile per le organizzazioni criminali.
L’operazione congiunta delle Squadre Mobili di Milano e Napoli rappresenta un importante successo nella lotta a un fenomeno criminale sempre più diffuso e allarmante, che mina la percezione di sicurezza dei cittadini e richiede una risposta sempre più coordinata e tecnologicamente avanzata da parte delle forze dell’ordine.
