Milano – Una rivoluzione silenziosa, ma dalle implicazioni profonde, sta ridisegnando il futuro della lotta contro il tumore del retto. Arriva dall’Italia, e più precisamente da un’eccezionale collaborazione tra centri di ricerca, la notizia che sta facendo il giro del mondo scientifico: in un caso su quattro è possibile ottenere una remissione completa del tumore senza ricorrere all’intervento chirurgico. Questo traguardo, che fino a pochi anni fa apparteneva al regno della speranza, è oggi una realtà concreta grazie a un approccio terapeutico innovativo, validato dallo studio clinico NO-CUT e pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale The Lancet Oncology.

Lo studio, coordinato dall’Ospedale Niguarda e dall’Università degli Studi di Milano con il fondamentale sostegno di Fondazione AIRC, rappresenta una vera e propria “pietra miliare dell’oncologia”, come l’ha definita il professor Salvatore Siena, direttore del Niguarda Cancer Center e autore senior della ricerca. La sperimentazione ha coinvolto 180 pazienti affetti da carcinoma del retto in stadio localmente avanzato ma senza metastasi, una condizione che colpisce ogni anno in Italia oltre 14.000 persone, causando circa 5.000 decessi.

Il Cuore dello Studio: La Scienza dietro la Svolta

Il protocollo NO-CUT ha sovvertito il paradigma terapeutico tradizionale, che prevedeva quasi sempre un approccio multimodale composto da chemioterapia, radioterapia e, infine, un intervento chirurgico spesso demolitivo e con un impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti. I ricercatori italiani hanno invece adottato una strategia sequenziale, definita terapia neoadiuvante totale.

I 180 pazienti arruolati sono stati trattati inizialmente con quattro somministrazioni di terapia medica oncologica, seguite da un ciclo di radio-chemioterapia. Al termine di questo percorso pre-operatorio, è entrato in gioco lo strumento che ha reso possibile la vera svolta: la biopsia liquida.

La Biopsia Liquida: Leggere il Futuro nel Sangue

La biopsia liquida è una tecnica diagnostica minimamente invasiva che, attraverso un semplice prelievo di sangue, permette di cercare e analizzare il DNA tumorale circolante (ctDNA). Si tratta di frammenti di DNA rilasciati nel flusso sanguigno dalle cellule cancerose. La loro presenza o assenza fornisce un’indicazione incredibilmente precisa sullo stato della malattia, molto più sensibile delle tradizionali tecniche di imaging come TAC o risonanza magnetica.

Nello studio NO-CUT, la biopsia liquida è stata utilizzata come un vero e proprio “sensore di precisione”. Nei pazienti in cui, dopo le terapie, gli esami radiologici mostravano una scomparsa del tumore e, soprattutto, la biopsia liquida risultava negativa (assenza di ctDNA), i medici hanno potuto prendere una decisione rivoluzionaria: evitare l’operazione chirurgica e inserire il paziente in un programma di attenta sorveglianza (“watch-and-wait”). I risultati sono stati straordinari: circa il 25% dei partecipanti ha ottenuto una risposta clinica completa e ha potuto evitare il bisturi, senza che questo aumentasse il rischio di sviluppare metastasi a distanza.

I Protagonisti della Ricerca e le Implicazioni per i Pazienti

Questo successo è il frutto di una vasta rete di eccellenze italiane. Oltre a Niguarda e all’Università di Milano, hanno collaborato allo studio l’Istituto Fondazione di Oncologia Molecolare (IFOM), l’Istituto Europeo di Oncologia (IEO), l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, l’Istituto Oncologico Veneto di Padova, l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, l’Istituto di Candiolo e le Università di Padova e Torino.

Per i pazienti, le implicazioni sono enormi. Evitare l’intervento chirurgico al retto significa preservare funzioni corporee fondamentali e scongiurare conseguenze come la necessità di una stomia permanente, con un impatto psicologico e pratico devastante. “I dati emersi dimostrano che, quando le terapie preoperatorie eliminano il tumore, la chirurgia può lasciare il posto a un attento follow-up, offrendo così la possibilità di guarire senza necessità di intervento”, ha spiegato il professor Siena. Questa strategia, ora consolidata nelle linee guida terapeutiche, non solo migliora la qualità della vita, ma apre anche la strada a un’oncologia sempre più personalizzata.

Una Pietra Miliare per l’Oncologia di Precisione

Lo studio NO-CUT non si limita a offrire una nuova opzione terapeutica per un singolo tumore. Esso incarna la filosofia dell’oncologia di precisione: non più un trattamento unico per tutti, ma una cura “sartoriale”, cucita sulla risposta biologica del singolo paziente. La biopsia liquida, in questo contesto, diventa lo strumento chiave per identificare chi può beneficiare di un approccio conservativo e, al contrario, chi necessita di procedere immediatamente con la chirurgia, evitando così trattamenti pre-operatori inefficaci.

La ricerca italiana segna dunque un punto di svolta, dimostrando come l’integrazione tra terapie innovative e diagnostica molecolare avanzata possa portare a risultati impensabili. Una vittoria della scienza che si traduce in una speranza concreta e in una migliore qualità di vita per migliaia di pazienti in Italia e nel mondo.

Di davinci

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