Roma – Una risposta strutturale all’emergenza sovraffollamento che affligge da decenni il sistema penitenziario italiano. Con un investimento complessivo di oltre 900 milioni di euro, il governo ha confermato il lancio del Piano di Edilizia Penitenziaria 2025-2027, un progetto ambizioso che mira a creare 10.692 nuovi posti detentivi nel prossimo triennio. La decisione è stata formalizzata nel corso della quarta riunione della cabina di regia dedicata, svoltasi a Palazzo Chigi, che ha visto la partecipazione dei vertici istituzionali e tecnici del settore.
Una Strategia Pluriennale Contro il Sovraffollamento
L’annosa questione del sovraffollamento carcerario, con tassi che in alcuni istituti superano ampiamente il 150%, ha reso improrogabile un intervento massiccio. Il nuovo piano si articola in un cronoprogramma preciso: 864 posti saranno resi disponibili nel 2025, seguiti da 5.754 nel 2026 e ulteriori 4.074 nel 2027. Questo sforzo si inserisce in un obiettivo più ampio che copre l’intera legislatura 2022-2027, puntando a un totale di 11.194 posti detentivi, includendo anche quelli già realizzati a partire da ottobre 2022.
Gli interventi previsti non si limiteranno alla costruzione di nuove strutture, ma comprenderanno un’ampia gamma di azioni: manutenzioni ordinarie e straordinarie, ampliamenti di edifici esistenti e nuove realizzazioni. L’approccio sarà capillare e interesserà la quasi totalità degli istituti penitenziari gestiti dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), ovvero 190 strutture, e i 17 istituti del sistema minorile.
La Cabina di Regia e gli Attori Coinvolti
La quarta riunione della cabina di regia, che si è tenuta a Palazzo Chigi, ha visto la partecipazione di figure chiave del governo e delle istituzioni competenti. Al tavolo, promosso anche dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, sedevano il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Presenti anche i Sottosegretari per la Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove e Andrea Ostellari, e il Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria, Marco Doglio. Hanno inoltre partecipato rappresentanti del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), di Invitalia e i provveditori interregionali alle opere pubbliche.
La realizzazione dei nuovi posti detentivi sarà suddivisa tra diversi soggetti attuatori, a testimonianza di un approccio integrato:
- 4.669 posti saranno sotto la responsabilità del Commissario straordinario.
- 3.314 posti saranno curati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT).
- 2.636 posti saranno gestiti dal Dipartimento Amministrazione Penitenziaria (DAP).
- 73 posti saranno di competenza del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità (DGMC).
Dall’approvazione del Piano da parte del Consiglio dei Ministri, avvenuta il 22 luglio scorso, sono già state pubblicate tutte le gare di competenza del Commissario straordinario, finalizzate al recupero di oltre 4.000 posti. Questo segna un’accelerazione concreta nelle procedure, come rivendicato dal Governo.
Il Ruolo Chiave del Commissario Straordinario
La figura di Marco Doglio, nominato Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria, è centrale per l’attuazione del piano. Con un’esperienza pluriventennale nel settore delle infrastrutture e immobiliare, Doglio ha il compito di sovrintendere alla realizzazione delle opere necessarie per far fronte alla grave situazione di sovraffollamento. Il suo mandato, che si avvale di una struttura di supporto composta da un massimo di cinque esperti, è cruciale per coordinare i complessi interventi previsti.
Un Investimento per la Modernizzazione
L’investimento di oltre 900 milioni di euro non è finalizzato unicamente ad aumentare la capienza, ma anche a migliorare la qualità complessiva del sistema detentivo. L’obiettivo è elevare le condizioni strutturali degli istituti, molti dei quali vetusti, per renderli più funzionali, sicuri e conformi agli standard europei. Il piano rappresenta una delle priorità infrastrutturali della legislatura, con la volontà di incidere in maniera duratura sulla tenuta dell’intero apparato detentivo, migliorando l’efficacia dell’esecuzione penale e il recupero degli istituti.
Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha più volte sottolineato come la soluzione al sovraffollamento sia una priorità, pur riconoscendo la complessità del problema che non può essere risolto con una “bacchetta magica”. Il piano si affianca ad altre misure allo studio, come la revisione dei criteri per la custodia cautelare e l’uso di caserme dismesse per regimi di detenzione attenuata.
