Un’operazione di vasta portata condotta dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano ha svelato un’evasione fiscale di oltre 2 milioni di euro nel redditizio settore degli aerotaxi. L’indagine, meticolosamente eseguita dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Linate, ha portato alla sanzione di cento compagnie aeree straniere, accusate di aver omesso il versamento di un’imposta ambientale, nonostante questa fosse stata regolarmente pagata dai loro clienti.

L’INDAGINE DELLE FIAMME GIALLE

L’attività investigativa ha preso le mosse da un attento monitoraggio del traffico aereo presso lo scalo di Linate. I finanzieri hanno incrociato i dati relativi ai voli operati dalle compagnie private con le informazioni presenti nelle banche dati in uso al Corpo, facendo emergere una sistematica omissione contributiva. I controlli si sono concentrati su un campione significativo: oltre 5.150 voli effettuati nel corso del 2025, che hanno trasportato più di 16.000 passeggeri. Questi ultimi, pur avendo corrisposto l’imposta prevista al momento dell’acquisto del servizio di aerotaxi, sono risultati inconsapevoli vittime di un meccanismo fraudolento che ha sottratto importanti risorse alle casse dello Stato.

LA NATURA DELLA TASSA EVASA: UN’IMPOSTA “GREEN”

Il tributo non versato rientra nella categoria delle cosiddette imposte ‘green’. Si tratta di una tassa concepita con una finalità specifica: incidere economicamente su quei servizi che, per loro natura, hanno un potenziale impatto negativo sull’ecosistema. L’obiettivo di questa imposta, parametrata in base al numero di passeggeri e alla lunghezza della tratta percorsa, è duplice: da un lato, disincentivare pratiche ad alto tasso di inquinamento e, dall’altro, destinare il gettito raccolto a iniziative per la tutela e la salvaguardia ambientale. L’evasione di tale imposta, quindi, non rappresenta solo un danno erariale, ma anche un ostacolo alle politiche di sostenibilità ambientale.

Introdotta già nel 2011, questa tassa ambientale mira a compensare l’impatto ecologico generato dai voli di lusso. L’importo varia in base alla distanza percorsa, con scaglioni che vanno da 10 a 200 euro per passeggero. L’indagine milanese si inserisce in un contesto più ampio di controlli che hanno interessato anche altri scali italiani, come quello di Bologna, dove è stato riscontrato un fenomeno analogo. In quel caso, l’analisi ha coperto un arco temporale più lungo, dal 2021 al 2024, coinvolgendo 200 compagnie e oltre 12.700 passeggeri. La sinergia tra i diversi comandi provinciali della Guardia di Finanza dimostra un impegno coordinato nel contrasto a questo tipo di illecito.

LE IMPLICAZIONI DELL’EVASIONE E LE AZIONI FUTURE

La scoperta di questa frode fiscale solleva questioni importanti sulla trasparenza e la responsabilità delle compagnie aeree che operano nel settore dei voli privati. Molte delle società coinvolte, secondo quanto emerso da indagini parallele, avrebbero sede nei Balcani, ma anche in Austria, Germania e Malta. Proprio a tutela del credito erariale, in un caso analogo, l’Agenzia delle Entrate ha avviato le procedure per il sequestro di un velivolo appartenente a una compagnia maltese particolarmente attiva.

L’operazione della Guardia di Finanza di Milano si inserisce in un quadro di costante vigilanza sulla legalità economico-finanziaria. Il contrasto alle frodi fiscali è fondamentale non solo per garantire le entrate necessarie al funzionamento dei servizi pubblici, ma anche per proteggere la leale concorrenza tra le imprese. Le compagnie che operano nel rispetto delle regole, infatti, subiscono un danno diretto da chi, attraverso l’evasione, può offrire servizi a prezzi apparentemente più competitivi. L’impegno delle Fiamme Gialle prosegue, dunque, per assicurare che tutti gli operatori economici contribuiscano in modo equo al bene della collettività e al rispetto delle normative ambientali.

Di veritas

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