Una notte europea che doveva essere di riscatto si è trasformata in un incubo, culminato in uno sfogo tanto brutale quanto onesto. Il triplice fischio della sfida di Conference League tra Fiorentina e AEK Atene, che ha sancito la vittoria degli ospiti per 1-0 grazie a una rete di Gacinovic al 35′, ha lasciato in eredità non solo l’amarezza per una sconfitta che complica il cammino europeo, ma anche e soprattutto le parole di fuoco di Edin Dzeko. L’attaccante bosniaco, leader tecnico ed emotivo di una squadra in palese difficoltà, si è presentato davanti ai microfoni senza filtri, scoperchiando un vaso di Pandora che agita le acque già turbolente dell’ambiente viola.
L’urlo di Dzeko: parole di fuoco nel post-partita
“Noi facciamo cagare ma dico ai tifosi che così non va bene”. Una frase che è già un titolo, un macigno lanciato nello stagno della crisi viola. Dzeko non ha cercato alibi, non si è nascosto dietro frasi di circostanza. Ha guardato la realtà in faccia, con una crudezza quasi disarmante. “In tutta sincerità non mi aspettavo una gara del genere, ci eravamo allenati bene, il tecnico ci aveva preparati bene, quando i nostri avversari hanno fatto gol è diventato tutto difficile”, ha affermato il centravanti, evidenziando un blocco mentale che attanaglia la squadra nel momento in cui le cose si mettono male. Ma il suo j’accuse non si è fermato all’autocritica. Si è esteso, con altrettanta veemenza, al rapporto con una parte della tifoseria: “Non è possibile che in casa i tifosi urlino contro. Possono anche fischiare alla fine ma durante la partita servirebbe un po’ più sostegno perché è dura uscire da questa situazione da soli, dobbiamo venirne fuori tutti assieme”. Un appello all’unità, una richiesta d’aiuto da parte di un campione che sente il peso della responsabilità, soprattutto verso i compagni più giovani.
L’analisi della crisi: una squadra impaurita e senza idee
Al di là della rabbia, l’analisi di Dzeko è stata lucida e impietosa. “Non riusciamo a fare due o tre passaggi di fila e per una squadra come la nostra non è normale. Bisogna che ognuno di noi si interroghi perché così non basta, a partire dal sottoscritto”. Parole che descrivono una squadra involuta, incapace di sviluppare una trama di gioco coerente e preda della paura. “La squadra è impaurita e si vede”, ha rincarato Dzeko, “appena viene commesso un errore piovono subito fischi. Penso ai compagni più giovani, ci vuole maggiore sostegno altrimenti subentra la paura e tutto si fa più difficile”. Una spirale negativa che si autoalimenta: l’errore genera i fischi, i fischi generano la paura, la paura porta a nuovi errori. Un circolo vizioso che sta paralizzando la Fiorentina, come dimostrano le sette partite consecutive senza vittoria.
La replica di Vanoli: “Ha ragione Edin, ma serve tempo”
Chiamato a commentare le parole del suo attaccante, il tecnico Paolo Vanoli ha mostrato comprensione e realismo. “Non mi ero illuso dopo i pareggi con il Genoa e la Juventus, non mi abbatto adesso”, ha esordito l’allenatore. Riguardo allo sfogo di Dzeko, Vanoli ha sposato la linea del suo giocatore: “Ha ragione, abbiamo ragazzi giovani in squadra, in casa stiamo facendo fatica, bisogna essere consapevoli che servirà tempo per uscire da questa situazione”. Il tecnico ha sottolineato la necessità di lavorare sull’aspetto psicologico: “Dovremo lavorare sulla testa, mi infastidisce vedere che ad ogni piccolo errore non reagiamo”. Una preoccupazione, la sua, che non nasce oggi: “Sono preoccupato, lo ero prima e lo sarò anche in futuro, perché la strada sarà lunga”. Un messaggio chiaro alla piazza e alla società: per vedere la luce in fondo al tunnel serviranno pazienza e compattezza.
Prossima fermata Bergamo: l’Atalanta per uscire dal tunnel?
Il calendario, però, non concede tregua. Domenica la Fiorentina sarà di scena a Bergamo contro l’Atalanta dell’ex Raffaele Palladino, una delle squadre più in forma del campionato. Una trasferta che si preannuncia proibitiva, ma che potrebbe rappresentare anche un’occasione. Dopo la scossa tellurica provocata dalle parole di Dzeko, la squadra è chiamata a una reazione d’orgoglio. Le dure dichiarazioni hanno diviso l’opinione pubblica, ma sembrano aver innescato un processo di chiarimento. Dopo la successiva sconfitta contro l’Atalanta, Dzeko stesso si è confrontato a viso aperto con i tifosi presenti a Bergamo, megafono alla mano, in un dialogo che si è concluso con applausi e la richiesta di vedere in campo “undici leoni”. Un patto siglato per provare a risalire la china, tutti insieme. La crisi è profonda, la classifica piange, ma forse, proprio dal coraggio di un leader e dal confronto diretto con la propria gente, la Fiorentina può trovare la forza per ripartire.
