GARLASCO (Pavia) – Un’eco lunga diciotto anni che torna a scuotere le fondamenta di una verità processuale che sembrava ormai scolpita nella pietra. Il delitto di Garlasco, uno dei casi di cronaca nera più discussi e seguiti d’Italia, conosce un nuovo, clamoroso capitolo. Al centro della scena c’è ancora una volta Andrea Sempio, 37 anni, amico del fratello di Chiara Poggi, la giovane uccisa il 13 agosto 2007 nella sua villetta di via Pascoli. Già lambito dalle indagini e poi archiviato, Sempio è di nuovo iscritto nel registro degli indagati e, attraverso fonti a lui vicine, fa sapere di essere “molto amareggiato” per la fuga di notizie riguardanti gli esiti della perizia genetica disposta in sede di incidente probatorio. Nonostante ciò, ribadisce con forza la sua convinzione di poter “dimostrare la propria innocenza”.
La perizia sul DNA: un punto di svolta?
Il fulcro di questa nuova fase investigativa risiede nei risultati delle analisi sul DNA rinvenuto sotto le unghie di Chiara. Grazie a tecnologie di biostatistica non disponibili all’epoca dei fatti, la genetista Denise Albani, perita nominata dal gip di Pavia, ha riscontrato una “piena concordanza” tra l’aplotipo Y (il cromosoma maschile) isolato su due unghie della vittima e la linea paterna della famiglia Sempio. Questo significa che il profilo genetico è compatibile con quello di Andrea Sempio, anche se, come precisato dalla stessa perita, non è possibile attribuirlo univocamente a una singola persona ma a un “contesto familiare di appartenenza”. La relazione definitiva della dottoressa Albani è attesa per i primi di dicembre e sarà discussa in udienza il 18 dello stesso mese.
Queste anticipazioni, trapelate prima del deposito ufficiale, hanno suscitato la reazione di Sempio, che si sente leso dalla diffusione di informazioni parziali e potenzialmente fuorvianti. La sua difesa, pur non mostrando preoccupazione, sottolinea come manchino dati decisivi per rendere il DNA una prova schiacciante, in particolare la certezza che la traccia derivi da un contatto diretto durante l’aggressione e non da un trasferimento indiretto. Sempio, infatti, frequentava la casa dei Poggi in quanto amico di Marco, il fratello di Chiara.
Il contesto: la condanna di Stasi e la riapertura del caso
Per comprendere la portata di questi nuovi sviluppi, è necessario fare un passo indietro. Per l’omicidio di Chiara Poggi è stato condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione Alberto Stasi, all’epoca fidanzato della vittima. La sua condanna, arrivata nel 2015 al termine di un lungo e complesso iter giudiziario, si è basata su un quadro indiziario. Tuttavia, il DNA ritrovato sotto le unghie di Chiara non risultò essere il suo, un elemento che ha sempre lasciato un’ombra sul caso.
La riapertura delle indagini a carico di Andrea Sempio è scaturita proprio dalla rivalutazione di quel materiale genetico, promossa dai legali di Stasi che hanno commissionato nuove analisi a un laboratorio tedesco. La Procura di Pavia, a seguito di questi nuovi elementi, ha deciso di riaprire il fascicolo, iscrivendo Sempio nel registro degli indagati per omicidio.
Gli altri indizi e le indagini parallele
Il DNA non è l’unico elemento su cui si concentrano gli inquirenti. Nel nuovo filone investigativo sono emersi altri indizi a carico di Sempio:
- L’impronta palmare: Sulla parete delle scale che portano alla taverna, luogo del ritrovamento del corpo, è stata rilevata un’impronta (la numero 33) che una nuova perizia ha ritenuto compatibile con il palmo della mano di Sempio.
- Le telefonate anomale: Pochi giorni prima del delitto, Sempio avrebbe effettuato tre chiamate verso l’utenza fissa di casa Poggi, in un momento in cui sapeva che l’amico Marco era in vacanza con i genitori.
- L’inchiesta per corruzione: Parallelamente, la Procura di Brescia sta indagando per corruzione in atti giudiziari sull’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti. L’ipotesi è che la prima indagine su Sempio, archiviata nel 2017, possa essere stata pilotata.
Secondo indiscrezioni, gli inquirenti ritengono di aver ricostruito anche un possibile movente e sarebbero orientati a chiudere le indagini all’inizio del 2026 per poi chiedere il rinvio a giudizio per Andrea Sempio.
La posizione di Sempio e le prospettive future
Andrea Sempio, che di recente è intervenuto anche in televisione per difendersi, continua a proclamare la sua totale estraneità ai fatti. La sua difesa punta a smontare l’impianto accusatorio, sostenendo la tesi della contaminazione per la traccia genetica e contestando la validità degli altri indizi. Il 37enne si dice convinto di poter chiarire la sua posizione attraverso il lavoro dei suoi consulenti e legali.
Il caso di Garlasco, a quasi due decenni di distanza, si rivela ancora un intricato puzzle giudiziario. L’incidente probatorio sul DNA sarà un momento cruciale: le conclusioni della perita Albani e il successivo dibattito in aula potrebbero determinare non solo il futuro processuale di Andrea Sempio, ma anche la possibile revisione della condanna di Alberto Stasi, gettando una nuova luce su una delle pagine più buie della cronaca italiana recente.
