Il mondo dell’arte italiana è in lutto. Si è spento all’età di 94 anni il maestro Osvaldo Piraccini, pittore cesenate e figura di spicco della pittura figurativa e neorealista del secondo dopoguerra. Nato a Cesena nel 1931, Piraccini ha attraversato quasi un secolo di storia, riuscendo a imporsi sulla scena artistica nazionale fin dagli anni Cinquanta con uno stile inconfondibile, intriso di un profondo esistenzialismo che ha caratterizzato sia la sua produzione giovanile che quella della maturità.
La sua scomparsa, avvenuta il 27 novembre 2025, lascia un vuoto incolmabile non solo nella sua città natale, ma in tutto il panorama culturale italiano, che perde uno dei suoi interpreti più sensibili e rigorosi.
Una vita per l’arte: dagli esordi all’affermazione nazionale
La vocazione artistica di Osvaldo Piraccini si manifesta precocemente. Inizia a dipingere giovanissimo, sotto la guida di Giovanni Cappelli e successivamente di Alberto Sughi, che lo indirizzano verso le tematiche neorealiste. La sua formazione è influenzata anche da Marcello Muccini, amico di Sughi e fondatore di importanti sodalizi artistici romani come il “Gruppo Arte Sociale”. Fin dai suoi esordi, lo stile di Piraccini si distingue per una notevole capacità di sintesi dell’immagine, unita a una profonda indagine interiore.
Gli anni Cinquanta segnano una svolta nella sua carriera. Si trasferisce prima a Firenze e poi a Roma, dove inaugura il cosiddetto “periodo grigio”, una fase caratterizzata da una pittura più intima e da atmosfere sospese e meditative. In questi anni si avvicina anche all’arte Informale, pur mantenendo sempre un saldo legame con la figurazione. Il suo talento non passa inosservato: già nel 1957 ottiene un prestigioso riconoscimento alla Mostra mondiale dei giovani Artisti di Mosca, un traguardo non comune per un artista proveniente dalla provincia.
A partire dagli anni Sessanta e Settanta, la sua fama si consolida a livello nazionale grazie a numerose esposizioni personali e collettive in tutta Italia e ai premi ottenuti in importanti concorsi. Il suo nome oltrepassa rapidamente i confini cittadini, portando con sé un’immagine autentica e intensa della sua terra.
Il legame indissolubile con Cesena e la Romagna
Nonostante i successi e i periodi trascorsi in altre città, il legame di Osvaldo Piraccini con Cesena è sempre rimasto profondo e viscerale. La sua città natale e i paesaggi della Romagna sono stati una fonte inesauribile di ispirazione. I suoi soggetti preferiti erano la bellezza della natura, i luoghi cari dell’infanzia, le vedute urbane come i “Tetti di Cesena” e la “Basilica del Monte”, ma anche il mare e il porto di Cesenatico, con i suoi squeri, le barche e i pescatori. Come ha sottolineato il sindaco di Cesena, Enzo Lattuca, “dalla sua casa-laboratorio di via Sacchi, la sua arte continua ancora oggi a superare i confini cittadini e regionali, mantenendo vivo un legame profondo con Cesena e con i suoi paesaggi”.
Questo profondo radicamento nel territorio è stato ufficialmente riconosciuto nel 2019, quando a Piraccini è stato conferito il Premio Malatesta Novello, la massima onorificenza dedicata ai cesenati illustri. Un momento emozionante che il sindaco Lattuca ha ricordato con commozione, sottolineando le parole di gratitudine che il maestro rivolse alla sua città.
L’eredità di un maestro: le opere nei luoghi pubblici
L’arte di Osvaldo Piraccini è oggi un patrimonio diffuso, parte integrante del tessuto culturale e civico di Cesena. Le sue opere sono custodite in numerose istituzioni e spazi pubblici, testimoniando il dialogo costante tra l’artista e la sua comunità. Tra le più significative si annoverano:
- La grande tela “Le lame di Civorio” nella ‘Sala Nera’ del Palazzo comunale.
- La suggestiva “Veduta dell’Abbazia del Monte” conservata nella Pinacoteca comunale.
- I lavori del “periodo grigio” presenti alla Biblioteca Malatestiana.
- Il grande pannello figurato realizzato nel 1982 per il Cimitero Urbano.
Come ha affermato l’assessora regionale alla Cultura, Gessica Allegni, “Piraccini ha lasciato un segno profondo nella cultura del territorio, contribuendo a costruire un’identità condivisa attraverso il linguaggio dell’arte”. Le sue opere, ha aggiunto, “sono parte integrante del nostro patrimonio”.
Il cordoglio delle istituzioni
La notizia della scomparsa del maestro ha suscitato unanime cordoglio. Il sindaco Enzo Lattuca, a nome dell’intera amministrazione comunale e della città, ha espresso profonda tristezza: “Con la sua morte, Cesena perde uno dei suoi più grandi interpreti, tra i maggiori esponenti della pittura figurativa e neorealista del Secondo dopoguerra”.
Anche l’assessora Gessica Allegni ha voluto ricordare l’artista: “Se ne va un maestro d’arte che ha attraversato il Novecento con uno sguardo sempre originale. Artista rigoroso e appassionato, Piraccini ha lasciato un segno profondo nella cultura del territorio”.
Osvaldo Piraccini lascia un’eredità che va oltre il valore puramente artistico delle sue tele. Lascia uno sguardo limpido e onesto sulla realtà, la testimonianza di un artista capace di dare voce alle cose semplici e di trasformare il magma delle emozioni in immagini eterne. Un patrimonio di bellezza e riflessione che continuerà a vivere nel cuore della sua Romagna e nella storia dell’arte italiana.
