Caracas – La tensione nei cieli del Venezuela ha raggiunto un punto critico. L’Istituto Nazionale di Aeronautica Civile (INAC) ha emesso un perentorio ultimatum alle compagnie aeree internazionali: riprendere i collegamenti con il Paese entro 48 ore o affrontare la perdita definitiva dei diritti di volo e dei permessi operativi. Questa mossa drastica del governo di Nicolás Maduro arriva in risposta alla raffica di cancellazioni che ha di fatto isolato la nazione sudamericana, già alle prese con una profonda crisi economica e politica.
L’origine della crisi: l’allerta della FAA e le tensioni con gli USA
Tutto ha avuto inizio con un avviso di sicurezza diramato dalla Federal Aviation Administration (FAA), l’ente regolatore dell’aviazione civile statunitense. La FAA ha messo in guardia gli operatori aerei su una “situazione potenzialmente pericolosa” nello spazio aereo venezuelano, citando un “peggioramento della situazione di sicurezza e un’intensificata attività militare” nella regione. L’allerta, estesa a tutte le altitudini, copre ogni fase del volo, inclusi sorvolo, atterraggio e decollo, nonché la sicurezza degli aeromobili a terra.
L’avviso della FAA non è campato in aria. Da settembre, si è registrato un aumento delle interferenze al Sistema Globale di Navigazione Satellitare (GNSS) nella regione di informazioni di volo di Maiquetía, causate da disturbatori (jammer) e falsificatori di segnale (spoofer) che possono compromettere i sistemi critici di navigazione e comunicazione fino a 250 miglia nautiche di distanza. A questo si aggiunge un massiccio dispiegamento militare statunitense nei Caraibi, presentato ufficialmente come un’operazione anti-narcotraffico ma interpretato da Caracas come una minaccia diretta e un tentativo di destabilizzazione. Washington ha infatti ammassato un’imponente forza navale, che include una portaerei, cacciatorpediniere e velivoli stealth, acuendo le tensioni con il governo Maduro.
La reazione a catena delle compagnie aeree
L’avvertimento della FAA ha innescato una reazione a catena. Almeno sette importanti compagnie aeree internazionali hanno sospeso i loro collegamenti con il Venezuela, dando priorità alla sicurezza dei passeggeri e degli equipaggi. Tra queste figurano vettori di primo piano che collegano il Sud America con l’Europa e altre parti del mondo:
- Iberia (Spagna)
- Air Europa (Spagna)
- TAP Air Portugal (Portogallo)
- LATAM Airlines (Cile, Brasile, Colombia)
- Avianca (Colombia)
- GOL (Brasile)
- Turkish Airlines (Turchia), che ha cancellato i voli per alcuni giorni.
La decisione di questi vettori ha lasciato a terra migliaia di passeggeri e ha ulteriormente ridotto la già scarsa connettività del Venezuela con il resto del mondo. Alcune compagnie, come Copa Airlines, PlusUltra e la venezuelana LASER Airlines, hanno continuato ad operare, ma il quadro generale è quello di un progressivo svuotamento dello spazio aereo sopra Caracas.
La risposta di Caracas e la preoccupazione della IATA
La reazione del governo venezuelano non si è fatta attendere. L’ultimatum dell’INAC è una mossa aggressiva che mira a forzare la mano delle compagnie aeree. Tuttavia, questa decisione ha sollevato forti preoccupazioni da parte dell’Associazione Internazionale del Trasporto Aereo (IATA), che rappresenta circa 350 vettori a livello globale. La IATA ha sottolineato che le sospensioni sono misure temporanee basate su analisi tecniche del rischio, in linea con gli standard internazionali di sicurezza.
Secondo l’associazione, costringere le compagnie a riprendere i voli senza adeguate garanzie sulla sicurezza dello spazio aereo non solo è irresponsabile, ma rischia di aggravare l’isolamento del Venezuela. “Questa decisione ridurrà ulteriormente i collegamenti con il Paese, che è già uno dei meno connessi della regione”, ha affermato la IATA in una nota. L’impatto economico di questo isolamento è devastante, colpendo un’economia già stremata che dipende dal turismo e dagli scambi commerciali.
Un contesto geopolitico esplosivo
La crisi dei voli si inserisce in un contesto geopolitico estremamente teso. Gli Stati Uniti non riconoscono la presidenza di Maduro e hanno intensificato la pressione sul suo governo, accusandolo di narcotraffico e offrendo ricompense per la sua cattura. L’amministrazione statunitense starebbe valutando di designare il “Cartello de los Soles”, un presunto gruppo criminale legato ai vertici del governo venezuelano, come organizzazione terroristica straniera, una mossa che aprirebbe la porta a operazioni ancora più aggressive.
Da parte sua, Caracas vede nelle manovre militari statunitensi il preludio a un’invasione e risponde con una retorica altrettanto dura, pur avendo recentemente moderato i toni. In questo braccio di ferro, l’aviazione civile si trova intrappolata, con la sicurezza dei voli che diventa una pedina in un gioco politico molto più grande. La sospensione dei voli diretti tra USA e Venezuela è già in vigore dal 2019, ma l’attuale crisi minaccia di chiudere quasi completamente i cieli del Paese.
