In uno scenario internazionale carico di tensioni, si è aperto un nuovo, inatteso capitolo nella ricerca di una soluzione diplomatica per il conflitto in Ucraina. Il Segretario dell’Esercito degli Stati Uniti, Dan Driscoll, ha incontrato una delegazione russa ad Abu Dhabi per colloqui a sorpresa, un’iniziativa che segnala un’intensificazione degli sforzi da parte dell’amministrazione del presidente Donald Trump per mediare un accordo di pace. Questo vertice negli Emirati Arabi Uniti segue da vicino i negoziati tenutisi a Ginevra tra Stati Uniti e Ucraina, dove è stata elaborata una versione aggiornata e più snella di un quadro per un accordo di pace.

Il Vertice Segreto di Abu Dhabi: Un Canale Diretto con Mosca

L’incontro ad Abu Dhabi, confermato da un funzionario statunitense a diverse agenzie di stampa, ha visto il Segretario Driscoll, figura emergente nella diplomazia americana, dialogare direttamente con rappresentanti russi. Sebbene i dettagli sull’identità dei funzionari russi e sulla natura esatta delle discussioni rimangano in gran parte riservati, l’evento segna un tentativo significativo di appianare le divergenze tra Washington e Mosca. Le conversazioni, descritte come in “buona progressione” da fonti americane, si sono concentrate sulla proposta di pace americana, precedentemente considerata da Kiev e dai suoi alleati europei come eccessivamente favorevole agli interessi di Vladimir Putin. Secondo alcune indiscrezioni del Financial Times, Driscoll avrebbe in programma di incontrare anche il capo dell’intelligence militare ucraina, Kyrylo Budanov, sebbene non sia chiaro se gli incontri tra le tre parti si svolgano congiuntamente o separatamente. Il Cremlino, da parte sua, ha mantenuto una posizione di riserbo, con il portavoce Dmitry Peskov che ha dichiarato di “non avere nulla da riferire” in merito ai colloqui.

Ginevra: La Svolta nel Piano di Pace

Il terreno per il vertice di Abu Dhabi è stato preparato dai cruciali colloqui di Ginevra. Durante il fine settimana, le delegazioni guidate dal Segretario di Stato americano, Marco Rubio, e dal capo di gabinetto del presidente Zelensky, Andriy Yermak, hanno lavorato intensamente per rivedere il controverso piano di pace inizialmente proposto da Washington. Il risultato è una nuova bozza, ridotta da 28 a 19 punti, che secondo fonti ucraine ha “poco in comune” con la versione originale e recepisce molte delle posizioni di Kiev. Le questioni politicamente più “delicate”, come quelle territoriali e le future relazioni con la NATO, sono state lasciate alla discussione diretta tra i presidenti Trump e Zelensky.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha confermato i progressi, affermando che la nuova bozza contiene “molti elementi corretti” e che i punti più spinosi saranno discussi personalmente con il presidente Trump. C’è attesa per un possibile incontro tra i due leader, forse già durante la festa del Ringraziamento, per finalizzare l’accordo.

Le Reazioni Internazionali e le Prospettive Future

La reazione della comunità internazionale è un misto di cauto ottimismo e scetticismo. La Casa Bianca ha parlato di “enormi progressi”, pur riconoscendo che restano da risolvere “dettagli delicati ma non insormontabili”. Il presidente Trump si è mostrato fiducioso, affermando di essere “molto vicini ad un accordo” e ha annunciato l’invio del suo inviato speciale, Steve Witkoff, a Mosca per incontrare Putin.

Tuttavia, da Mosca arrivano segnali contrastanti. Il Ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha avvertito che qualsiasi accordo deve riflettere “lo spirito e la lettera” di quanto discusso tra Putin e Trump nel loro precedente vertice in Alaska, suggerendo che Mosca potrebbe non accettare deviazioni significative dal piano originale. Alcune fonti mediatiche, citando ambienti informati, suggeriscono addirittura che la Russia potrebbe respingere il nuovo piano per protrarre il conflitto.

Mentre la diplomazia lavora a ritmo serrato, la situazione sul campo rimane drammatica, con recenti attacchi missilistici su Kiev che hanno causato vittime civili. Questo contrasto sottolinea l’urgenza di trovare un percorso praticabile verso la pace, un percorso che ora passa per i corridoi del potere di Abu Dhabi, Ginevra, Washington, Kiev e Mosca.

Di atlante

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