La sentenza del Tribunale di Milano
La sesta sezione penale del Tribunale di Milano ha emesso una sentenza che ha visto Elena Myandina, ex compagna del banchiere Riccardo Orcel, fratello dell’amministratore delegato di UniCredit Andrea Orcel, condannata a tre anni di reclusione. La condanna è stata inflitta per i reati di sottrazione di minori e tentata estorsione. Anche Angelo Carbosiero, compagno della Myandina, ha ricevuto la medesima pena.
Le accuse: sottrazione di minori e richiesta di riscatto
Secondo il capo di imputazione, nell’agosto del 2023, Elena Myandina avrebbe portato i suoi due figli, all’epoca di 7 e 8 anni, in Russia, trattenendoli contro la volontà del padre fino almeno al dicembre dello stesso anno. Questa azione avrebbe impedito a Riccardo Orcel l’esercizio della responsabilità genitoriale. Successivamente, la coppia avrebbe richiesto un riscatto di 500mila euro al banchiere, minacciando di non riportare i figli in Italia fino al compimento dei 18 anni, a meno che non avesse versato la somma richiesta. Inoltre, avrebbero intimato a Orcel di preparare dieci assegni circolari da 50mila euro ciascuno da consegnare a un notaio di Milano al loro rientro in Italia.
La denuncia e l’indagine del pm Enrico Pavone
L’indagine è stata avviata dal pm di Milano Enrico Pavone a seguito della denuncia presentata da Riccardo Orcel. Le prove raccolte hanno portato all’incriminazione di Myandina e Carbosiero per i gravi reati contestati.
Conseguenze civili della condanna
Oltre alla pena detentiva, il Tribunale ha condannato Elena Myandina a risarcire Riccardo Orcel, che si è costituito parte civile nel processo con l’avvocato Domenico Aiello. L’ammontare del risarcimento sarà stabilito in sede civile, ma è stata disposta una provvisionale di 30mila euro a favore del banchiere.
Riflessioni sulla vicenda
Questa vicenda giudiziaria solleva importanti questioni riguardanti i diritti dei minori e le dinamiche familiari complesse. La sottrazione di minori e la tentata estorsione sono reati gravi che meritano una risposta ferma da parte della giustizia. La sentenza del Tribunale di Milano rappresenta un monito contro comportamenti che ledono i diritti dei bambini e mettono a rischio la loro serenità e il loro rapporto con entrambi i genitori. È fondamentale che le autorità competenti continuino a vigilare e a tutelare i diritti dei minori in situazioni di conflitto familiare.
