Un riconoscimento alla testimonianza da Gaza
Il MedFilm Festival, giunto alla sua XXXI edizione, ha scelto di conferire il Premio Koinè a tre figure emblematiche della società palestinese: Aya Ashour, Fatena Mohanna e Alhassan Selmi. Questi tre cittadini, attraverso i loro rispettivi mezzi di espressione, hanno offerto testimonianze dirette e toccanti dalla Striscia di Gaza, un territorio segnato da conflitti e difficoltà umanitarie. La cerimonia di premiazione si è svolta a Roma, con il giornalista Riccardo Iacona, noto per il suo impegno nel programma ‘Presadiretta’, a consegnare il riconoscimento.
Aya Ashour: voce dalla diaspora e denuncia
Aya Ashour, presente a Roma in quanto ricercatrice presso l’Università per stranieri di Siena, ha ritirato il premio esprimendo gratitudine e dedicandolo ai giornalisti che hanno perso la vita a Gaza nel tentativo di portare la verità al mondo. Ashour, collaboratrice de Il Fatto Quotidiano, ha denunciato le difficili condizioni di vita nella Striscia, sottolineando come, durante il cessate il fuoco, siano state uccise circa 200 persone e come gli aiuti umanitari consistano principalmente in cibo spazzatura, privando la popolazione di alimenti freschi e nutrienti. Ha inoltre espresso il timore di non poter fare ritorno nella sua terra, a causa delle politiche israeliane che mirano, secondo lei, a ridurre la presenza palestinese a Gaza.
Fatena Mohanna: la fotografia come forma di attivismo umano
Fatena Mohanna, fotografa residente a Gaza, ha descritto il suo lavoro come una forma di attivismo umano, volto a mostrare il volto umano di Gaza al di là delle notizie di cronaca. Le sue immagini catturano la resilienza, le risate e i sogni di un popolo che lotta per vivere una vita piena nonostante le avversità. Mohanna ha dedicato il premio alla sua città, alla sua gente e alla memoria di suo padre, auspicando che il suo lavoro possa contribuire a promuovere la comprensione e la luce sulla condizione umana a Gaza.
Alhassan Selmi: l’appello per una maggiore presenza giornalistica a Gaza
Alhassan Selmi, reporter noto ai telespettatori di ‘Presadiretta’ per i suoi servizi da Gaza, ha sottolineato le difficoltà incontrate nel documentare la realtà locale a causa della mancanza di risorse e delle restrizioni imposte all’accesso dei giornalisti stranieri. Selmi ha lanciato un appello alla comunità internazionale e agli organi di stampa affinché esercitino pressioni su Israele per consentire ai giornalisti internazionali di entrare a Gaza e contribuire a diffondere la verità. Ha evidenziato come la presenza di giornalisti stranieri possa garantire una maggiore protezione ai colleghi palestinesi, spesso trattati come bersagli. Selmi ha dedicato il premio ai giornalisti uccisi e all’artista italiana Marcella Brancaforte, per il suo impegno nel denunciare la guerra attraverso l’arte.
Un premio che amplifica le voci silenziate
Il Premio Koinè del MedFilm Festival rappresenta un importante riconoscimento per il lavoro di Aya Ashour, Fatena Mohanna e Alhassan Selmi, tre voci che, con coraggio e determinazione, testimoniano la realtà di Gaza. In un contesto mediatico spesso dominato da narrazioni parziali e distorte, il loro contributo è fondamentale per offrire uno sguardo umano e approfondito sulla vita nella Striscia, promuovendo la comprensione e la solidarietà verso un popolo che lotta per la propria dignità e sopravvivenza.
