La rimozione della targa: una scelta per evitare fraintendimenti

Il rettore dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, Giovanni Cuda, ha voluto fare chiarezza in merito alla rimozione della targa con la dicitura “moschea” dall’area di preghiera islamica all’interno del campus universitario. In una dichiarazione ufficiale, Cuda ha spiegato che non si è trattato di uno smantellamento di un luogo di culto, ma semplicemente della rimozione di una cartellonistica che poteva generare “interpretazioni non corrette e faziose”.
“Non abbiamo smantellato una moschea ma abbiamo soltanto rimosso una cartellonistica che poteva generare, così come ahimè ha fatto, delle interpretazioni non corrette e faziose”, ha affermato il rettore, sottolineando che l’obiettivo è sempre stato quello di garantire la libertà di culto, sancita dall’articolo 19 della Costituzione italiana.

Libertà di culto e rispetto per tutte le fedi

Cuda ha precisato che, secondo la fede islamica, qualsiasi luogo di culto o area di preghiera può essere considerato una moschea. Nel caso specifico dell’università, si tratta di una “musalla”, ovvero una piccola area dove si riuniscono i fedeli di religione islamica per pregare. La decisione di rimuovere la targa è stata presa precedentemente all’interrogazione parlamentare presentata dall’onorevole Sasso.
“Continuo a ripetere che questa è stata una scelta corretta, giusta e saggia”, ha ribadito il rettore, esprimendo amarezza per le polemiche suscitate. Cuda ha inoltre sottolineato l’importanza di consentire anche agli studenti e ai dipendenti di fede islamica di avere un luogo dignitoso per la preghiera e il raccoglimento spirituale.

Un esempio di tolleranza religiosa da Teheran

A sostegno della sua posizione, il rettore ha riportato un aneddoto riferitogli da un amico, riguardante un esempio di tolleranza religiosa a Teheran, dove una fermata della metropolitana è stata intitolata alla Vergine Maria, di fronte a una chiesa armena. Cuda ha quindi rivolto una domanda all’onorevole Sasso, chiedendo cosa ne pensasse di questa iniziativa e se avesse intenzione di presentare un’interrogazione parlamentare anche su questo tema.

Un equilibrio delicato tra libertà di culto e interpretazioni strumentali

La vicenda dell’Università di Catanzaro solleva un tema delicato, quello dell’equilibrio tra la libertà di culto e la necessità di evitare strumentalizzazioni e interpretazioni distorte. La decisione del rettore Cuda sembra dettata dalla volontà di garantire il diritto alla preghiera per tutti gli studenti e i dipendenti, nel rispetto della Costituzione, ma anche dalla consapevolezza del rischio di alimentare polemiche inutili e dannose per la convivenza civile. La speranza è che questo episodio possa contribuire a promuovere un dialogo costruttivo e un clima di maggiore comprensione e rispetto reciproco.

Di veritas

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