Mobilitazione a Taranto contro l’approdo della SeaSalvia
Il movimento Taranto per la Palestina ha organizzato un sit-in e una campagna di volantinaggio nella città dei due mari per protestare contro l’approdo della nave SeaSalvia. La mobilitazione mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sul presunto ruolo della nave nel rifornire l’aviazione militare israeliana con greggio.
Precedenti e accuse contro la SeaSalvia
La SeaSalvia era già stata al centro delle proteste lo scorso 26 settembre, quando fu autorizzata a caricare circa 30mila tonnellate di greggio. Secondo sindacati e associazioni locali, questo carico era destinato all’aviazione militare israeliana. Dopo la sosta a Taranto, la nave fece rotta verso l’Egitto, alimentando ulteriormente le polemiche e le preoccupazioni.
Nuovo carico di greggio e contestazioni
Secondo il movimento Taranto per la Palestina, l’obiettivo è portare a termine un nuovo carico di greggio nel porto di Taranto con le stesse finalità. Il collettivo pro Palestina e i Cobas hanno già tenuto un sit-in davanti all’ingresso est del porto per manifestare il loro dissenso. “Nonostante la chiusura totale da parte della Capitaneria e delle autorità comunali – sostiene il movimento – abbiamo denunciato ciò che si vuole tenere nascosto: l’arrivo della nave SeaSalvia, simbolo del legame tra lo sfruttamento coloniale dei territori palestinesi e quello del nostro territorio, Taranto, da decenni sacrificata sull’altare del profitto e del silenzio”.
La posizione del movimento Taranto per la Palestina
Il movimento Taranto per la Palestina denuncia la presunta complicità della città nell’operazione: “Chi permette l’attracco della SeaSalvia nel porto di Taranto rende la nostra città complice di quella stessa logica” ed è necessario “spezzare la complicità per costruire la resistenza”. Il movimento chiede una maggiore trasparenza sulle operazioni portuali e una presa di posizione netta contro ciò che considerano un sostegno indiretto alle azioni militari israeliane.
Impatto ambientale e sociale a Taranto
Le proteste contro la SeaSalvia si inseriscono in un contesto più ampio di preoccupazioni ambientali e sociali a Taranto. La città è da decenni segnata da problemi legati all’inquinamento industriale e alle conseguenze sulla salute dei cittadini. Il movimento Taranto per la Palestina sottolinea il legame tra lo sfruttamento del territorio e le dinamiche internazionali, evidenziando come Taranto sia “sacrificata sull’altare del profitto e del silenzio”.
Riflessioni sulla complicità e la responsabilità
La vicenda della SeaSalvia a Taranto solleva interrogativi cruciali sulla complicità e la responsabilità delle città e dei porti nelle dinamiche internazionali. La protesta del movimento Taranto per la Palestina evidenzia come le decisioni economiche locali possano avere implicazioni globali, alimentando conflitti e tensioni in altre parti del mondo. È fondamentale un dibattito pubblico aperto e trasparente per valutare l’impatto delle attività portuali e promuovere scelte più consapevoli e responsabili.
