L’educazione come motore di trasformazione sociale ed economica

Elena Beccalli, rettrice dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha ribadito con forza il ruolo chiave dell’educazione durante l’evento “Welfare Italia” promosso da Unipol. Secondo Beccalli, l’educazione rappresenta la leva più efficace per innescare processi trasformativi, favorire uno sviluppo inclusivo e integrale e ridurre le disuguaglianze sociali ed economiche.
“L’educazione è la leva che più di ogni altra è in grado di realizzare processi trasformativi in maniera efficace; è la leva che consente di andare verso forme di sviluppo inclusivo ed integrale; è la leva che consente di ridurre le disuguaglianze sociali ed economiche”, ha affermato Beccalli.

Strategie per migliorare l’istruzione e la transizione al mondo del lavoro

Beccalli ha evidenziato due strategie fondamentali per intervenire a livello di politiche economiche e sociali: aumentare gli investimenti nell’istruzione e rendere più efficiente la transizione tra scuola, università e ingresso nel mondo del lavoro. Questi interventi mirano a colmare il divario esistente tra il sistema educativo italiano e le esigenze del mercato del lavoro, facilitando l’inserimento dei giovani nel mondo professionale.

Ritardo cronico nel numero di laureati in Italia

Nonostante gli sforzi compiuti, l’Italia continua a registrare un ritardo significativo rispetto alla media europea in termini di laureati. “Il tasso di laureate e di laureati in Italia presenta un ritardo cronico rispetto alla media europea”, ha sottolineato Beccalli. Solo il 22% degli adulti in Italia possiede un titolo universitario, posizionando il paese tra gli ultimi posti tra i 38 paesi industrializzati in termini di percentuale di laureati.

Sottofinanziamento dell’istruzione in Italia rispetto alla media europea

L’edizione 2025 del rapporto presentato al Welfare Italia Forum evidenzia come l’educazione sia un ambito di azione cruciale per aumentare la produttività. Tuttavia, la spesa pubblica per studente in Italia è significativamente inferiore rispetto ai valori medi europei. Il dato sintetico della spesa rispetto al PIL in istruzione si attesta al 3,9%, a fronte di un valore medio dell’Eurozona del 4,6%. Questo sottofinanziamento dell’istruzione rappresenta un ostacolo significativo al miglioramento del sistema educativo italiano.

Un investimento necessario per il futuro

Le parole di Elena Beccalli sottolineano un’urgenza spesso trascurata nel dibattito pubblico italiano: l’importanza di investire massicciamente nell’istruzione. Il ritardo cronico nel numero di laureati e il sottofinanziamento del settore rispetto alla media europea non sono solo numeri, ma segnali di un problema strutturale che rischia di compromettere il futuro del paese. Un’azione decisa e concertata, che coinvolga istituzioni, università e imprese, è fondamentale per colmare questo divario e garantire un futuro più prospero e inclusivo per tutti.

Di atlante

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