Richiesta di ritorsioni immediate
Il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir ha espresso forte disappunto e indignazione in seguito alla violazione nella restituzione del corpo di un ostaggio da parte di Hamas. In una dichiarazione rilasciata attraverso Yenet, Ben Gvir ha invocato una risposta decisa e immediata contro l’organizzazione terroristica. “Il fatto che Hamas continui a giocare e non trasferisca immediatamente i corpi di tutti i nostri soldati caduti è di per sé la prova che l’organizzazione terroristica è ancora in piedi. È ora di spezzare quelle gambe una volta per tutte”, ha affermato il ministro.
Appello alla distruzione completa di Hamas
Ben Gvir ha rincarato la dose, sostenendo che non è sufficiente “esigere un prezzo da Hamas” per le violazioni commesse, ma che è necessario “impossessarsi della sua stessa esistenza e distruggerla completamente”. Il ministro ha poi rivolto un appello diretto al Primo Ministro, esortandolo a non esitare e a dare l’ordine per un’azione risolutiva contro Hamas. “Signor Primo Ministro, basta con le esitazioni: dia l’ordine”, ha concluso Ben Gvir.
Contesto della situazione
La mancata restituzione del corpo dell’ostaggio si inserisce in un contesto di tensioni già elevate tra Israele e Hamas. La questione degli ostaggi e dei prigionieri è da tempo un punto cruciale nelle relazioni tra le due parti, con scambi e negoziati che si sono susseguiti nel corso degli anni. La violazione di un accordo sulla restituzione di un corpo rappresenta un’escalation significativa e rischia di compromettere ulteriormente la stabilità nella regione.
Riflessioni sulla richiesta di Ben Gvir
Le parole di Ben Gvir riflettono una linea dura e intransigente nei confronti di Hamas, una posizione che trova eco in una parte dell’opinione pubblica israeliana. Tuttavia, è importante considerare che un’azione militare su vasta scala contro Hamas comporterebbe rischi significativi, tra cui un aumento delle vittime civili e un’ulteriore destabilizzazione della regione. La decisione di intraprendere o meno un’azione militare spetta al governo israeliano, che dovrà valutare attentamente tutte le implicazioni e soppesare i benefici rispetto ai costi potenziali.
