La proposta danese per sbloccare l’accordo climatico

La presidenza danese dell’Unione Europea ha presentato una proposta di compromesso per superare le divergenze sul target climatico al 2040. La formula prevede una revisione biennale degli obiettivi e garanzie di maggiore flessibilità per i settori industriali più esposti, cercando di bilanciare ambizione climatica e competitività economica.

Clausola di revisione e flessibilità

La proposta include una clausola di revisione del target climatico ogni due anni, basata su evidenze scientifiche, progressi tecnologici e sfide per la competitività. Questa revisione potrebbe portare a modifiche dell’obiettivo, offrendo una maggiore adattabilità alle mutate condizioni economiche e tecnologiche. Nonostante questa flessibilità, l’obiettivo di ridurre le emissioni del 90% entro il 2040, rispetto ai livelli del 1990, rimane invariato.

Discussioni sui crediti di carbonio extra-Ue

Un punto critico del negoziato riguarda la quota del target che potrebbe essere raggiunta tramite l’acquisto di crediti di carbonio extra-Ue. Mentre alcuni paesi, come Italia e Francia, spingono per alzare la soglia al 5%, altri, come la Polonia, vorrebbero arrivare fino al 10%. Questa divergenza riflette le diverse strategie e priorità dei paesi membri nella transizione verso un’economia a basse emissioni.

L’importanza dell’accordo per la Cop30

Raggiungere un accordo sul target climatico 2040 è fondamentale per aggiornare la traiettoria di riduzione delle emissioni al 2035, come richiesto dagli impegni globali sul clima della Cop30, che si terrà a Belém, in Brasile, dal 10 al 21 novembre. Il nuovo contributo determinato a livello nazionale (Ndc) dell’Unione dovrebbe tradursi in un taglio delle emissioni compreso tra il 66,25% e il 72,5% rispetto ai livelli del 1990.

Le concessioni della Commissione europea

Oltre alla flessibilità sui target climatici, la Commissione europea ha promesso una serie di concessioni per convincere i governi, tra cui nuove misure per scongiurare l’aumento dei prezzi sul mercato del carbonio per i carburanti e gli edifici, e ulteriori flessibilità in vista dello stop ai motori termici che scatterà dal 2035. Queste concessioni mirano a mitigare l’impatto economico e sociale della transizione verde.

La posizione dell’Italia

Il ministro Adolfo Urso si recherà a Bruxelles per incontrare sei commissari europei e discutere di politica industriale ed energetica. Urso ha sottolineato la necessità di un cambio di passo a Bruxelles contro l’impostazione ideologica del Green Deal, che a suo avviso sta condizionando la crescita e la competitività del continente. L’Italia intende promuovere una nuova offensiva sull’agenda verde di Bruxelles.

Stallo al Parlamento europeo

L’esito del Consiglio Ambiente sarà determinante anche per sbloccare lo stallo al Parlamento europeo, dove il voto in commissione Ambiente sul target 2040 resta incerto. La plenaria di Strasburgo non si pronuncerà sul dossier prima di dicembre, allungando i tempi del negoziato interistituzionale con gli Stati membri Ue.

Un equilibrio necessario tra ambizione e realismo

La proposta di compromesso sul target climatico 2040 rappresenta un tentativo di bilanciare l’ambizione di ridurre le emissioni con le esigenze di competitività economica e le preoccupazioni sociali. La revisione biennale degli obiettivi e le concessioni ai settori industriali più esposti sono segnali di un approccio più pragmatico, che tiene conto delle sfide concrete che i paesi membri devono affrontare nella transizione verso un’economia a basse emissioni. Tuttavia, è fondamentale che la flessibilità non comprometta l’obiettivo finale di decarbonizzazione e che vengano messe in atto politiche efficaci per sostenere la transizione e garantire una ripartizione equa dei costi e dei benefici.

Di atlante

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