Un Gesto di Profondo Dolore e Umanità
La basilica di Santa Giustina a Verona è stata teatro di un momento di intensa commozione durante i funerali delle vittime della strage di Castel D’Azzano. Tra i presenti, Luigi Piffari, padre di Marco, una delle vittime, ha colpito tutti con una breve frase rivolta a un commilitone del figlio, rimasto ferito nell’attentato: “Ti sei bruciato il nasino. Dai che ti è andata bene. Non a Marco”.
La Forza di un Padre nel Lutto
Luigi Piffari, visibilmente provato e sostenuto da un bastone, ha partecipato alla cerimonia in prima fila, circondato dall’affetto dei suoi cari. La sua presenza, segnata dal dolore, non gli ha impedito di trovare la forza per un gesto di umana compassione verso chi, pur ferito, è sopravvissuto alla tragedia. La battuta, seppur breve, racchiude in sé il peso del lutto e la consapevolezza della fragilità della vita.
L’Incontro con il Presidente Mattarella
Al termine della cerimonia, Luigi Piffari ha avuto un lungo colloquio con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, presente per onorare le vittime e portare il cordoglio della nazione. L’incontro, avvenuto sul sagrato della basilica, ha rappresentato un momento di conforto e vicinanza per il padre, che ha potuto condividere il suo dolore con la massima autorità dello Stato.
Castel D’Azzano: Una Comunità in Lutto
La strage di Castel D’Azzano ha scosso profondamente la comunità locale e l’intero paese. I funerali sono stati un momento di lutto collettivo, un’occasione per stringersi attorno alle famiglie delle vittime e per riflettere sulla violenza e sulla perdita. La presenza delle istituzioni, insieme alla partecipazione commossa della popolazione, ha testimoniato la volontà di non dimenticare e di onorare la memoria di chi non c’è più.
Un Gesto di Inimmaginabile Forza
La frase di Luigi Piffari, nel suo dolore straziante, è un esempio di resilienza umana. Esprime la tragedia della perdita, ma anche la capacità di trovare un barlume di speranza e compassione anche nei momenti più bui. Un gesto che commuove e invita alla riflessione sulla preziosità della vita e sulla necessità di coltivare l’empatia verso chi soffre.
