Un’Indagine nel Mondo Segreto degli Scrittori
Antonio Castronuovo, noto critico, traduttore e bibliofilo, ci offre con il suo ‘Dizionario del Grafomane’ (Sellerio) un’immersione profonda nelle vite di 250 scrittori, svelandone manie, ossessioni e peculiarità. L’opera non è solo una raccolta di biografie, ma un’esplorazione delle motivazioni, spesso contrastanti, che spingono gli individui a dedicare la propria esistenza alla scrittura. Come afferma Castronuovo, il libro narra di “persone che hanno scritto tutta la vita, o che hanno scritto troppo, o che hanno scritto con l’angoscia di non riuscire a compiere qualcosa, oppure infine che hanno scritto animate dall’ambizione”.
Aneddoti e Curiosità: Un Mosaico di Vite Tormentate
Il ‘Dizionario del Grafomane’ si configura come un mosaico di “fatti e fatterelli, spigolature e minuzie di umore letterario”, capaci di illuminare le zone d’ombra che spesso avvolgono le figure degli scrittori. Castronuovo ci presenta vite “tormentate, allietate da esigue illuminazioni”, offrendo al lettore uno sguardo intimo e privilegiato sulle loro fragilità e idiosincrasie. Scopriamo così che Louisa May Alcott, autrice di ‘Piccole donne’, sviluppò l’ambidestrismo per sostenere i ritmi forsennati della sua scrittura, mentre di Plutarco, prolifico biografo dell’antichità, paradossalmente non possediamo una biografia esaustiva.
Routine e Rituali: Il Laboratorio Creativo degli Scrittori
Il libro indaga anche le routine e i rituali che scandivano il processo creativo degli scrittori. Kafka, ad esempio, viveva in una perenne tensione tra scrittura e insonnia, un’esperienza che, come sottolinea Castronuovo, risuona con l’attualità della nostra epoca. Thomas Mann, al contrario, esigeva il silenzio assoluto durante le sue sessioni di scrittura mattutine, concedendo ai figli di fare rumore solo nel pomeriggio. William Butler Yeats, invece, trovava la scrittura faticosa e necessitava di lunghe ore di ozio per affrontare il compito. Nelle Harper Lee, autrice de ‘Il buio oltre la siepe’, fu poco prolifica, pubblicando solo un altro romanzo, mentre Ernesto Ragazzoni confessava di preferire il non-scrivere a qualsiasi altra attività.
La Grafomania: Una Condizione Comune
Al di là delle differenze individuali, Castronuovo individua un elemento comune a tutti gli scrittori: la grafomania, intesa come una sorta di “cartella clinica” che accomuna tutti i personaggi del dizionario. Scrivere, dunque, non è un’attività semplice, ma un’esigenza impellente, una forza irrefrenabile che spinge gli individui a confrontarsi con le proprie ossessioni e a trasformarle in arte. Il ‘Dizionario del Grafomane’ si rivela così un’opera preziosa per comprendere la complessità del processo creativo e le motivazioni profonde che animano gli scrittori.
Un Omaggio alla Fragilità Umana
Il ‘Dizionario del Grafomane’ non è solo una raccolta di aneddoti e curiosità, ma un omaggio alla fragilità umana. Castronuovo ci ricorda che gli scrittori, al di là del loro genio, sono individui con le proprie debolezze, le proprie paure e le proprie ossessioni. È proprio questa consapevolezza che rende l’opera così coinvolgente e capace di suscitare empatia nel lettore.
