L’annuncio del Presidente Cirio: un Piemonte più vicino ai cittadini

Durante un incontro a Santena (TO) sull’intelligenza artificiale nella Pubblica Amministrazione, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha annunciato l’intenzione di avviare una sperimentazione per il rilascio dei passaporti direttamente da parte della Regione. L’obiettivo è semplificare la vita dei cittadini, riducendo i passaggi burocratici e sfruttando le informazioni già in possesso della PA.
“Quando chiediamo un documento a un cittadino, chiediamo informazioni che sappiamo già”, ha dichiarato Cirio, sottolineando l’assurdità di dover richiedere ai cittadini dati che la pubblica amministrazione possiede già. Da qui l’idea di candidare il Piemonte come regione pilota per il rilascio dei passaporti, in collaborazione con i ministri Calderoli e Piantedosi.

Sussidiarietà e semplificazione: i pilastri dell’iniziativa

Cirio ha tenuto a precisare che l’iniziativa non è legata all’autonomia regionale, ma si fonda sull’articolo 118, primo comma, della Costituzione, che sancisce il principio di sussidiarietà. “Cioè la possibilità che se una roba la può fare il Comune è inutile che la faccia lo Stato”, ha spiegato il presidente.
L’idea è di evitare ai cittadini di fornire informazioni già in possesso della Regione, come nel caso dei diciottenni, di cui la PA ha già la fotografia grazie ai documenti digitali. “Un cittadino che chiede un passaporto, è un cittadino al quale noi chiediamo di darci informazioni che sappiamo già”, ha ribadito Cirio.

Questura garante della sicurezza, Regione semplificatrice

Il presidente Cirio ha chiarito che la Regione non intende sostituirsi al ruolo della Questura, che continuerà ad avere l’esclusiva competenza nel valutare se un cittadino ha diritto o meno al passaporto. L’intervento della Regione si limiterebbe alla fase amministrativa, semplificando e velocizzando il rilascio del documento una volta ottenuta l’approvazione della Questura.
“Non vuol dire sostituirsi al controllo di eccellenza che fa la questura, perché sarà solo sempre la questura, con esclusiva autonomia, a dire se ha diritto o non ha diritto ad avere il passaporto”, ha precisato Cirio. L’obiettivo è “prendere in mano una pratica e una persona, se lo facciamo una volta sola, ci costa meno e facciamo più in fretta”.

Un futuro con il passaporto al compimento dei 18 anni?

Cirio ha concluso ipotizzando un futuro in cui i cittadini piemontesi ricevano il passaporto direttamente dalla Regione al compimento del diciottesimo anno di età. Un’immagine che sintetizza l’ambizione di un’amministrazione più efficiente e vicina alle esigenze dei cittadini.
La proposta, se approvata, rappresenterebbe una svolta significativa nel rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione, con il Piemonte pioniere di un modello che potrebbe essere replicato in altre regioni italiane.

Un passo avanti verso una PA più efficiente e sussidiaria

L’iniziativa della Regione Piemonte rappresenta un segnale positivo di attenzione verso la semplificazione amministrativa e la valorizzazione del principio di sussidiarietà. Se realizzata con successo, la sperimentazione potrebbe portare benefici concreti per i cittadini, riducendo i tempi e i costi burocratici. Sarà fondamentale monitorare attentamente l’attuazione del progetto, garantendo la piena collaborazione tra Regione e Questura e tutelando la sicurezza e l’affidabilità del processo di rilascio dei passaporti.

Di veritas

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