La dura presa di posizione della madre
Nicolina Giagheddu, madre di Emanuele Ragnedda, l’imprenditore 41enne di Arzachena reo confesso dell’omicidio di Cinzia Pinna, 33enne di Castelsardo, ha espresso parole di dura condanna nei confronti del figlio. In dichiarazioni rilasciate a Cannigione durante gli accertamenti dei carabinieri del Ris sullo yacht di famiglia, la donna ha mantenuto una posizione intransigente.
“Ha tentato il suicidio? Quando uno non ci riesce vuol dire che non ci ha provato bene. Chi si vuole suicidare, si suicida. Come sta? Non lo so, non ci parlo. Non parlo con lui, non parlo con l’avvocato di mio figlio e non parlo con il padre di mio figlio”, ha affermato la Giagheddu, evidenziando un profondo distacco emotivo e una netta disapprovazione per le azioni del figlio.
Distanza dalla versione della difesa
La madre di Ragnedda ha preso le distanze dalla versione dei fatti fornita dalla difesa e dal padre dell’imprenditore, che avevano ipotizzato un’aggressione subita da Emanuele. “Non credo alla difesa da un’aggressione. Non ho dubbi, non ho mai avuto dubbi in vita mia. Mio figlio avrebbe dovuto assumersi subito le sue responsabilità. Fosse successo a me avrei chiamato subito il 112, non doveva andarsene in giro. Non credo al panico, non ci credo a queste cose”, ha dichiarato con fermezza.
La Giagheddu ha inoltre espresso la sua contrarietà all’istanza di scarcerazione presentata dall’avvocato del figlio: “L’avvocato ha presentato istanza di scarcerazione già venerdì o sabato. Certo che non sono d’accordo, credo che chiunque non sarebbe d’accordo”.
Le indagini e il contesto
Le dichiarazioni della madre di Emanuele Ragnedda sono giunte durante un momento cruciale delle indagini, con i carabinieri del Ris di Cagliari impegnati in accertamenti sullo yacht “Nikitai” della famiglia Ragnedda, ormeggiato nel porticciolo di Cannigione. L’omicidio di Cinzia Pinna, avvenuto la notte dell’11 settembre scorso, ha scosso profondamente la comunità di Castelsardo e dell’intera Sardegna.
Emanuele Ragnedda ha confessato di essere l’autore del delitto, ma le circostanze esatte e le motivazioni dell’omicidio sono ancora oggetto di indagine. La presa di posizione della madre, con la sua dura condanna e il suo distacco emotivo, aggiunge un ulteriore elemento di drammaticità a questa vicenda.
Le scuse alla famiglia Pinna
In conclusione, Nicolina Giagheddu ha espresso il suo dolore e il suo rammarico per la tragica fine di Cinzia Pinna, rivolgendo le sue scuse alla famiglia della vittima: “Chiedo perdono alla famiglia Pinna, per non aver salvato Cinzia”.
Un dramma familiare e sociale
La vicenda dell’omicidio di Cinzia Pinna e le dichiarazioni della madre di Emanuele Ragnedda evidenziano un dramma familiare che si intreccia con questioni sociali più ampie. La presa di distanza della madre dal figlio, pur nel dolore, sottolinea la gravità del gesto compiuto e la necessità di una riflessione profonda sulla violenza di genere e sulla responsabilità individuale.
