Un team di sorveglianza social media attivo 24/7 per l’ICE
L’Immigration and Customs Enforcement (ICE) degli Stati Uniti, l’agenzia responsabile del controllo della sicurezza delle frontiere, sta per istituire un team di sorveglianza dedicato all’analisi dei social media, attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno. Questa iniziativa, rivelata da documenti ottenuti dal sito Wired, prevede il monitoraggio costante di piattaforme come Facebook, Twitter, Instagram, TikTok, Reddit e YouTube per raccogliere e incrociare dati su individui di interesse.
L’ICE ha inviato una richiesta di informazioni ai suoi appaltatori, al fine di valutare l’interesse nel fornire servizi di monitoraggio e analisi dei social media. L’agenzia cerca un appaltatore in grado di gestire centri operativi attivi 24 ore su 24, elaborare costantemente i casi con scadenze ravvicinate e fornire il software di sorveglianza più recente e avanzato disponibile.
Preoccupazioni per la privacy e le libertà civili
La creazione di un team di sorveglianza social media da parte dell’ICE ha sollevato preoccupazioni significative per la privacy e le libertà civili. Gli esperti temono che questa tecnologia possa essere utilizzata per monitorare e profilare individui innocenti, basandosi su informazioni raccolte dai social media.
Inoltre, non è chiaro come l’ICE intenda distinguere le minacce reali da quelle che si fermano ai social media. La sorveglianza costante dei social media potrebbe portare a un clima di paura e autocensura, limitando la libertà di espressione e il diritto alla privacy.
L’uso di software di intelligenza artificiale per la sorveglianza
Il portale The Intercept ha svelato a inizio anno i piani dell’ufficio dell’immigrazione per la creazione di un sistema di controllo automatico dei social media. Un altro sito specializzato, 404 Media, ha scoperto che l’ICE impiega già un software di intelligenza artificiale per stilare dossier dettagliati sui soggetti segnalati, raccogliendo informazioni private, relazioni familiari e usando il riconoscimento facciale per collegare le immagini scovate online.
L’uso di software di intelligenza artificiale per la sorveglianza solleva ulteriori preoccupazioni. Questi sistemi possono essere soggetti a errori e pregiudizi, portando a decisioni ingiuste e discriminatorie. Inoltre, la raccolta e l’analisi di grandi quantità di dati personali potrebbero violare le leggi sulla privacy e i diritti fondamentali.
Il contratto multimilionario con Clearview AI
A settembre, l’Immigration and Customs Enforcement ha firmato un contratto multimilionario con Clearview AI, azienda di riconoscimento facciale che ha sviluppato un archivio digitale estraendo miliardi di immagini pubbliche dai social media e dal web. Questo contratto permette all’ICE di accedere a un vasto database di immagini per identificare e tracciare individui di interesse.
La collaborazione tra l’ICE e Clearview AI ha suscitato forti critiche da parte dei difensori della privacy e delle libertà civili. L’uso del riconoscimento facciale per la sorveglianza di massa è considerato una violazione dei diritti fondamentali e una minaccia alla democrazia.
Riflessioni sull’equilibrio tra sicurezza e libertà
La decisione dell’ICE di istituire un team di sorveglianza social media solleva importanti interrogativi sull’equilibrio tra sicurezza e libertà. Se da un lato la sorveglianza dei social media può essere utile per prevenire crimini e proteggere la sicurezza nazionale, dall’altro può violare la privacy e limitare le libertà civili. È fondamentale che le forze dell’ordine utilizzino queste tecnologie in modo responsabile e trasparente, nel rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini. Un dibattito pubblico aperto e informato è essenziale per garantire che le politiche di sorveglianza siano proporzionate, efficaci e rispettose dei valori democratici.
