Un ritorno inaspettato

Dopo 12 anni di silenzio, Thomas Pynchon, l’enigmatico autore americano, torna in libreria con ‘Shadow Ticket’, un romanzo che promette di essere un evento letterario. L’uscita del libro, avvenuta il 7 ottobre, è resa ancora più significativa dal fatto che Pynchon ha compiuto 88 anni lo scorso maggio, sollevando speculazioni che questa saga noir possa essere il suo ultimo lavoro.

Formaggio, noir e cabaret: un mix esplosivo

Pynchon non è nuovo a incursioni nel mondo caseario. Già nei suoi romanzi precedenti, come ‘V.’ e ‘L’Incanto del Lotto 49’, aveva fatto riferimento a formaggi in contesti eccentrici. Tuttavia, ‘Shadow Ticket’ porta questa passione a un nuovo livello, immergendo il lettore in un’America del 1932, tra Depressione e Proibizionismo, ambientata a Milwaukee, Wisconsin, capitale casearia degli Stati Uniti. La trama è un turbinio di frodi casearie, cooperative agricole bolsceviche, squadre speciali di ‘polizia del Roquefort’ e membri della Hitlerjugend che ballano lo swing in una sala da biliardo chiamata The Nuremberg Lanes.

Un detective ballerino sulle tracce del ‘Al Capone del formaggio’

Il protagonista è Hicks McTaggart, un detective privato alla Bogart, ma anche ballerino semiprofessionista, incaricato di riportare in patria Daphne Airmont, figlia ed erede del ‘Al Capone del formaggio’, fuggita in Europa con Hop Wingdale, clarinettista dei Klezmopolitan, mentre il nazismo sale al potere. Pynchon mescola sapientemente noir e cabaret, con Hicks che si esibisce al fianco di una lounge singer che ricorda Annette Hanshaw, e intravede persino un U-Boot sotto i ghiacci del Lago Michigan.

Un romanzo divertente, ma non il ‘migliore’ Pynchon?

Nonostante la trama intricata e i personaggi eccentrici, il New York Times definisce ‘Shadow Ticket’ un romanzo divertente, ma non il Pynchon migliore. Tuttavia, l’evento letterario è innegabile, con librerie a Seattle, dove Pynchon ha lavorato alla Boeing negli anni ’60, che hanno aperto a mezzanotte per soddisfare le richieste dei fan. L’ultima destinazione di ‘Shadow Ticket’ è il Terzo Reich, la guerra e l’Olocausto, con un’immagine distorta della Statua della Libertà avvolta in una divisa militare. Un monito o una paranoia? Ai lettori l’ardua sentenza.

Un testamento letterario?

‘Shadow Ticket’ è un’opera complessa e stratificata, che riflette la vasta cultura e l’ironia pungente di Thomas Pynchon. Al di là della trama intricata e dei personaggi eccentrici, il romanzo sembra interrogarsi sul destino dell’America e del mondo di fronte all’ombra incombente del totalitarismo. Se ‘Shadow Ticket’ sarà o meno l’ultimo romanzo di Pynchon, resta un contributo significativo alla letteratura contemporanea, un’opera che stimola la riflessione e invita a guardare il presente con occhi critici.

Di euterpe

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