L’illusione del ritrovamento
Nella tarda mattinata a Favara, mentre le ricerche della trentottenne dispersa da quattro giorni a causa del nubifragio erano ancora in corso, si è diffusa una voce: “L’hanno trovata viva, l’hanno trovata viva”. La notizia, amplificata dai social media, ha scatenato un’ondata di speranza, rivelatasi poi una dolorosa fake news.
Indagini per procurato allarme
Il questore di Agrigento, Tommaso Palumbo, ha annunciato l’avvio di accertamenti da parte della polizia per risalire agli autori di quello che è considerato un vero e proprio “procurato allarme”. La diffusione di notizie false in momenti di crisi può avere conseguenze devastanti, alimentando false speranze e causando ulteriore sofferenza.
Caos e disperazione a Favara
Alle 12,15 la voce del ritrovamento ha iniziato a circolare con insistenza. Alcuni sostenevano di aver sentito gridare dal canalone dove la donna sarebbe stata trascinata dall’acqua. Le catene che chiudevano le grate del collettore fognario sono state immediatamente tranciate. Piazza Della Libertà è stata improvvisamente travolta dal caos. Personale sanitario e soccorritori si sono introdotti nel collettore, ma della trentottenne non c’era traccia.La notizia è stata poi smentita dai vigili del fuoco e dalla polizia. Alcuni familiari della donna dispersa, sopraffatti dall’emozione, hanno accusato malori e sono stati soccorsi dal personale del 118.
Un video all’origine dell’equivoco
Ad innescare il grandissimo equivoco, un’autentica fake news, frutto dell’apprensione e delle fortissime speranze nutrite a Favara, è stato un video rimbalzato fra chat e social in cui si vedono pattuglie delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco percorrere una strada a velocità. Il video, decontestualizzato, è stato interpretato come la prova del ritrovamento della donna.
L’importanza della verifica delle fonti
Questo episodio sottolinea l’importanza cruciale della verifica delle fonti, soprattutto in situazioni di emergenza. La diffusione incontrollata di notizie false può generare panico, disinformazione e, come in questo caso, ulteriore dolore per le famiglie coinvolte. È fondamentale affidarsi solo a fonti ufficiali e verificate prima di condividere qualsiasi informazione.
