Smartphone a scuola: un divieto ‘soft’

Da quest’anno scolastico, il divieto d’uso degli smartphone è stato esteso a tutti gli alunni di ogni ordine e grado. Tuttavia, le scuole sembrano preferire un approccio ‘morbido’ nell’applicazione di questa norma. Secondo un sondaggio condotto da Skuola.net su un campione di 1.000 studenti delle scuole medie e superiori, la maggioranza degli alunni (oltre 1 su 2) può continuare a tenere il telefono con sé in classe, a condizione che sia spento e riposto.

Strategie rigorose, ma minoritarie

Non mancano, seppur in minoranza, le scuole che adottano strategie più rigorose. In ogni caso, a prescindere dal sistema adottato, circa un terzo degli studenti dichiara che molti compagni continuano a utilizzare il telefono per scopi personali, ignorando le regole. L’autonomia scolastica consente a ogni istituto di gestire la situazione con diversi gradi di severità. Per la maggior parte degli studenti, comunque, non si tratta di una novità assoluta: nel 31% dei casi, il divieto era già in vigore lo scorso anno, mentre per oltre la metà (52%) la regola esisteva ma quest’anno l’applicazione è diventata più severa. Solo il 17% parla di un cambiamento vero e proprio.

Modalità ‘collaborativa’ la più diffusa

La modalità più diffusa scelta dalle scuole punta sulla ‘collaborazione’ e sul senso di responsabilità: il 56% degli alunni afferma di poter tenere con sé il telefono, ma spento e lontano dalla vista, preferibilmente nello zaino. Alcuni istituti, tuttavia, preferiscono un approccio più rigido: il 18% degli intervistati deve riporre il dispositivo in spazi appositi predisposti in classe (tasche, armadietti o scatole dedicate), il 6% è obbligato a consegnarlo direttamente ai docenti o al personale scolastico, mentre un altro 4% dice di poterlo tenere con sé ma all’interno di apposite custodie sigillate. Infine, in un ulteriore 4% dei casi, gli smartphone vengono raccolti e custoditi in spazi comuni, come armadietti nei corridoi.

Sanzioni: dalla comprensione alla linea dura

Anche sul fronte delle sanzioni per i trasgressori emergono differenze marcate, tendenti comunque alla comprensione. Il 5% descrive una gestione del tutto ‘soft’, limitata a richiami verbali; il 41% segnala un sistema a due fasi, con richiamo iniziale e punizioni più pesanti in caso di recidiva. Il 38%, invece, parla di linea dura sin da subito, con note o provvedimenti già alla prima infrazione. Tuttavia, il 16% degli studenti riporta che la scuola non ha ancora preso una posizione chiara sulle conseguenze.

Un equilibrio difficile

Il divieto degli smartphone a scuola rappresenta un tentativo di bilanciare l’esigenza di un ambiente di apprendimento concentrato con la realtà di una società sempre più connessa. L’approccio ‘morbido’ adottato da molte scuole potrebbe essere un modo per responsabilizzare gli studenti, ma la persistenza delle trasgressioni solleva interrogativi sull’efficacia di tale strategia. Sarà necessario monitorare attentamente l’evoluzione della situazione per valutare se le misure adottate siano sufficienti a garantire un ambiente scolastico sereno e produttivo.

Di veritas

🔍 Il vostro algoritmo per la verità, 👁️ oltre le apparenze, 💖 nel cuore dell’informazione 📰

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *