Un simbolo pirata per una generazione in rivolta

In un’ondata di proteste che ha attraversato l’Asia, dalla Nepal all’Indonesia, dalle Filippine al Madagascar, un simbolo inatteso ha unito i giovani manifestanti della Gen Z: la bandiera con il teschio e il cappello di paglia di “One Piece”, il celebre anime giapponese. Questa icona, tratta da una serie che narra le avventure di una ciurma di pirati contro un governo corrotto, è diventata un faro di speranza e sfida per una generazione che lotta contro la corruzione e la disuguaglianza.

One Piece: da manga a simbolo di protesta

“One Piece”, creato da Eiichiro Oda, è un fenomeno culturale globale, con oltre 500 milioni di copie vendute del manga e un adattamento live-action su Netflix che ha riscosso un enorme successo. La serie segue Monkey D. Rufy e la sua ciurma alla ricerca del tesoro “One Piece”, affrontando avversari potenti e svelando le ingiustizie di un sistema oppressivo. La popolarità della serie tra i giovani ha reso il suo simbolo, il Jolly Roger con il cappello di paglia, un potente strumento di identificazione e di espressione di intenti.

La bandiera che unisce le proteste

La bandiera di “One Piece” ha fatto la sua comparsa in diverse proteste a partire dal 2023, dalle manifestazioni pro-Palestina in Indonesia e Gran Bretagna alle rivolte che hanno scosso il Nepal, l’Indonesia e il Madagascar. In Nepal, la bandiera è stata issata sui cancelli del complesso governativo, diventando un simbolo della rivolta che ha portato alla caduta del governo. A Giacarta e Manila, è stata dipinta sui muri e sventolata tra la folla, mentre in Madagascar ha accompagnato le proteste che hanno portato allo scioglimento del governo.

Un linguaggio comune per la Gen Z

Rakshya Bam, organizzatrice della protesta nepalese, ha spiegato al New York Times come la Gen Z abbia scelto questo simbolo per comunicare un messaggio chiaro e universale: “Sappiamo che la Gen Z sta protestando in tutto il mondo e volevamo usare simboli che avessero senso per la nostra generazione. La bandiera dei pirati, Jolly Roger, è come un linguaggio comune ora”.

Oltre il simbolo: un’allegoria di ribellione

La bandiera di “One Piece” non è solo un simbolo, ma un’allegoria. Rufy, il protagonista, incarna la figura del ribelle che si batte contro l’ingiustizia, un terrorista per alcuni, un combattente per la libertà per altri. Il suo cappello di paglia, simbolo di speranza e di eredità, rappresenta la fiducia nelle nuove generazioni per costruire un futuro migliore. Come ha sottolineato Irfan Khan, un altro manifestante nepalese, “Il pirata, è come un modo per dire che non sopporteremo più l’ingiustizia e la corruzione”.

La cultura pop come strumento di protesta

L’uso di simboli tratti dalla cultura pop non è una novità nelle proteste giovanili. Negli anni 2010, i manifestanti thailandesi hanno adottato il saluto a tre dita di “The Hunger Games”, mentre nel 2020 hanno fatto riferimento a Harry Potter per criticare la monarchia. Raqib Naik, direttore del Center for the Study of Organized Hate, sottolinea come stiamo entrando in una nuova era di organizzazione che attinge pesantemente dalla cultura digitale, pop e dei giochi, creando un vocabolario comune.

Un nuovo volto per l’attivismo giovanile

L’adozione della bandiera di “One Piece” come simbolo di protesta globale da parte della Gen Z rappresenta un fenomeno interessante e significativo. Dimostra come la cultura pop possa diventare un potente strumento di comunicazione e di aggregazione per i giovani, che trovano in essa un linguaggio comune per esprimere il loro dissenso e la loro aspirazione a un mondo più giusto. Questo nuovo volto dell’attivismo giovanile, che fonde narrazioni popolari e politiche anti-establishment, potrebbe segnare una svolta nel modo in cui le future generazioni si organizzano e lottano per il cambiamento.

Di davinci

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