Un romanzo corale sull’importanza dell’ascolto

Michela Marzano, filosofa e scrittrice vincitrice del Premio SuperMondello 2022, torna con ‘Qualcosa che brilla’ (Rizzoli), un romanzo che si distingue per la sua struttura intima e corale. L’opera esplora la profonda assenza di ascolto nella società contemporanea, dando voce a otto giovani alle prese con disturbi e disagi che rivelano un bisogno disperato di essere compresi.

Le voci della Generazione Z e la sfida degli adulti

Attraverso i sintomi di questi ragazzi e ragazze – chi non esce di casa, chi ruba, chi lotta contro il cibo, chi si autolesiona – Marzano intende rappresentare la Generazione Z e la Generazione X, ovvero gli adulti che spesso si trovano impreparati ad affrontare le loro difficoltà. La scrittrice sottolinea come il suicidio sia la prima causa di morte tra i giovani dai 14 ai 24 anni, evidenziando la necessità di centri specializzati dove possano esprimere il proprio dolore.

Oltre le etichette: la necessità di comprendere e non ‘aggiustare’

Marzano critica la tendenza a etichettare i giovani con diagnosi come ‘bulimico’ o ‘borderline’, proponendo invece un approccio che miri a comprendere la loro sofferenza e ad aiutarli a convivere con le proprie fragilità. “Noi non possiamo guarire dalla vita, dobbiamo imparare ad attraversarla”, afferma, sottolineando il fallimento insito nella pretesa di ‘aggiustare’ i figli.

Un’indagine dolorosa e autentica

Per scrivere ‘Qualcosa che brilla’, Marzano ha svolto un intenso lavoro di ascolto, visitando centri medico-psicologici e partecipando a gruppi di parola. Pur precisando che i personaggi sono frutto di finzione, le loro storie sono ispirate a esperienze reali. La scrittrice ammette che il processo di scrittura è stato doloroso, poiché l’immersione nelle vite dei suoi personaggi ha riaperto ferite personali.

Una generazione che brilla nonostante le difficoltà

Nonostante le fragilità, Marzano vede nella Generazione Z una luce che brilla e che aspetta solo di essere liberata. Questi giovani sono pronti a lottare per grandi cause, ma faticano a far sentire la voce della loro sofferenza. La mancanza di figure di riferimento autorevoli aggrava ulteriormente la loro condizione.

I sintomi più diffusi e l’assenza di eroi

Marzano ha scelto di concentrarsi sui sintomi più diffusi tra i giovani, come i disturbi del comportamento alimentare e i tentativi di suicidio legati al bullismo, tralasciando volutamente il tema dei social media. La scrittrice evidenzia come i ragazzi percepiscano il vuoto interiore e la difficoltà di trovare ascolto, anche quando dimostrano coraggio. L’assenza di figure eroiche con cui identificarsi rappresenta un ulteriore ostacolo per la loro crescita.

Nessun seguito, ma nuove prospettive

Marzano non prevede un seguito per ‘Qualcosa che brilla’, sentendo di aver detto tutto ciò che voleva esprimere su questo tema. Tuttavia, l’esperienza di scrittura ha aperto nuove prospettive e stimolato la nascita di nuove idee per il futuro.

Un appello all’empatia e all’ascolto attivo

Il romanzo di Michela Marzano è un potente richiamo all’importanza dell’ascolto attivo e dell’empatia verso le nuove generazioni. In un’epoca dominata dalla velocità e dalla superficialità, ‘Qualcosa che brilla’ ci invita a fermarci, ad ascoltare le voci dei giovani e a comprendere le loro sofferenze, offrendo un contributo prezioso al dibattito sulla salute mentale e il benessere dei giovani.

Di euterpe

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