Parere di Roberto Virzo: possibile illecito internazionale da parte di Israele

Secondo Roberto Virzo, docente di diritto internazionale all’Università di Messina, se fosse confermato che l’attacco con droni alla Global Sumud Flotilla è stato lanciato da Israele, questo Paese avrebbe compiuto un fatto illecito internazionale consistente nell’uso della forza. Virzo sottolinea che una nave straniera in alto mare è sottoposta alla giurisdizione del proprio Stato di bandiera, richiamando i principi fondamentali del diritto del mare.
Virzo ha spiegato che i Paesi di bandiera delle imbarcazioni colpite potrebbero investire della questione il Consiglio di sicurezza dell’Onu o attivare altri meccanismi previsti dal diritto internazionale per l’accertamento della responsabilità internazionale dello Stato ritenuto autore del fatto illecito.

La Convenzione sul diritto del mare e il divieto di uso della forza

Virzo ha ricordato che Israele non ha ratificato la Convenzione sul diritto del mare del 1982. Tuttavia, ha precisato che anche se il governo israeliano ritenesse che la condotta delle navi rappresentasse un atto ostile, finché le imbarcazioni non entrano in una zona sottoposta alla propria sovranità, quello Stato non può intervenire violando il divieto generale di uso della forza.
L’esperto ha evidenziato ulteriori profili di gravità, come il ricorso all’uso della forza, che ha determinato un pericolo per la sicurezza della navigazione e del personale a bordo. Resta aperta anche la questione della competenza sulle acque.

Mare territoriale, diritto di passaggio inoffensivo e la questione palestinese

Virzo ha spiegato che le dodici miglia nautiche dalla costa rappresentano il mare territoriale, una zona soggetta alla sovranità dello Stato. Anche nella zona marina contigua non si può limitare la libertà di navigazione. Persino in acque territoriali, per le navi straniere esiste il diritto di passaggio inoffensivo, che deve essere continuo e rapido in stato di navigazione.
In merito alla possibilità che la Flotilla si avvicini alle spiagge di Gaza, Virzo ha affermato che si porrebbe la questione del mare territoriale sulla costa dei territori palestinesi occupati. La Corte internazionale di giustizia ha specificato che vi è il pieno diritto del popolo palestinese di autodeterminazione.

Il ruolo del Consiglio di sicurezza dell’Onu

Virzo ha sottolineato che il Consiglio di sicurezza dell’Onu avrebbe la facoltà di giocare un ruolo in vicende di questo tipo. Se le Nazioni Unite condannassero l’azione, avrebbero la possibilità di prevedere sanzioni o persino, in un’ipotesi remota, di autorizzare misure come l’accompagnamento della Flotilla con navi militari di uno o più stati membri, appositamente autorizzate dall’Onu.

Il parere di Gabriele Della Morte: violazione del diritto del mare e del diritto umanitario

Gabriele Della Morte, docente alla Cattolica di Milano, concorda con Virzo, sostenendo che siamo in presenza di un illecito. Secondo Della Morte, ai sensi del diritto del mare (Convenzione di Montego Bay del 1982), il cosiddetto ‘diritto di visita’ su un’imbarcazione in libera navigazione in acque internazionali è limitato solo ad alcune specifiche ipotesi, come la tratta degli schiavi, la pirateria, eccetera, tra le quali non rientra il caso in questione.
Della Morte aggiunge che, ai sensi del diritto internazionale umanitario (IV Convenzione di Ginevra), Israele non ha alcun diritto di esercitare punizioni collettive nei confronti della popolazione di Gaza, ad esempio limitando l’accesso ai viveri e medicinali essenziali.

Considerazioni sulla necessità di un’indagine approfondita e sul rispetto del diritto internazionale

L’attacco alla Global Sumud Flotilla solleva gravi interrogativi sulla legalità delle azioni intraprese e sulla necessità di un’indagine approfondita per accertare le responsabilità. È fondamentale che tutti gli Stati coinvolti rispettino il diritto internazionale e che si evitino azioni che possano mettere a rischio la sicurezza della navigazione e la vita delle persone.

Di veritas

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