La sfida della pubblicità cosmetica nell’era digitale
Il mondo del marketing cosmetico è sempre più complesso, un labirinto di promesse miracolose, etichette ambigue e video promozionali che spesso distorcono la realtà. In questo contesto, orientarsi tra le offerte e fare scelte consapevoli diventa una sfida ardua per i consumatori. Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, e Vincenzo Guggino, segretario generale dell’Istituto Autodisciplina Pubblicitaria, hanno affrontato questo tema cruciale durante la Milano Beauty Week, a Palazzo Bovara.
Dona ha sottolineato come la pervasività dei messaggi pubblicitari, veicolati attraverso una miriade di canali, rende sempre più difficile resistere alla tentazione di promesse miracolistiche, spesso accompagnate da prezzi irraggiungibili nei canali tradizionali. Il consumatore, immerso nella frenesia della vita quotidiana, rischia di abbassare la guardia e di non valutare attentamente le informazioni che riceve.
Influencer e greenwashing: le nuove frontiere dell’inganno
Vincenzo Guggino ha evidenziato un problema crescente: la commistione tra informazione e promozione nella pubblicità digitale, soprattutto quella veicolata dagli influencer. Distinguere un messaggio pubblicitario da un contenuto informativo diventa sempre più complicato, così come individuare le pratiche di greenwashing, ovvero l’attribuzione di caratteristiche di sostenibilità non veritiere a un prodotto o a un’azienda.
L’Istituto Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) svolge un ruolo fondamentale nel contrastare queste pratiche scorrette. Da 60 anni, l’IAP vigila sulla correttezza dei messaggi promozionali e interviene per bloccare le comunicazioni che violano il codice di autodisciplina, che include una norma specifica per il settore cosmetico.
La direttiva Green Claims: un’arma a doppio taglio?
La direttiva Green Claims, volta a regolamentare le dichiarazioni ambientali dei prodotti, suscita pareri contrastanti. Guggino si è detto d’accordo con le associazioni di imprenditori che la considerano eccessivamente penalizzante per chi vuole comunicare il proprio impegno per la sostenibilità. A suo avviso, il rigido filtro imposto dalla direttiva potrebbe scoraggiare gli investimenti in pratiche sostenibili.
Cosmetica: un settore ad alto investimento pubblicitario
Il settore cosmetico è uno dei più attivi sul fronte pubblicitario, con volumi di investimento paragonabili a quelli del settore alimentare. Questa intensa attività promozionale rende ancora più importante il ruolo di chi è chiamato a controllare la correttezza dei messaggi, così come la capacità dei consumatori di valutare criticamente le promesse dei prodotti.
Cosmile Europe: un database per la trasparenza
Per orientarsi nel complesso mondo degli ingredienti cosmetici, è disponibile Cosmile Europe, un database europeo che raccoglie informazioni di fonti indipendenti su circa 30.000 ingredienti utilizzati nelle formulazioni cosmetiche. Questo strumento permette ai consumatori di approfondire le proprietà, le funzionalità, l’origine e i principali prodotti in cui si trovano gli ingredienti.
La regola d’oro: informarsi e diffidare delle scorciatoie
Massimiliano Dona conclude con un consiglio fondamentale: leggere attentamente le etichette, approfondire le informazioni e diffidare delle promesse di risultati rapidi e miracolosi. Questa regola, valida in ogni campo, è particolarmente importante nel settore cosmetico, dove le aspettative dei consumatori sono spesso molto alte.
Un approccio critico per un consumo consapevole
La notizia evidenzia una problematica sempre più diffusa nel settore cosmetico: la difficoltà per i consumatori di distinguere tra promesse realistiche e messaggi ingannevoli. L’invito a informarsi e a diffidare delle scorciatoie è fondamentale per promuovere un consumo più consapevole e responsabile. È necessario sviluppare un approccio critico verso la pubblicità e imparare a valutare attentamente le informazioni disponibili, per fare scelte che siano realmente in linea con le proprie esigenze e i propri valori.
